Dallo sbarco dei bolognesi alla nuova gara: quale futuro per l’aeroporto di Forlì?

Dallo sbarco dei bolognesi alla nuova gara: quale futuro per l’aeroporto di Forlì?

Dopo il bluf americano, il "Ridolfi" ritenta il decollo con una cordata di imprenditori. Sarà vera gloria? Per capirlo è molto utile conoscere un po' di storia dello scalo forlivese. Segnato nel bene e nel male dal "Marconi". Che prevede al 2030 ben 20 milioni di passeggeri e che necessita di un secondo scalo: se sarà quello di Forlì, la strada sarà tutta in discesa.

Dagli annuari statistici dell’ENAC risulta che dal 1979 al 2001 (23 anni) lo scalo di Forlì ha movimentato annualmente una media di 26.279 passeggeri; dal 2002 al 2013 (12 anni) sono saliti a 482.519. Nel ventennio 1979/1998 la merce/posta movimentata è stata di Kg. 19.280.000, media/ anno Kg. 964.000.

L’operatività dello scalo
In Emilia-Romagna il primo collegamento aereo con Roma venne effettuato dalla compagnia aerea Itavia (che successivamente trasferirà la propria base allo scalo di Bologna) dall’aeroporto di Forlì.
Successivamente, dal giugno 1992 al gennaio 1993, la compagnia Avianova (Alitalia) istituirà il collegamento Forlì-Rimini-Roma.
Considerato da ENAC il 1° scalo alternato di Bologna, che dal 17/06 al 30/08/1985 a seguito della chiusura per lavori alla pista di volo del Marconi, lo scalo di Forlì in 73 giorni movimentò circa 2.700 aerei e 167.000 passeggeri.

Le iniziative (fallite) dei bolognesi
Nel 1996 (movimento passeggeri 15.418) i sindaci di Bologna e Forlì formalizzano l’impegno per l’ingresso della SAB (società di gestione dello scalo bolognese) nella SEAF (Società Esercizi Aeroportuali Forlì). L’accordo prevedeva: la cessione gratuita alla SAB del 65% del capitale SEAF; l’ammodernamento totale dell’aerostazione e piazzale antistante; il ripiano del disavanzo d’esercizio per i primi tre anni di gestione.
Dal 1997 al settembre 2008 (data in cui la SAB lascia la gestione della SEAF) lo scalo forlivese passa da situazioni oltremodo critiche a risultati positivi diventando, nel 2008, per iniziative autonome, il secondo scalo della Regione con un movimento di 772.078 passeggeri.

Le criticità
Per mancanza di manutenzione da parte dei nuovi gestori, l’ammalorata recinzione aeroportuale consente una “invasione di campo” e lo scalo finisce nel notiziario satirico di Striscia la notizia. Manca il completamento della strada perimetrale all’interno dell’area aeroportuale la cui superficie viene valutata da ENAC in 210 ettari.

Gli investimenti
In previsione della chiusura dell’aeroporto di Bologna dal 2 maggio al 2 luglio 2004 per l’esecuzione dei lavori riguardanti il prolungamento della pista di volo, SEAF per accogliere il traffico che verrà dirottato da Bologna, realizzerà una serie di opere riguardanti l’aerostazione, la trasformazione dell’hangar in zona arrivi passeggeri, l’ampliamento del parcheggio auto, la nuova bretella di collegamento della testata sud della pista con il piazzale parcheggio aeromobili, la nuova viabilità antistante l’aerostazione, eccetera. Spesa sostenuta oltre 10 milioni di euro.
Nei due mesi di chiusura dello scalo bolognese, l’aeroporto di Forlì supera brillantemente la prova movimentando oltre 500 mila passeggeri. Media giornaliera circa 8.600 passeggeri.

Il traffico
A metà degli anni Duemila l’iniziativa autonoma del direttore commerciale SEAF, stante i buoni rapporti con il vice dell’a.d. di Ryanair, riesce ad ottenere l’assenso della compagnia irlandese per operare su Forlì, alla condizione che per l’assistenza al volo venga installata l’apparecchiatura elettronica (ILS) di seconda categoria. Il programma prevedeva 8 voli giornalieri il primo anno, 16 dal secondo anno di attività.
Venne interessato l’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo) che, per il fattivo interessamento di un dirigente forlivese dell’Ente, provvide con sollecitudine all’installazione degli ILS di seconda categoria, alla sostituzione degli AVL (avvisi visivi luminosi della pista e parcheggio aeromobili), all’installazione di un nuovo CALVERT (sentiero luminoso) di avvicinamento alla pista in direzione Forlimpopoli-Forlì per evitare la linea di atterraggio sull’abitato cittadino.
L’iniziativa Ryanair non venne accolta di buon grado dai soci pubblici della SAB, tant’è che l’allora sindaco di Bologna (20% del capitale SAB) dichiarò alla stampa che i collegamenti Ryanair devono operare sullo scalo di Bologna.
L’avviso ai naviganti non restò inascoltato. SAB, socio di maggioranza SEAF, non ricapitalizzò la società forlivese per far fronte al debito contratto per i dirottamenti e, nella primavera del 2008, abbandonò SEAF portandosi a casa Ryanair.
In quel periodo si apre la parentesi con la compagnia aerea siciliana Wind Jet che su Forlì operava fin dai primi anni 2000. Ryanair si dichiara disponibile ad effettuare giornalmente quattro collegamenti nazionali e un Bruxelles. La scelta privilegia Wind Jet che nel 2011 abbandonerà Forlì per operare all’aeroporto di Rimini.
Il movimento passeggeri dai 772.078 del 2008 scenderà ai 39.781 dell’aprile 2013, mese in cui Forlì cessa l’attività.

Il bluf americano e le nuove prospettive
A distanza di un anno dalla chiusura, il 4 marzo 2014 ENAC pubblica il “disciplinare di gara per l’assegnazione della concessione finalizzata alla gestione dello scalo”. Partecipa una sola società: Air Romagna S.p.A., il cui responsabile è un cittadino americano (che nel maggio 2014 con la soc. Aviacom si classifica al secondo posto per la gestione dell’aeroporto di Rimini), alla quale viene assegnata la gestione.
Lo scalo resta inattivo per due anni e nella primavera del 2016 l’americano torna negli Stati Uniti e la società porta i libri in tribunale.
Il 15 gennaio 2018 ENAC pubblica il secondo “Disciplinare di gara per in concessione della gestione totale dell’aeroporto L. Ridolfi di Forlì”.
Risulterebbe che alla scadenza prevista dal bando, 16 aprile scorso, una sola società abbia presentato l’offerta: la F.A. (Forlì Aeroporto) S.r.l., costituita da un gruppo di industriali locali.

Le nuove prospettive
Se si considerano i tassi di crescita del triennio 2005/2008 dei tre aeroporti, periodo di maggior sviluppo dello scalo di Forlì, si nota che l’incremento dei passeggeri si è registrato senza ricorrere ad azioni di concorrenza sleale (salvo lo scippo di Ryanair da parte dei bolognesi da Forlì a Bologna): Bologna +13,8%; Forlì +36,15%; Rimini +74,85%.
Per il futuro l’aeroporto di Bologna ha valutato che nei prossimi 15 anni, 2015-2030, l’incremento del movimento passeggeri sarà del 191%, da 6.857.829 a 20 milioni.
A fronte di tale crescita, sarebbe opportuno che in Regione si valutasse l’opportunità che l’aeroporto di Forlì, oltre a generare un proprio traffico, svolgesse anche la funzione di secondo scalo di Bologna come è già avvenuto a Milano con Bergamo, Venezia con Treviso, Roma con Ciampino, Catania con Comiso.

COMMENTI

DISQUS: 0