Il parroco di Viserba mare contro Salvini ma scatta la censura “amica”

Il parroco di Viserba mare contro Salvini ma scatta la censura “amica”

"Non c’era bisogno dell’ultimo decreto “Sicurezza bis” che introduce nel nostro ordinamento il nuovo reato di umanità per comprendere la deriva autoritaria su cui si sta avviando il nostro paese. Nell’indifferenza, o peggio con il favore di larghe fette di popolazione, anche dentro i confini della Chiesa, affascinati dal leader forte a contatto diretto col popolo". Per presentare il prossimo incontro dei "lunedì di Viserba", quello con il prof. Zamagni, don Aldo Fonti usa parole antigovernative di fuoco. Ma la prima censura la riceve in casa propria, dal giornale diocesano Newsrimini.

La parrocchia Santa Maria al Mare organizza i “lunedì di Viserba”, una iniziativa molto seguita, anche perché soprattutto alcuni dei relatori invitati sono di assoluto rilievo. Il 15 luglio ha ospitato ad esempio il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, il 12 agosto (ore 21 in Piazza Pascoli) arriverà il prof. Stefano Zamagni. Per presentare questo nuovo appuntamento, la parrocchia ha diffuso un comunicato stampa arrembante, con un taglio politico molto netto e decisamente antigovernativo. Il titolo è “il mondo della solidarietà sotto attacco. Contro la deriva autoritaria in atto in Italia“.

Il parroco di Viserba mare è don Aldo Fonti, che ricopre anche l’incarico di direttore dell’ufficio Missionario Diocesano. Non uno qualunque. E lui prete missionario lo è stato senza dubbio, a lungo in Venezuela, anche vice segretario della Conferenza episcopale con ufficio a Caracas. Insomma, trent’anni in America latina che hanno lasciato il segno.

E veniamo all’annuncio dell’incontro con Zamagni. “Dalla chiusura dei porti alla criminalizzazione delle Ong, dal disprezzo dei poveri all’attacco frontale al mondo del no profit e del volontariato accusato di buonismo, se non di aperta inutilità. Non c’era bisogno dell’ultimo decreto “Sicurezza bis” che introduce nel nostro ordinamento il nuovo reato di umanità (salvare vite umane è diventato un crimine), per comprendere la deriva autoritaria su cui si sta avviando il nostro paese. Nell’indifferenza, o peggio con il favore di larghe fette di popolazione, anche dentro i confini della Chiesa, affascinati dal leader forte a contatto diretto col popolo…”. Così la parrocchia. Una sciabolata indirizzata soprattutto al ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, ma non fa nemmeno tanti complimenti a settori della Chiesa e si capisce bene quali.

“A parlare di questa specie di mutazione antropologica oggi in atto in Italia sarà il prof. Stefano Zamagni, economista conosciutissimo per i suoi studi in materia di economia sociale e, dal marzo scorso, presidente della Pontificia accademia delle Scienze sociali“. Ecco, Newsrimini, giornale online della Diocesi, nel presentare la conferenza del professore riminese, ha tagliato tutto il pezzo riportato sopra, così sintetizzato: “… con un’attenzione agli ultimi provvedimenti del governo e ai temi sociali in gioco”. Bromuro sul prete rivoluzionario.

Zamagni spiegherà il disegno che sempre più chiaramente sta prendendo forma nel nostro paese: “quello di una società civile che si vuole sempre più schiacciata tra le forze dello Stato e del mercato, con l’obiettivo non dichiarato di mettere sotto tutela gli enti del terzo settore, in termini sia di fondi da utilizzare (sempre di meno) che di progetti da realizzare”, prosegue il comunicato relativo al 12 agosto. “Per questo, come ha spiegato in una recente intervista, “è necessario che i cattolici, a cui è legato in termini ideali il 70% delle organizzazioni attualmente presenti nella società civile e nel volontariato, non si tirino più indietro, si assumano le loro responsabilità e comincino a fare massa critica per poter incidere sulle scelte che davvero contano. Non farlo sarebbe peccato di omissione”.

Che la Chiesa ai tempi di Francesco sia attraversata da una politicizzazione marcata non è un segreto, e così anche i toni della parrocchia di Viserba (che sembrano un po’ quelli del terzomondismo degli anni Sessanta e della teologia della liberazione) non scandalizzano più di tanto, come sarebbe accaduto qualche anno fa. Proprio oggi il papa ha concesso una intervista a La Stampa nella quale se la prende con il “sovranismo” e ci manca poco che non dia del nazista a Salvini. Che, pur non nominandolo, bastona pesantemente. Dice infatti il pontefice: “Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi…noi…: sono pensieri che fanno paura”.

A Newsrimini è sembrato forse troppo amplificare gli accenti politici e polemici del parroco che fa le barricate contro il governo, e che le canta anche ai fratelli di santa romana chiesa. Ma diciamo che il Superiore venuto dalla fine del mondo la medaglia la appunterebbe sul petto di don Aldo Fonti piuttosto che su quella degli informatori diocesani. Va così nella Chiesa di oggi. Un tempo fra i cattolici si parlava di autonomia della politica, oggi si prende posizione apertamente contro una parte politica e lo si fa in nome del vangelo. E così si scava un solco sempre più profondo. “Un’autorità ecclesiastica non deve immischiarsi nella politica, quando ci sono un Parlamento e un governo legittimati democraticamente, come in Italia. Meglio parlare con Salvini, discutere, o correggerlo quando è necessario”, ha detto di recente il card. Gerhard Müller. Chi è costui? Vigilava sulla ortodossia cattolica. Ma è stato “pensionato” da papa Francesco.

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