Da oltre un anno è stato annunciato che Crédit Agricole aveva deciso di depositare l'Astronomicon nella biblioteca della città. Ora la rivista del Rotary scrive: il prezioso manoscritto miniato "finalmente alla Gambalunga". Ma è ancora custodito in piazza Ferrari. Riuscirà mai a percorrere quei 120 metri che lo separano dal luogo simbolo del patrimonio culturale dei riminesi?
Torniamo sulla notizia che divenne di dominio pubblico grazie a Rimini 2.0 solo perché sull’ultimo numero di Ariminum si legge un’intervista a Fernando Maria Pelliccioni che ha per titolo L’Astronomicon di Basinio da Parma finalmente alla “Gambalunga”.
Era il dicembre 2018 quando il notaio Pelliccioni lanciava l’appello: “Crédit Agricole regali alla città le preziose opere d’arte appartenute a Carim”. Lo scorso maggio sempre Pelliccioni annunciava con comprensibile soddisfazione che “Crédit Agricole Italia ha accolto il nostro accorato appello“. Spiegava: “L’Astronomicon diventerà fruibile e consultabile con grande soddisfazione di tutti gli studiosi, soprattutto dei cultori della storia rinascimentale riminese e malatestiana”.
In effetti il codice ha varcato la porta della Gambalunga, ma solo per essere esposto alla mostra “Per documento e meraviglia. Una storia lunga 400 anni”. Poi ha fatto ritorno nella vicina sede che fu di banca Carim. La distanza che separa il civico 15 di piazza Ferrari dalla Gambalunga è di circa 120 metri, ma Crédit Agricole non ha ancora deciso di compiere quel tratto di strada per consegnare alla biblioteca l’Astronomicon, acquistato dai riminesi. E chissà, a questo punto, se davvero farà il beau geste.
Sta di fatto che Pelliccioni ripercorre con Ariminum tutta la lunga vicenda legata al codice, dal suo valore alla decisione della Fondazione Carim di acquistarlo alla “Casa Sotheby’s” di Londra, risultato conseguito oltre che per l’impegno di Pelliccioni, grazie soprattutto al coinvolgimento di Augusto Campana ed Enzo Pruccoli.
«Con l’incorporazione di Carim nel Crèdit Agricole, tutto il suo patrimonio è divenuto di esclusiva proprietà di quest’ultimo Istituto, ivi compreso l’Astronomicon: dopo ben ventisei anni si correva il grave pericolo che quel prezioso codice, così faticosamente recuperato nel 1992, potesse nuovamente essere tolto alla sua terra, come accadde secoli addietro», ricorda Pelliccioni nell’intervista. Da qui la decisione di rivolgersi «ai Responsabili della Banca incorporante» affinché «non privassero Rimini del suo gioiello e, nell’aprile dello scorso anno, chiesi l’adesione a più persone che sapevo legate alla cultura, alla storia e di certo amanti dell’arte e delle tradizioni del nostro territorio (studiosi, docenti, storici e critici d’arte, non necessariamente riminesi). Tranne due, tutti (ai quali poi tanti altri si unirono) aderirono alla iniziativa, e non pochi con tale entusiasmo e riconoscenza che mi commossero”. Il notaio Pelliccioni prosegue: «Nel maggio successivo trasmisi “la petizione” ai Responsabili di Crédit Agricole S.p.A. e – davvero strabiliante – solo dopo pochi giorni mi fu comunicato ufficialmente che la richiesta era stata accolta; una rapidità che ha dimostrato, da parte di quella Banca, grande rispetto e considerazione per la nostra Comunità e per il suo territorio. Di questo ho ringraziato, ed ancora ringrazio, il Presidente Ariberto Fassari ed il Consigliere Delegato Giampiero Maioli, ai quali va la riconoscenza e la gratitudine dei tanti cultori dell’arte e della storia di Rimini».
Alla rapidità nella risposta non è seguita però, ad oggi, la consegna del codice in Gambalunga. Ci arriverà, assicura Pelliccioni, e «sarà quindi fruibile e consultabile con grande soddisfazione di tutti gli studiosi, soprattutto di storia rinascimentale riminese e malatestiana». Speriamo! Ma non risultano al momento accordi con la biblioteca in tal senso e men che meno in fase avanzata.
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