Eccolo di nuovo: Tiziano Arlotti all’Acer

Eccolo di nuovo: Tiziano Arlotti all’Acer

Avrebbe voluto essere anche il "nostro senatore" ma nel 2018 non gli andò bene, uscì dal parlamento e anche dai radar a Rimini. Ora è stato richiamato in servizio all'azienda casa, poltrona lasciata libera da Riccardo Fabbri, diventato capo di gabinetto del sindaco. Ed è il Comune di Rimini che sceglie il presidente dell'ente di via Ermete Novelli. Da Bellaria protestano. Vediamo cosa bolle.

L’avevamo lasciato, con un ruolo istituzionale, al 2018. Quando, lanciato in una campagna elettorale impegnativa e dopo cinque anni da “secchione” alla Camera dei deputati, era ormai convinto che sull’alto scranno sarebbe tornato a sedersi. A sostenerlo il Pd, ovviamente, insieme alla civica Lorenzin, Insieme (socialisti, verdi e area civica), lista Bonino. Il suo claim in quei giorni fu “Tiziano, il nostro senatore” (qui). Fantastico. Ma è rimasto solo un sogno. Il risultato del voto infatti spazzò via sia lui che l’altro candidato eccellente, Sergio Pizzolante, decretando il successo del centrodestra, che mandò a Roma Antonio Barboni e Elena Raffaelli (qui).

Oggi una notizia striminzita e sottovalutata lo riporta su una poltrona sulla quale peraltro già ebbe l’onore di accomodarsi. Tiziano Arlotti non è stato solo “in zir par la Rumagna”, negli anni in cui conduceva il noto programma di TeleRimini, ma ha girato anche parecchi enti. Non è semplice trovare online un curriculum completo di Arlotti, perciò ci proviamo noi.
Diventa presidente degli allora Iacp di Rimini (Istituto Autonomo Case Popolari), che si trasformeranno in Acer nel 2001 lasciando la proprietà degli alloggi al Comune (a seguito della legge regionale n. 24), nel giugno del 1997 e ci rimane fino al luglio del ’99, quando, in quota Ppi, viene chiamato dal sindaco Ravaioli a ricoprire l’incarico di assessore ai lavori pubblici. Mica bruscolini. Diventa una pietra d’angolo a palazzo Garampi a fianco del primario prestato alla politica. Fino al 2006 rimane lì. Poi è consigliere comunale fino al 2011. Attende solo due anni e nel febbraio del 2013 diventa onorevole per il Pd.
Nel 2010 aveva anche tentato la corsa a sindaco di Rimini, con parecchio sforzo in vista delle primarie (qui). Gli sfidanti in lizza oltre ad Arlotti erano Nando Fabbri, Maria Cristina Gattei dei verdi, e Andrea Gnassi. Scarsissima l’affluenza, 6739 votanti.
Tiziano Arlotti ci aveva investito molto, e si era dato da fare convinto che ce l’avrebbe fatta. Finì a 2813 per Gnassi e 2444 per Arlotti. E infatti, con l’orgoglio ferito, lo sconfitto ripeterà negli anni: mi sono mancati solo 400 voti…

Quando puntò a palazzo Garampi, sfidando Gnassi.

Ma dove si forma Tiziano Arlotti? Nella Cisl. E’ stato un sindacalista per più di dieci anni, raggiungendo anche responsabilità di vertice a livello provinciale e regionale.
Coltiva la passione dell’archeologia e della ricerca storica, della bicicletta, del giornalismo e della scrittura. Ha pubblicato testi che forse non hanno scalato le classifiche ma comunque sono lì a ricordarci una vena da scrittore. Un titolo? “Bar Casale”. Un altro? “Falce martello e lasagne (il turismo romagnolo dal dopoguerra a oggi)”, insieme ad altri due autori. Ancora uno? “U s dis isé, proverbi e detti in dialetto riminese”. Forse ne ha dati alle stampa altri? Questo è chiedere troppo.

La sua professione da tempo è quella di “impiegato di consorzio di imprese cooperative”, quale sia non è un’informazione di pubblico dominio. Ora però che Tiziano Arlotti è stato chiamato alla presidenza di Acer, che com’è noto ai lettori di Rimini 2.0 dovrà bandire la gara per dare attuazione al programma di manutenzioni straordinarie del patrimonio comunale di edilizia residenziale pubblica (qui), un progetto da circa 30 milioni di euro, sarebbe bene che ci fosse massima trasparenza anche nel curriculum dell’ex parlamentare. Adesso sapere per chi lavora non è questione di morbosa curiosità né di lana caprina, insomma.

I due azionisti di maggioranza di Acer Rimini sono palazzo Garampi (35,21%) e la Provincia (20%), e il presidente è designato dal Comune di Rimini. Riceve un compenso annuo di 37.794,72 euro, o almeno così è stato per Riccardo Fabbri.
Fabbri e Arlotti sono la continuità assoluta (come Gnassi e Jamil) ed è quasi impossibile non vedere nel secondo anche una continuità di governance in linea col primo. Politicamente “affini”, il loro continuerà ad essere un dialogo a distanza anche perché Fabbri è diventato capo di gabinetto del sindaco.

“Esprimiamo le nostre congratulazioni al Presidente, figura verso la quale nutriamo stima personale ed apprezzamento professionale. A Tiziano Arlotti ed a tutti i componenti del nuovo C.d.A., l’augurio quindi di un proficuo e collaborativo lavoro a vantaggio dell’edilizia residenziale sociale dei nostri territori e delle famiglie che ne beneficiano. Siamo tuttavia a rimarcare come ancora una volta la nostra provincia abbia assistito a una scelta avvenuta in ‘altre stanze’, quelle di un’unica compagine politica, diversamente rispetto a quanto richiederebbero le nomine di un ente partecipato, strategico e rappresentativo dell’intero territorio, della portata di ACER”. Così rovinano la festa il sindaco di Bellaria Igea Marina Filippo Giorgetti e l’assessore ai Servizi sociali Flaviana Grillo. “A maggior ragione, pertanto, riteniamo che questa fosse l’occasione giusta per dare un segnale di discontinuità e per vedere tutte le forze in campo ragionare insieme in nome del bene comune e di orizzonti nuovi nella gestione della ‘res publica’. Anche in vista delle opportunità che il PNRR prevede per il comparto delle politiche abitative. Era ciò che la stessa Amministrazione Comunale di Bellaria Igea Marina aveva proposto: hanno tuttavia prevalso logiche vecchie e una visione miope che, pur rinnovando gli auguri di buon lavoro a tutti gli interpreti scelti, ci hanno indotto a un inevitabile voto di astensione.” E se hanno prevalso, se sono andati a chiamare in servizio attivo Tiziano Arlotti, qualche motivo ci sarà.

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