Inchiesta Tiberio: la procura al lavoro sugli esposti di residenti e Italia Nostra

Inchiesta Tiberio: la procura al lavoro sugli esposti di residenti e Italia Nostra

Il fascicolo è stato aperto. L'avvocato Giordano Varliero (Comitato in difesa del ponte di Tiberio) spiega gli scenari.

Il caso ha voluto che a stretto giro di accuse “politiche” rivolte ad Italia Nostra (il Comitato in difesa del ponte di Tiberio era già stato ampiamente messo sotto accusa) dall’amministrazione comunale e dai consiglieri regionali del Pd, Pruccoli e Rossi, che hanno parlato di “un attacco aggressivo e volgare, che vuole chiaramente intimidire persone e i funzionari del Ministero dei Beni Culturali”, sia arrivata la notizia della decisione della procura della Repubblica di aprire un fascicolo sui due esposti che hanno ad oggetto i lavori del progetto Tiberio. L’inchiesta è di fatto partita. Abbiamo domandato all’avvocato Giordano Fabbri Varliero, che insieme all’avvocato Davide Grassi ha presentato l’esposto per il Comitato in difesa del ponte di Tiberio, di spiegarci quel che sta accadendo.
Atto dovuto? “Prima di fare qualsiasi indagine, e prima che il pm chieda al giudice il rinvio a giudizio o l’archiviazione, deve essere aperto un fascicolo, siamo in questa fase. Ma parlare di atto dovuto non deve però suonare come una sorta di “dovevano farlo per forza ma tanto è un atto da poco”…” Quali tempi è lecito prevedere per l’inchiesta? “Difficile dirlo, noi ci auguriamo brevi…, ma le indagini potrebbero arrivare fino a fine anno, tuttavia in questa fase il pm può disporre un sequestro preventivo, o anche chiedere alla Soprintendenza la sospensione dei lavori, ai sensi del Codice dei beni culturali. Il nostro esposto contiene entrambe le richieste cautelari. Il sequestro preventivo da quanto risulta lo ha chiesto anche Italia Nostra. Pur se, a nostro giudizio, con le perforazioni nelle mura il danno è stato in buona parte già procurato, bisogna evitare che aumenti”. Ovvero che proseguano i lavori? “Certo, con l’abbattimento di una porzione di muro sul lato opposto e con la installazione delle varie passerelle. Per questo solo una misura cautelare di sospensione dei lavori potrebbe mettere al sicuro il bene interessato dal progetto Tiberio”. Il vostro esposto riguarda anche l’impatto della passerella galleggiante? “Sì, anche per ragioni di sicurezza. Tra l’altro esiste un piano della protezione civile che risale al 2013 e che già indicava problemi nell’alveo storico – in caso di esondazione del bacino del Marecchia – trasformato durante gli anni in parco urbano. Secondo la protezione civile la situazione risultava rischiosa già prima dei lavori in corso, che aggiungono strutture, seppure spacciate come temporanee, all’interno del bacino”. Sarà la magistratura a dire se il progetto Tiberio (comparto 3 e 4, a monte e a mare del bimillenario ponte), debba proseguire oppure no.

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