Inquinamento, è guerra di provette fra Comune di Rimini e Arpae

Inquinamento, è guerra di provette fra Comune di Rimini e Arpae

Il sindaco Sadegholvaad ha mandato degli “Sherlock Holmes” privati in mare per fare le contro-analisi e parla di «misteri». Ma l’inquinamento si è verificato anche altre volte nella stagione. Mentre Palazzo Garampi si auto-assolve, perdurano i divieti per 12 specchi d’acqua fra Torre Pedrera e Miramare.

Il Comune di Rimini ha dichiarato guerra ad Arpae, l’agenzia regionale ambientale della Regione Emilia-Romagna, sull’inquinamento marino. Cronaca in breve: martedì 26 luglio i tecnici di Arpae svolgono i campionamenti programmati sulla costa adriatica emiliano-romagnola e scoprono ben 28 punti di balneazione non conformi alle leggi per il superamento dei limiti di concentrazione di Escherichia coli e/o di Enterococchi intestinali. «Una prima lettura delle analisi dei campioni eseguiti ha permesso di evidenziare, su pre-allerta del laboratorio, il superamento dei limiti normativi», afferma Arpae in una nota pubblicata mercoledì 27, giorno in cui vengono svolte altre analisi che purtroppo confermano i superamenti. Scattano così 28 divieti di balneazione da Goro a Cattolica. Lo stesso giorno, mercoledì 27, l’AUSL scrive due lettere al Comune di Rimini, a seguito delle quali il sindaco Sadegholvaad firma – con protocollo di giovedì 28 luglio – l’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione per ben 14 tratti di mare di competenza di palazzo Garampi.

Lo stesso 28 luglio, nel tardo pomeriggio, il Comune di Rimini pubblica una rovente nota nella quale si dissocia completamente dalle analisi di Arpae e dà notizia di aver fatto svolgere dei campionamenti alternativi, con esito opposto.
Leggiamo: «I risultati dei campioni analizzati dal Laboratorio LAV per le 7 acque di balneazioni del litorale nord di Rimini, svolti con una delle 2 metodologie certificate e previste dal decreto ministeriale 30 marzo 2010, sono tutti, nessuno escluso, ampiamente sotto i parametri normativi, sia per quanto riguarda la concentrazione di escherichia coli che di enterococchi, e dunque tutte e 7 le acque risultano perfettamente idonee alla balneazione. Un esito completamente opposto a quello di ARPAE, per cui i Comuni del Riminese e della Romagna non individuano alcuna motivazione evidente e plausibile. Per questo è stato chiesto un incontro urgente a Regione, Ausl e Arpae per la giornata di domani al fine di definire concrete soluzioni per quello che, ogni ora che passa, è un mistero che si infittisce sempre di più». L’incontro è in programma nel corso della giornata di oggi, 29 luglio.

Sadegholvaad parla di «mistero che si infittisce sempre di più». Ma a ben vedere il sindaco, e magari anche l’assessore all’ambiente, dovrebbero incaricarsi di spiegare perché in questi giorni passano alle maniere forti, affidandosi ad un’agenzia privata, mentre l’allarme sullo stato delle acque è già stato suonato varie volte. Il 29 giugno scorso l’assessore Anna Montini affermava che «non essendoci state piogge o aperture è necessario capire da dove provengano questi valori», valori appunto di inquinamento del mare che avevano comportato alcuni divieti di balneazione, preceduti da altri divieti il 23-25 maggio e il 9 giugno. I lettori possono leggere notizie dettagliate qui e qui.
Per non parlare degli anni precedenti: limitandoci al luglio 2021, ricordiamo [qui] che bastarono 8 millimetri di pioggia per mandare in tilt il sistema fognario e di conseguenza la balneazione.
Eppure oggi Sadegholvaad e i suoi compagni sembrano dare la colpa ad Arpae per i «misteri» di fine luglio 2022 (salvo non rendere pubblici nel dettaglio, come invece fa Arpae, le misure dei campionamenti).

A corollario, va notato che il Comune parla di «tutte e 7 le acque perfettamente idonee alla balneazione». Ma l’ordinanza di divieto firmata da Sadegholvaad il 28 luglio elenca 14 tratti di mare, scesi poi a 12 per il rientro nei limiti normativi di Pedrera Grande Sud e Viserbella La Turchia. Attualmente, come si può vedere dalla schermata del sito Arpae con le bandirine rosse, sono proprio 12 gli specchi d’acqua vietati. Palazzo Garampi ne salva sette ma se ne è scordati cinque.

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