Fa discutere l’affare da 30 milioni per la manutenzione straordinaria degli alloggi Erp di Rimini

Fa discutere l’affare da 30 milioni per la manutenzione straordinaria degli alloggi Erp di Rimini

In consiglio comunale è arrivata la ratifica di una delibera di variazione di bilancio assunta dalla giunta Gnassi in zona Cesarini, a cinque giorni dal voto del 3 ottobre. Palazzo Garampi mette sul piatto circa 1,3 milioni ma l'importo stimato delle opere ammonta a 31.272.951. La parte più consistente sarà coperta dagli incentivi fiscali, quali Superbonus 110%, bonus facciate e altro. La minoranza ha votato contro e Gloria Lisi si è astenuta perché «questa gara», stazione appaltante Acer, «qualche aspetto di opportunità lo pone». Motivo? Nel gruppo promotore del project financing c'è qualcuno che non passa inosservato per i suoi ruoli politici.

Sono interessati 396 alloggi Erp, ovvero di edilizia residenziale pubblica, di proprietà del Comune di Rimini. Per una spesa di circa 30 milioni di euro. Un intervento che non passa inosservato. Chi se lo aggiudicherà potrà dire di avere fatto bingo. Ed è per questo che la discussione in consiglio comunale (del 18 novembre) è stata accesa. La minoranza chiede trasparenza e garanzie sul bando che seguirà, e al momento del voto si è espressa contro, ma la delibera ha superato l’esame con questo conteggio: 19 favorevoli, 10 contrari, 1 astenuto. La partita è di quelle importanti e merita di essere raccontata.
Acer, Azienda casa Emilia Romagna per la provincia di Rimini, ai tempi, per la verità recentissimi, del presidente Riccardo Fabbri (che qualche settimana fa si è dimesso anticipatamente rispetto alla scadenza naturale del mandato per diventare capo di gabinetto del sindaco Jamil Sadegholvaad: qui) «ha formalmente ricevuto la proposta di un partenariato pubblico-privato da parte di Sgr, Vertical e Intervento Pronto». Vertical e Intervento Pronto fanno parte del gruppo Sgr. Le figure di riferimento sono ben note in città e soprattutto quella di Sergio Pizzolante, sotto i riflettori per il suo lungo curriculum politico.

Di cosa si tratta? Acer è il concessionario del patrimonio Erp comunale e rientra fra coloro che possono beneficiare degli incentivi fiscali previsti dal governo, quali Superbonus 110%, bonus facciate, eccetera. La proposta pervenuta ad Acer riguarda un corposo programma di manutenzioni straordinarie sugli alloggi Erp per conseguire l’efficientamento energetico, che fra l’altro dovrebbe ripercuotersi anche su una riduzione dei costi in bolletta delle famiglie assegnatarie di quegli alloggi. Ottimo, dunque.
Acer ha sposato in pieno la proposta. Comprende 396 alloggi, come si diceva, e 293 impianti tecnologici. Gli incentivi copriranno quasi 30 milioni di euro, mentre palazzo Garampi dovrà contribuire con la somma non coperta dagli incentivi, ovvero 1.291.517 euro, che verrà assegnata in quattro stralci seguendo lo stato di avanzamento dei lavori. L’importo stimato delle opere complessivamente ammonta a 31.272.951. Una operazione di quelle che non si vedono spesso in una città come Rimini.

In base a quale norma i proponenti hanno potuto farsi avanti con il loro progetto? Lo ha spiegato l’assessore al bilancio Juri Magrini introducendo il punto all’ordine del giorno del consiglio comunale (qui) – che è pubblico e si può rivedere a questo link – chiamato a ratificare la delibera: «L’intervento è stato proposto da un privato in base all’art. 183 del Codice degli appalti» (qui) e dunque ha a che fare con la finanza di progetto. Acer dovrà mettere a gara il progetto ed essendo un «appalto superiore ai 5.382.000 euro, è da considerare soprasoglia e quindi dovrà essere fatto un bando europeo», ha chiarito il direttore generale del Comune, Luca Uguccioni, in consiglio comunale.
Il gruppo Sgr, Vertical e Intervento Pronto potranno, come prevede il Codice dei contratti, esercitando il ruolo di “proponenti”, vantare un diritto di prelazione: «Se il promotore non risulta aggiudicatario, può esercitare, entro quindici giorni dalla comunicazione dell’aggiudicazione, il diritto di prelazione e divenire aggiudicatario se dichiara di impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario. Se il promotore non risulta aggiudicatario e non esercita la prelazione ha diritto al pagamento, a carico dell’aggiudicatario, dell’importo delle spese per la predisposizione della proposta nei limiti indicati nel comma 9. Se il promotore esercita la prelazione, l’originario aggiudicatario ha diritto al pagamento, a carico del promotore, dell’importo delle spese per la predisposizione dell’offerta nei limiti di cui al comma 9».
Le “regole” sono tante e il vangelo in materia è, appunto, il Codice dei contratti (qui).

Quando è arrivata la proposta da Acer al Comune di Rimini? «Dagli atti che ho qua ho visto che non c’è la lettera di trasmissione da parte di Acer, però la data di alcuni elaborati progettuali è del 24 maggio 2021; la proposta è pervenuta all’ente in un momento in cui non consentiva di andare in consiglio comunale, per cui lo si è fatto nel momento in cui era possibile avere la documentazione completa per poter anche fare la valutazione dell’intervento a carico del Comune», ha chiarito il direttore generale rispondendo a una domanda del consigliere della Lega Luca De Sio. Sta di fatto che la giunta a guida Gnassi ha deliberato la variazione d’urgenza al bilancio di previsione 2021-2023 per attuare il programma di manutenzioni straordinarie sul patrimonio comunale di edilizia residenziale pubblica, e lo ha fatto in zona Cesarini: il 30 settembre, a ridosso quindi del voto del 3 ottobre. «Delibera votata dalla giunta nel periodo di vacatio», come ha sostenuto l’assessore Magrini.
I tempi sono stretti, perché la possibilità di utilizzare il “bonus” scade a fine 2023.
«L’entità degli interventi da realizzare e la necessità per ACER Rimini di svolgere tutte le procedure di affidamento richieste dal D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50 richiedono di procedere immediatamente e non consentono di attendere la ricostituzione dell’organo consiliare all’esito delle elezioni fissate per i giorni 3 e 4 ottobre 2021, con il rischio di una più che probabile perdita di una parte apprezzabile dei benefici economici derivanti dalle agevolazioni fiscali», sta scritto nella delibera di giunta del 30 settembre. Il tempo stringe e bisogna correre.

Ma la minoranza ha storto il naso non poco. Gloria Lisi si è astenuta al momento della conta. Prima ha ricordato che «gli alloggi Acer hanno assolutamente bisogno di questi interventi e lo dico per essermi occupata per dieci anni di politiche abitative». Poi ha auspicato un bando all’insegna della più ampia partecipazione possibile, «trasparenza e anche il controllo da parte dell’assessore su questa gara che qualche aspetto di opportunità lo pone».
Carlo Rufo Spina, Fratelli d’Italia, ha reclamato garanzie sul bando che Acer andrà a scrivere – ricordando che si tratta di un ente pubblico vigilato dal Comune, che designa gli organi (e il nuovo presidente di Acer in sostituzione di Fabbri dovrà nominarlo il neosindaco) – «fugando ogni possibile retropensiero», aggiungendo: «spero che il nuovo corso (giunta Jamil, ndr) parta anche da questi aspetti di trasparenza e vera concorrenza, soprattutto per importi così elevati».
Luca De Sio, dopo aver premesso di giudicare i lavori in questione «non solo opportuni ma necessari e doverosi perché convenienti, ed anche urgenti», ha posto vari interrogativi: «L’amministrazione comunale ha verificato se non convenga procedere allo spacchettamento degli interventi? Potrebbero esserci molte aziende del territorio in grado, e a prezzi convenienti, di partecipare. Lo spacchettamento sarà possibile inserirlo a bando?» E poi: «Se il decreto Superbonus è del maggio 2020, ma vociferato già da prima, e se il “Bonus facciate” è addirittura del 2019, perché l’amministrazione si è mossa con tale ritardo, forse anche rischiando di farci perdere questo treno, peraltro per interventi necessari e convenienti? Se non fosse stato per l’autoproponente avremmo corso il rischio di perdere questa opportunità. Da osservatore esterno mi pare che, o l’amministrazione comunale, incredibilmente, non riteneva opportuni i lavori fintanto che è arrivata la proposta dell’autoproponente, e chiedo come sia stato possibile e cosa sia cambiato in seguito; oppure, pur ritenendoli necessari, l’amministrazione ha tergiversato in attesa di questo salvifico intervento. Nel primo caso sarei preoccupato da riminese per una amministrazione distratta, nel secondo lo sarei per una amministrazione inerte. Confido che possa esserci una terza via, quale?»
Su quest’ultimo corposo interrogativo non c’è stata una risposta sostanziale.
Loreno Marchei, Lega: «È importante il rapporto tra la data dell’offerta del proponente e quando si andrà a stendere il bando. La mia raccomandazione, che deriva dall’esperienza professionale (di avvocato, ndr), è quella di porre una estrema attenzione e competenza perché oggi affrontare questo argomento è lungimirante ma anche estremamente pericoloso in quanto occorre avere a mente quanto sta accadendo. Oggi i fornitori di materiali sono in difficoltà perché non sanno cosa accadrà. La situazione è davvero drammatica per le imprese, per i tecnici, per chi ha fatto i preventivi, e quindi l’opposizione sorveglierà il buon operato di chi farà il bando perché la portata dell’intervento lo impone e i pericoli sussistono, soprattutto per le situazioni di mercato in cui versano tante imprese e operatori. Vigileremo confidando che tutto venga fatto con estrema attenzione e massima competenza da parte di chi stenderà il bando. Sappiamo bene che il proponente è estremamente avvantaggiato perché il bando verrà fatto su quella proposta e mi pare veramente difficile che si possa reperire un altro soggetto capace di formulare un’offerta simile, e quindi o si mantiene il bando unito, oppure per ragioni di opportunità, di economia locale, si decide di favorire una distribuzione dei ricavi … l’amministrazione può valutarlo per favorire il settore». A questo proposito va precisato ulteriormente che la proposta di partenariato pubblico-privato venuta dal gruppo Sgr poggia su una legge vigente, che è il Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, più noto come Codice dei contratti pubblici, e in particolare sul comma 15.
Sulla scivolosità del momento contingente nel campo degli interventi legati ai “bonus” ha posto l’attenzione anche Andrea Pari (Lega): «C’è il rischio che la somma a carico del Comune possa aumentare in conseguenza dell’aumento delle materie prime?». Mistero.

L’assessore Magrini è apparso spazientito e anche un po’ irritato al momento della replica al fuoco di fila: «Non sono nato sotto a un cavolo ma non sono nemmeno abituato a fare i processi alle intenzioni», ha esordito. «Tutte le valutazioni rispetto alla gara, unica o con più bandi come ricordava De Sio, fanno riferimento a scelte di Acer in quanto stazione appaltante e non a quelle dell’amministrazione comunale. La delibera che approviamo si occupa della quota spettante al Comune, sul resto se ci sono dei dubbi si chiama Acer e gli si chiede quello che si vuole chiedere con molta trasparenza. Non faccio processi alle intenzioni, pur capendo le perplessità di molti dei vostri interventi, ma mi fermo a quello che è di nostra competenza».
Sempre agli atti della documentazione che i consiglieri hanno avuto per le mani, si legge che le procedure ad evidenza pubblica per la selezione del partner privato «si stima saranno concluse entro gennaio 2022». Tutto da vedere.

Insomma, che il percorso seguito per accedere agli incentivi fiscali sia solidamente appoggiato sulla legge e che la chance delle manutenzioni al patrimonio comunale di edilizia pubblica andasse colta al volo, rappresentano delle certezza condivise da tutti. I dubbi però non mancano. E fra questi vanno annoverati quelli di natura “politica”, che hanno fatto parlare di “opportunità” e “retropensieri” agli esponenti della minoranza. Perché Pizzolante è stato l’ideatore, insieme ad alcuni esponenti del Pd (fra i quali Riccardo Fabbri) del Patto Civico per Gnassi, e in vista delle ultime elezioni amministrative è stato «uno dei principali promotori della Lista Jamil» (qui), insieme a «Riccardo Fabbri, tra i ’registi’ della Lista Jamil nonché presidente di Acer» che «stando ai rumors di Palazzo Garampi» sarebbe diventato «il nuovo capo di gabinetto, ruolo che Fabbri aveva già ricoperto in Provincia». Puntualmente verificatosi. «Come Patto Civico – sottolinea l’ex parlamentare Sergio Pizzolante, uno degli artefici della civica – questa lista, che sta alla destra del Pd, ha dimostrato di essere un vero progetto civico. E stavolta con il Pd ci sono stati meno dualismi e più collaborazione», dichiarava il 5 ottobre al Carlino (qui). Pizzolante era stato accreditato dal Carlino fra i possibili assessori della giunta Jamil (qui), ipotesi che l’interessato aveva seccamente smentito: «Nessuno mi ha proposto di fare l’assessore. E io non lo farei mai» (Carlino Rimini, 13.10.2021). «L’ex parlamentare, uno dei promotori della Lista Jamil, assicura che non farà parte della giunta», scriveva il quotidiano locale. «Faccio altre cose adesso, ho un’attività imprenditoriale che mi piace molto, mi rende felice. E’ quello che voglio fare. Punto. Fine».

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