La “circonvallazione” risolutiva di tutti i problemi del Borgo S. Giuliano e del centro storico

La “circonvallazione” risolutiva di tutti i problemi del Borgo S. Giuliano e del centro storico

Ecco il tracciato che partendo «nei pressi di Borgo S. Giuliano, attraversa l'alveo del Marecchia, si congiunge all'esistente circonvallazione all'incrocio col viale Roberto Valturio, la segue fino all’incrocio con la Statale N. 71 (S. Marino) nei pressi della Chiesa di S. Spirito (Cappuccini) e si ricollega alla Strada Adriatica (via Flaminia)». È stato messo nero su bianco un secolo fa. Che fine ha fatto? Parlano le carte ingiallite.

Nel precedente articolo (qui) relativo agli importanti interventi che negli anni ’30 del secolo scorso interessarono la viabilità e la vivibilità del Borgo S. Giuliano, ho dato notizia di un aspetto importante ma non trattato in quel contesto, sebbene accennato. Il riferimento è a quella che appariva l’alternativa al Ponte di Augusto e Tiberio, ovvero alla sua interdizione al traffico veicolare anche allora dichiarato assai cospicuo.
Ricordiamo che tale opera era riportata con un percorso delimitato da linee tratteggiate, assai defilato rispetto al resto. Ma vista la curiosità di conoscere come andarono in realtà le cose, il perché di quell’“accenno” e, oltretutto, considerato che la questione fa ancora parte di un problema insensatamente irrisolto dopo ben oltre 90 anni, ho cercato di saperne di più.
Ma occorre una doverosa premessa. Nel predetto articolo, pur segnalando l’oggetto dell’argomento che tratteremo, avevamo ipotizzato che le opere alternative all’utilizzo del monumento non si fossero potute realizzare per un contrasto tra le stesse e il contesto storico e architettonico dell’area; invece, come vedremo, non andò affatto in tal modo, perché prima delle realizzazioni visibili a tutt’oggi, vi fu un progetto assai più moderno, funzionale e lungimirante, che non ebbe – purtroppo – seguito e ne vedremo il perché.
Nell’Archivio di Stato di Rimini, nella Busta “Archivio Comunale 1934 – 1935”, nella pratica intitolata “S. Giuliano e Ponte Tiberio”, emerge un progetto anteriore, e diverso a quello che fu poi realizzato tra il 1933 e 1936 con il solo sventramento del Borgo S. Giuliano e la realizzazione dell’attuale via Matteotti e contiguo ponte dei Mille.
Il 10 maggio 1929 l’allora Podestà Pietro Palloni scriveva alla A.A.S.S. (attuale ANAS) una missiva in cui dichiarava di essere venuto a conoscenza che “questo Spett. Ente ha in corso di studio un progetto di deviazione della Via Emilia tendente a spostare il transito dei veicoli che attualmente attraversano il centro della Città anche se diretti all’esterno della medesima”, ritenendo l’opera di singolare importanza e chiedendo di essere edotto in merito.
Il 21 maggio successivo l’Azienda Autonoma Statale della Strada, rispondeva illustrando ciò che era già iniziato nella viabilità riminese ad opera dell’appaltatrice S.A.M.A. – Società Abruzzese Miniere Asfalto – relativamente al “miglioramento del tracciato, la cilindratura e la catramatura della circonvallazione meridionale…”. Poi continuava: “Come rilevasi dalla planimetria allegata, nella quale a tinta gialla è segnato il percorso della circonvallazione quale risulterà a sistemazione ultimata, la circonvallazione stessa si diparte nei pressi di Borgo S. Giuliano da quella che nella planimetria è indicata come Via Emilia, mentre con la nuova classifica delle strade statali è Strada Adriatica, attraversa l’alveo del Marecchia, si congiunge all’esistente circonvallazione all’incrocio col viale Roberto Valturio, segue tale circonvallazione fino all’incrocio con la Statale N. 71 (S. Marino) nei pressi della Chiesa di S. Spirito (Cappuccini) e si ricollega alla Strada Adriatica (indicata nella planimetria come via Flaminia, n.d.r.)”. Tutto chiaro quindi, dall’inizio dell’abitato del Borgo S. Giuliano una nuova direttrice, traversando il fiume Marecchia con un ponte, recava il traffico direttamente verso la via Flaminia.

Mappa della Città di Rimini in cui è evidenziato, in giallo, il tracciato della nuova variante del progetto originario, comprensivo del tratto sul Marecchia in cui era previsto un ponte di attraversamento (Fonte: Archivio di Stato di Rimini).

Poi, però, il colpo di scena. Dato che nel contempo erano iniziati i lavori per la deviazione del Marecchia, si riteneva inutile attuare il progetto completo, eliminando l’attraversamento del Marecchia ed il conseguente tratto di strada fino all’incrocio con Viale Valturio, mantenendo invece le altre opere da quel punto in poi, compreso l’allargamento del ponte sull’Ausa.

Anche in questa mappa è evidenziato il tracciato della nuova variante del progetto originario, comprensivo del tratto sul Marecchia in cui era previsto un ponte di attraversamento, in più viene evidenziata in rosso, a sinistra dal Borgo S. Giuliano fino all’incrocio con Viale Valturio, la parte esclusa dal progetto e non realizzata (Fonte: Archivio di Stato di Rimini).

Il Comune di Rimini non fu d’accordo con tale scelta e manifestò il proprio disappunto con lettera del 1° giugno 1929, nella quale si ricordavano le intense criticità a cui era soggetto il Borgo S. Giuliano, i frequenti incidenti per via del traffico che lo percorreva, e il fatto che la maggior parte dello stesso era poi diretto verso località non cittadine ma della costa e del forese. Invitando quindi in qualche modo l’A.A.S.S. a ripensare la scelta attuata; ma vi è dipiù. Il 30 luglio successivo il Podestà scrisse al Prefetto per ribadire la pericolosità della viabilità nel Borgo, ed invitandolo a “… compiacersi interporre i suoi autorevolissimi uffici presso l’Azienda Strada affinché il voto di questa Amministrazione per la sollecita costruzione del nuovo ponte sul Marecchia sia accolto e rapidamente attuato”. Ma pare che anche questo tentativo non ebbe successo.
Da quel momento in poi segue una nutrita serie di corrispondenza con l’A.A.S.S. che vede il Comune di Rimini restare fermo sulle sue giuste e sacrosante ragioni, che per contro venivano disattese senza l’esposizione di un vero motivo.
Il 18 agosto 1930 l’Azienda Strade finalmente rende una giustificazione alla propria decisione e, segnatamente a quella di non eseguire il ponte, afferma che “…era prevista la costruzione di una variante periferica alla città di Rimini con nuovo ponte sul Marecchia; ma essa fu esclusa dal progetto esecutivo del 20 marzo – 7 aprile 1929 perché sarebbe risultata per il momento intempestiva, in quanto da parte del Consorzio del Porto di Rimini si erano iniziate le opere di deviazione del Marecchia che avrebbero fra l’altro reso inutile un nuovo costoso ponte sull’alveo attuale da abbandonare” (sic!). Di fronte quindi ad una palese sottovalutazione della portata del flusso dell’acqua che sarebbe restato nell’alveo originale del fiume, si aggiungeva che pur ammettendo le affermazioni del Comune, per risolvere il problema in luogo del previsto ponte sarebbe bastato un “semplice tombino sottopassante ad apposito rilevato, pel quale potranno utilizzarsi i materiali di scavo del nuovo alveo (leggi deviatore)”.
Ma tenacemente l’Amministrazione riminese non molla, e in data 25 agosto 1930 scrive al Corpo Reale del Genio Civile riepilogando tutte le ragioni, ed in particolar modo, tra l’altro, il fatto che nonostante la nuova deviazione del Marecchia, il tratto in questione continuerà ad essere interessato da un flusso d’acqua “ben superiore a quello calcolato dell’A.A.S.S.”. Ma l’Istituzione interpellata, con risposta del 4 settembre successivo, dà ragione all’Ente Strade.
E qui finisce la storia perché i successivi scambi epistolari riguarderanno le pratiche preparatorie dei lavori che vennero compiuti dal 1933 al 1936 come oggi li vediamo. Ma è interessante, in ultimo, riportare un promemoria esistente tra le carte del progetto, datato 19 dicembre del 1932 a cura del Comune di Rimini. È un bel riassunto di tutta la vicenda, con il compendio di tutta la corrispondenza saliente che segnò l’episodio.
L’avanzatissimo e geniale progetto viene quindi abbandonato, ed in subordine si realizzerà quello minore descritto nella “Carte Stramigioli” di cui al nostro precedente articolo citato in apertura.

19.12.1932
STRADA STATALE DI CIRCONVALLAZIONE
PROMEMORIA

“Le trattative condotte dal Comune coll’A.A.S.S. e col Genio Civile per la costruzione della nuova circonvallazione a monte della Città, con ponte sul Marecchia, si possono riassumere nei seguenti dati.
Con lettera 12 Aprile 1930 N.264 il Comune interessava la Direzione generale dell’A.A.S.S. per il completamento della strada suddetta mediante costruzione del nuovo ponte sul Marecchia da raccordarsi colla Via Emilia presso il ponte già costruito sul nuovo alveo del fiume.
L’A.A.S.S. Centrale rispondeva, pel tramite dell’Ufficio di Bologna, che ne riferiva al Comune colla seguente lettera 13 Agosto 1930 n.5401:
«La Direzione Generale dell’A.A.S.S., con riferimento alle premure fatte da cotesto ON.le Comune per il lavoro di cui in oggetto, scrive quanto appresso:
Nel progetto presentato all’appalto concorso per il lotto 25 (Impresa Sama) della Strada Statale N.16 (Adriatica) era prevista la costruzione di una variante periferica alla Città di Rimini con nuovo ponte sul Marecchia; ma essa fu esclusa dal progetto eseguito 20 Marzo – 7 Aprile 1929 perché sarebbe risultata per il momento intempestiva, in quanto da parte del Consorzio del Porto di Rimini si erano iniziate le opere per la deviazione del Marecchia che avrebbero fra l’altro reso inutile un nuovo costoso ponte sull’alveo attuale da abbandonare; per cui trattandosi anche di opera di una certa durata, si ritenne doversi conservare intatto il tracciato attuale.
Riferendosi a ciò, il Comune, nell’insistere sulle difficili condizioni dell’attuale traffico lungo la traversa in questione, nega, (con nota 12.4.1930= N. 264) che il su citato ponte possa essere un giorno reso inutile dalla prevista deviazione del Marecchia, in quanto una parte delle acque normali del fiume stesso continuerebbe a seguire l’attuale alveo per l’alimentazione del Porto Canale. Afferma poi che i lavori di detta deviazione, attualmente sospesi, non potranno, nella migliore delle ipotesi, essere ultimati prima di sette o otto anni, cui bisogna poi aggiungere il tempo necessario per le prove di collaudo e di resistenza delle opere. Chiede perciò che si dia ora corso ai lavori della progettata variante stradale.
Senonché, ammesso pure quanto afferma il Comune circa la persistenza di acque lungo il corso attuale, è facile osservare che per esse potrà bastare, in luogo del previsto ponte, un semplice tombino sottopassante ad apposito rilevato, pel quale potranno utilizzarsi i materiali di scavo del nuovo alveo; mentre, nel caso si volesse costruire la variante stradale prima della deviazione del fiume, occorrerebbe tener conto oltre che della spesa del ponte, anche delle espropriazioni e spese per movimenti di terra, cui, in mancanza di detti materiali, si dovrebbe ricorrere per l’esecuzione dei rilevati indispensabili per gli accessi del ponte stesso e pel riempimento delle spalle.
Ciò stante, pur riconoscendo che il tracciato attuale della strada Statale n.16 attraverso Rimini non è il più desiderabile né il più idoneo per una comoda viabilità, non ritengo di poter adottare una decisione nel senso voluto dal Comune, anche se, per ragioni pratiche, l’esecuzione della deviazione del Marecchia debba protrarsi ancora per parecchi anni, oltre quanto precedentemente supponevasi».

Il 25 Agosto 1930 (n.7841) il Comune riferiva sulla predetta nota al Genio Civile, il quale così rispondeva il 4 Settembre successivo n.5027:
«Nel progetto di massima 1° Agosto 1919 della deviazione del fiume Marecchia compilato da questo Ufficio secondo le norme indicate dalla Commissione Ministeriale incaricata dello studio della deviazione in parola ed approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, progetto che si segue fedelmente nella compilazione dei progetti esecutivi di stralcio, è previsto di lasciare defluire lungo il vecchio alveo del Marecchia il quantitativo di acqua che scorre negli stati normali del fiume, stati che il fiume stesso conserva per quasi tutto l’anno, nei quali la portata oscilla dai 2 ai 10 metri cubi, e ciò a solo scopo igienico per la più rapida rinnovazione delle acque nell’interno del Porto Canale, nel quale vanno a scaricare scoli e fogne di una parte della Città di Rimini. È giusto pertanto quanto afferma l’Azienda Autonoma Statale della Strada che, rimandando la costruzione della nuova strada di circonvallazione a dopo che sarà condotta a termine la deviazione del Marecchia, potrà assegnarsi al manufatto per l’attraversamento dell’alveo del Marecchia abbandonato una sezione assai ridotta con conseguente rilevante economia.
Faccio inoltre osservare che per il completamento della deviazione del Marecchia non occorreranno certamente il numero di anni indicati nella lettera a cui rispondo. Prima della fine dell’anno in corso i lavori della deviazione verranno ripresi, giusta proposte fatte da questo Ufficio, con la costruzione dei ponti ferroviari, col completamento delle arginature, colla sistemazione delle strade e degli scoli interrotti delle arginature, cosicché resterà, per condurre a termine l’opera, lo scavo dell’alveo e la costruzione della diga di sbarramento, lavori di limitata importanza che ammonteranno a circa £. 1.500.000,00.
Trattandosi di somma non rilevante essa probabilmente potrà essere impegnata o nel 1931-32 o nel 1932-33 per cui è ammissibile che la deviazione possa essere messa in attività con tale ultimo esercizio».

Il 16 Agosto 1930 n.7841, il Comune, vista la impossibilità di far realizzare, nel momento, il programma massimo, chiedeva alla A.A.S.S. sede di Bologna, di continuare il nuovo tronco di strada tra la via Emilia e il punto di costruzione del nuovo ponte sul Marecchia; ciò in previsione della costruzione da parte del Comune di una nuova strada a monte del Borgo S. Giuliano, da raccordarsi col prolungamento della Via Emilia verso il Marecchia.
Con lettera 17 Novembre 1930 n.7718 la A.A.S.S. – sede di Bologna – aderiva come appresso è descritto:
«In risposta a nota sopraindicata assicuro che questo Ufficio eseguirà il tratto di strada esterno, al sobborgo di S. Giuliano, come da corografia inviata con la nota cui rispondo, non appena Cod. ON.LE Comune inizierà la demolizione delle case e la costruzione del tratto di strada di sua spettanza.
Si gradirà essere informati dell’inizio dei lavori che secondo quanto ha comunicato la S.V.ILL.ma dovrebbero eseguirsi nell’inverno di quest’anno e ricevere copia dei tipi esecutivi per uniformare i lavori dell’A.A.S.S. a quelli del Comune».

Con nota 2 corr. il Comune scriveva alla predetta Sede di Bologna chiedendo il mantenimento dell’assicurazione predetta, dato che il Comune è in procinto di iniziare i lavori di costruzione della nuova strada a monte del Borgo S. Giuliano.
Per quanto invece concerne la costruzione del ponte di raccordo della Via Emilia colla Circonvallazione a ponente della Città, sembra che l’A.A.S.S. escluda l’opera anche al termine dei lavori di deviazione del Marecchia, pur essendo necessaria e quantunque la spesa possa contenersi in limiti molto modesti data la ristrettezza dell’alveo a deviazione ultimata.
Occorre insistere sia per l’urgente costruzione del tronco di strada sino alla confluenza della nuova strada Comunale a monte del Borgo S. Giuliano, sia per la costruzione del ponte o tombino che sia dopo compiuta la deviazione del fiume.”

Osservando l’elaborato progettuale dell’architetto Riccardo Ravegnani sul “Nuovo progetto di sistemazione del Porto con bacino di espansione del Giugno del 1929, si percepisce una modernità ed un senso logico che si voleva conferire a Rimini, e specialmente alla sua viabilità, paesone di provincia assurto a – vera – capitale del turismo e lanciata verso nuovi traguardi e sfide.
Erano state individuate direttrici ben precise per non gravare sul Centro: la prima per smaltire il traffico specie di passaggio verso la riva destra del Marecchia; la seconda che collegava direttamente verso l’intorno del Centro; la terza alla Marina e ai suoi stabilimenti balneari e relativi servizi. E per questo era anche previsto un nuovo ponte terminale della direttrice del deviatore all’altezza dell’attuale via Flavio Gioia, che permetteva di raggiungere la zona del Kursaal e del Grand Hotel. Poi un nuovo Porto “con bagno in espansione” e un moderno quartiere nell’area di S. Giuliano Mare.
Città ambiziosa la Rimini di allora in cui gli amministratori, supportati da una buona tecnica, avevano una visione lungimirante della città e della vivibilità della stessa con il miglioramento della vita dei propri concittadini. E si spesero, seppure non tutto ciò ottenendo, affinché qualcosa cambiasse e di fatto cambiò: l’ottimizzazione della vivibilità del Borgo S. Giuliano con la nuova strada verso il ponte dei Mille completata con il relativo manufatto di collegamento all’attuale via Roma.
Purtroppo il bel progetto, come già accennato, non si concretizzò; ma oggi per lo meno sappiamo che ciò fu a motivo di un errore con cui si sottovalutò la portata idrica nell’originale alveo del Marecchia, dato che era in corso la realizzazione del suo deviatore; esistono precisi documenti. Ma veniamo ai giorni nostri.

Modifica ufficiosa del progetto originario commissionato dalla giunta Ravaioli, nell’anno 2008.

In tempi recenti, nonostante una fattibile, certa e sostenibile soluzione per destinare il ponte di Augusto e Tiberio al solo traffico ciclo-pedonale, pur mantenendo il collegamento viario veicolare (qui), progetto peraltro commissionato e “benedetto” dagli stessi componenti dell’attuale classe politica di governo, con l’enfatico entusiasmo dell’allora Assessore all’urbanistica, non è stata realizzata. Sebbene nel mentre detta soluzione si rese problematica a causa di una costruzione, regolarmente autorizzata, nell’area di sedime della nuova strada di accesso al tunnel sotterraneo, lo Studio di progettazione, per proprio conto, rivedette il proprio operato elaborando una concreta revisione di quel progetto, che ancora oggi sarebbe praticabile.
Ma quel che stride in tutto ciò, è che allora vi fu una giustificazione sebbene dovuta ad un errore; oggi, purtroppo, non è dato neppure sapere quale sia il motivo per il quale non è stato adottato il progetto dell’alternativa alla pedonalizzazione del suddetto ponte. Ma neppure appare all’orizzonte un’idea credibile da parte degli amministratori cittadini, incapaci di trovare una soluzione dopo essere rimasti appiattiti su decisioni prese dal cessato sindaco. E nonostante qualche fantasioso intervento mediatico, che seminava ponti qua e là in giro per la città che di fatto avrebbero veicolato il traffico verso arterie viarie già sottoposte a forte stress.

La zona delimitata con righe rosse, resa veramente pedonale ed a solo uso dei residenti, in caso dell’attuazione del progetto del 2008, che prevedeva un attraversamento in tunnel del Marecchia. Con tale soluzione sarebbe stata inutile la pensilina appesa alle mura malatestiane, e la sua conseguente “manomissione”.

La soluzione dell’alternativa alla chiusura del monumento, avrebbe reso tutta la zona circostante veramente pedonalizzata dove oggi, al contrario, assistiamo ad un pericoloso caos generato dal transito veicolare nei due sensi di marcia, all’attraversamento incontrollato di pedoni e cicli. E il tutto culmina con l’apoteosi della fine urbanistica locale, consistente nella creazione della nuova circonvallazione “de noantri”. Così dopo la circonvallazione settentrionale e meridionale, oggi abbiamo anche la Ducale; a quando quindi un’inaugurazione ufficiale della geniale opera con tanto di taglio di nastri, foto di rito e siparietti annessi?
È proprio vero che la politica fa la città, ma è anche altrettanto vero che è la città ad esprimere la politica.

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