“Scusa, Meeting, chi è quell’uomo vestito di bianco vicino a Wael Farouq?”

“Scusa, Meeting, chi è quell’uomo vestito di bianco vicino a Wael Farouq?”

E’ il nuovo culto della personalità che fa capolino fra gli stand della Fiera

Il docente di lingua araba, ormai un'autorità al Meeting e dentro Cl, campeggia in gigantografia accanto a Giovanni Paolo II, Ionesco, Madre Teresa di Calcutta.

“Scusa, Meeting, chi è quell’uomo vestito di bianco vicino a Wael Farouq?”
Risposta: è Giovanni Paolo II in visita al Meeting di Rimini nel 1982.
In 18 grandi ritratti fotografici piazzati in mezzo alla hall sud, l’ingresso centrale, il Meeting mostra il suo biglietto da visita.
La carrellata nell’ormai quarantennale storia della kermesse ciellina fa impressione.
Compaiono nelle foto:
il vicario di Cristo in terra per 26 anni, canonizzato santo, con lui crollò l’impero sovietico;
don Luigi Giussani, Servo di Dio, fondatore di un movimento presente in 90 paesi del mondo;
madre Teresa di Calcutta, canonizzata santa, Nobel per la pace, ha portato in tutto il mondo la cura degli ultimi e dei più disprezzati;
il Dalai Lama, riferimento spirituale del buddismo tibetano e capo in esilio del suo popolo, Nobel per la pace;
Helmut Kohl, riunificatore delle due Germanie;
Eugene Ionesco, uno fra i più grandi drammaturghi e scrittori del Novecento. Ed altri.
Questo è il livello dei personaggi che hanno calpestato le moquette della Fiera di Rimini salendo ai microfoni del Meeting.

In mezzo, ecco spuntare la foto del professor Wael Farouq, docente di lingua araba alla Cattolica di Milano. Non si sa cos’altro abbia fatto per meritare di essere effigiato in mezzo al fior fiore.
E’ il nuovo culto della personalità nel Meeting di Rimini, che fa dire l’ultima parola a Farouq nella mostra «Nuove generazioni. I volti giovani dell’Italia multietnica», accanto – ma in definitiva sopra – a due mostri sacri come Romano Guardini e Hans Urs von Balthasar.

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