Eventi sismici e patrimonio edilizio nel riminese: onoriamo i morti ma proteggiamo i vivi!

Eventi sismici e patrimonio edilizio nel riminese: onoriamo i morti ma proteggiamo i vivi!

Nel nostro territorio, solo dopo il 1983 gli interventi di costruzione dei fabbricati debbono avvenire con criteri di edilizia potenzialmente in grado di resistere agli eventi sismici. Qual è la situazione del patrimonio edilizio esistente? Proposte costruttive per non farsi trovare impreparati quando la terra trema. L'intervento dell'arch. Mauro Ioli.

Il ripetersi di eventi sismici nell’Italia centrale e l’incertezza di quanto ci attende nonostante le qualificate e tempestive risposte di tutti gli apparati dello Stato, inducono a una riflessione che possa generare iniziative pressoché immediate sul vetusto patrimonio edilizio esistente.
È infatti noto che molti vecchi immobili, residenziali e attualmente utilizzati in qualche modo da persone, costruiti in passato e costituenti il tessuto edilizio dei nuclei e dei centri storici del nostro Paese, sono in gran parte a rischio di lesioni o di crollo in caso di sisma di intensità importante.
Non è allarmismo, ma ormai una seria constatazione che dovrebbe generare azioni conseguenti. Del resto è bene essere consapevoli che anche nel riminese la storica ciclicità secolare dei terremoti è in “scadenza”.
Inoltre, dovrebbe essere noto che, almeno nel nostro territorio, solo dopo il 1983 gli interventi di costruzione dei fabbricati debbono avvenire con criteri di edilizia potenzialmente in grado di resistere agli eventi sismici. Il concetto di resistenza, in questo caso, si riferisce alle strutture dei fabbricati che, in occasione di terremoti, debbono essere capaci di proteggere le persone che li abitano o li frequentano. Non di garantire il mantenimento dell’assoluta integrità degli edifici residenziali che potrebbero perciò restare lesionati e alterati, senza tuttavia rischiare di crollare addosso alle persone, comunque entro determinati limiti di magnitudo dell’evento sismico.

L’attenzione va soprattutto indirizzata al cosiddetto patrimonio edilizio esistente di vecchia costruzione, ma non solo. Difatti anche sugli immobili oggetto di più recenti interventi edilizi andrebbe aperta una seria riflessione, ma questa mi costringerebbe ad un ragionamento assai più articolato che al momento evito di affrontare.

Restando al tema, credo che non si dovrebbe attendere l’iniziativa legislativa degli alti apparati dello Stato, ma intervenire direttamente nei territori locali con quanto più solerti aggiornamenti normativi e regolamentari in grado di indurre principalmente agevolazioni economiche come sgravi fiscali, finanziamenti agevolati o a fondo perduto. E, al tempo stesso, con azioni tendenti a diminuire i tempi burocratici sfrondando l’opprimente e vigente complesso normativo e urbanistico. La finalità è di rendere possibili interventi strutturali immediati sul patrimonio immobiliare privato di vecchia costruzione, cioè in gran parte non adeguato a resistere alle sollecitazioni sismiche.

In altre parole, le amministrazioni comunali del territorio riminese – su cui insiste pure un consistente patrimonio ricettivo alberghiero – potrebbero attivarsi in accordo con la Regione per adeguare le proprie normative tecniche degli strumenti urbanistici vigenti al fine di favorire, sollecitare e sostenere coloro che volessero migliorare o adeguare la resistenza al sisma dei propri vecchi fabbricati.

Gli Ordini professionali potrebbero assicurare agli enti comunali un’elevata assistenza in fatto di esperienze e di qualità propositive. Adeguamenti normativi utilmente introdotti dai Comuni potrebbero attivare numerosi microinterventi edilizi sulle abitazioni private e ravvivare un settore economico da tempo in crisi.
Si creerebbe un effetto emulativo tra i proprietari di immobili privati generando investimenti e miglioramenti edilizi in relazione ai potenziali eventi sismici, si darebbe fiato alle esauste attività edilizie (quelle rimaste!) e si sgraverebbe, almeno in parte, lo Stato da possibili futuri e più consistenti impegni di bilancio per le ricostruzioni post sisma.

Sono le amministrazioni comunali che, superando le distinzioni tra maggioranze e minoranze, dovrebbero agevolare gli interventi edilizi sui vecchi fabbricati residenziali rendendoli più sicuri contro i disastrosi effetti dei terremoti.
Per onorare i morti si deve avere il coraggio di proteggere i vivi e, conseguentemente, agire senza ipocrisia e con atti concreti.

Mauro Ioli
(architetto)

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