Colpo di scena! Il consiglio generale della Fondazione Carim che si è riunito oggi per rinnovare il consiglio di amministrazione, non ha dato seguito
Colpo di scena! Il consiglio generale della Fondazione Carim che si è riunito oggi per rinnovare il consiglio di amministrazione, non ha dato seguito a ciò che era stato messo nero su bianco nel patto sottoscritto a quattro mani. O almeno, non lo ha fatto per intero. Secondo questo accordo, di cui abbiamo anticipato ieri la sostanza, dopo l’infornata dei 19 entrati ieri nella assemblea dei soci col criterio di un terzo ai laici, un terzo ai cattolici e un altro terzo all’area di “centro” che in parte ha raccolto l’eredità degli aureliani (più uno fuori quota, Stefano Pivato), oggi il cda si sarebbe dovuto comporre in questo modo: vicepresidente Leonardo Cagnoli, più Mauro Ioli, Antonio Polselli, Gianluca Spigolon, Ferdinando Piccari, Antonio Galli. Mancano all’appello, rispetto ai nominativi condivisi alla vigilia, Ioli e Polselli, “sostituiti” da Raffaella Balzi (avvocato) e Paola Brighi (docente universitario).
“Dopo l’ingresso di diciannove nuovi Soci – commenta il presidente Massimo Pasquinelli – la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha ora il suo nuovo consiglio di amministrazione, formato da personaggi altamente rappresentativi, di grande qualità professionale e umana, pienamente all’altezza di affrontare anni che si prospettano intensi e impegnativi. Al nuovo CdA, con il Vice Presidente Leonardo Cagnoli al mio fianco, viene consegnato il compito di disegnare una prospettiva strategica della Fondazione, nelle quali il peso economico e finanziario dovranno meglio equilibrarsi con la capacità di relazione, di innovazione progettuale, di coesione sociale, in sintesi con una rinnovata ‘intelligenza della realtà’. Ci metteremo subito al lavoro affinché tutto ciò sia percepibile e percepito”.
Ma è già partita la caccia al traditore e alcuni parlano di “accordo violato”. Difficile capire cosa sia successo ma saranno le prossime ore a dirlo e a regolare i conti. Quel che è certo è che il patto interno, siglato – dopo lunghe trattative – il primo giugno nello studio del presidente Pasquinelli all’interno della Fondazione Carim, insieme ad Attilio Battarra (per la componente dei cattolici), Fernando Pelliccioni per i laici e Alfonso Vasini per l’altro polo, sarebbe stato disatteso. Il documento aveva formalizzato un preciso “percorso istituzionale” che dettagliava “criteri per le nomine”, precisando che il venir meno anche di uno solo dei punti dell’accordo avrebbe fatto decadere tutti gli altri.
Eletto anche il nuovo collegio dei revisori, formato dai tre membri effettivi Paolo Damiani (presidente), Francesco Farneti e Maurizio Mussoni, oltre ai membri supplenti Fabio Pranzetti e Fabrizio Piccioni.
In avvio del consiglio generale il presidente Massimo Pasquinelli ha premiato con il trittico di medaglie della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini l’ex Vicepresidente Bruno Vernocchi, i consiglieri uscenti Giovanni Protti, Matteo Guaitoli, Renzo Ticchi, Gianandrea Polazzi e Leonardo Cagnoli. Riconoscimenti anche ai sindaci revisori Paolo Damiani, Marco Migani e Maurizio Mussoni. “Non è usuale per la Fondazione – ha detto Pasquinelli – consegnare riconoscimenti a propri amministratori uscenti, ma l’eccezionalità del lavoro svolto nel quadriennio trascorso, particolarmente nel periodo di straordinario lavoro volto a favorire la ricapitalizzazione di Banca Carim, ci ha portato ad un segno di profonda gratitudine”.
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