La velostazione (ancora chiusa) è un “parcheggio” per sbandati

La velostazione (ancora chiusa) è un “parcheggio” per sbandati

Che fine ha fatto il Bike Park nei pressi della stazione di Rimini, che dovrebbe anche migliorare la situazione della sosta selvaggia delle biciclette in piazzale Cesare Battisti? La prima delibera di giunta sulla nuova destinazione dell'immobile "ex Globo" è del 2016. Nel frattempo la velostazione continua ad essere punto di ritrovo per balordi e malviventi, soprattutto di notte.

L’area antistante la stazione ferroviaria continua ad essere quella selva di biciclette che tutti conoscono. Legate ai pali della segnaletica stradale, ammassate davanti allo Iat e dintorni, insomma, una cartolina non proprio perfetta nemmeno per chi approda a Rimini dalla strada ferrata. Ce ne siamo occupati più volte, e non solo noi. Anche parlando della accoglienza turistica.

Era il 23 settembre di due anni fa quando il “Bike Park” aprì per la prima volta i battenti per mostrarsi alla città. E conquistò i più. In una zona lasciata al degrado per tanti anni, finalmente un intervento che ha ripulito quell’area e che sperabilmente potrebbe ripulire anche il fronte della stazione dal parcheggio selvaggio delle due ruote. Questi nuovi spazi presto ospiteranno la velostazione, si leggeva all’epoca sulla stampa. Presto che è tardi, cantava Donatella Rettore.
I primi rendering del Bike Park furono mostrati alla stampa nel novembre del 2016, ma il protocollo d’intesa fra Regione Emilia Romagna e Comune di Rimini per la realizzazione dell’infrastruttura risale all’ottobre di quello stesso anno. La delibera della giunta comunale di riqualificazione del’Ex Globo è del 6 dicembre 2016.

Sistemata la struttura con una spesa di 150mila euro, di cui 75 messi a disposizione dalla Regione, si è posto il problema della gestione. Esattamente un anno fa, l’amministrazione comunale informava: “E’ in pubblicazione sulle pagine “appalti e contratti” del sito web del Comune di Rimini il bando per l’affidamento della concessione dei servizi di deposito custodito, noleggio e riparazione biciclette da svolgere nella nuova Velostazione in Via Dante Alighieri nei pressi della stazione ferroviaria”. Il bando è stato pubblicato il 7 febbraio e scaduto a fine marzo 2018. Un fiasco. Il 27 aprile il responsabile del procedimento rendeva noto che “la procedura aperta per l’affidamento della concessione…” eccetera eccetera, “indetta con determinazione dirigenziale n. 97 del 18/01/2018, è andata deserta in quanto, entro il termine perentorio del 30/03/2018 ore 13:00, non è pervenuta alcuna offerta“.

La planimetria dell’ex Globo trasformato in Bike Park

Forse perché poco remunerativa la gestione del servizio? Anzitutto quale tipo di servizio. Deposito e custodia delle biciclette: noleggio, ricarica delle bici elettriche, manutenzione e riparazione, oltre alla pulizia e al mantenimento dell’immobile “Ex Globo” e dell’area antistante. Non era escluso lo svolgimento “di ulteriori iniziative nell’area previo assenso dell’amministrazione”, anche attraverso lo “sfruttamento della corte antistante l’immobile oggetto di concessione”. Fra i documenti della gara c’era anche il piano economico e finanziario del servizio da mettere in piedi, con una sottolineatura, questa: “I redattori del presente documento non si assumono nessuna responsabilità di nessun genere per eventuali danni subiti a seguito di decisioni prese, o non prese, azioni intraprese, o non intraprese, sulla base dei contenuti della presente relazione”. Della serie: se poi i conti non tornano, non prendetevela con noi.

Durata della concessione 8 anni. Sarebbe stato necessario un investimento iniziale (circa 63mila euro) da parte del gestore per l’acquisto del materiale di arredo (rastrelliere, allestimento dell’ufficio, arredamenti per il bar interno) e delle biciclette da noleggiare. Dai conteggi stimati contenuti nel piano di cui sopra, in otto anni i ricavi complessivi (noleggio, deposito, bar, ecc.) sarebbero stati di 2.109.116 euro, che era poi la cifra indicata come importo a base di gara. I costi 1.897.872 euro, e alla fine il reddito ante imposte sarebbe stato di 139.935 euro in otto anni, non proprio un affarone considerato l’impegno richiesto e tutta la macchina da mettere in piedi. Per dirne solo una, gli orari: il bando prevedeva che il servizio fosse garantito dal lunedì al venerdì dalle 6 alle 21, il  sabato, la domenica e festivi dalle 7 alle 22. Mai chiuso per ferie.

A che punto è il Bike Park? Fallito il bando, palazzo Garampi nell’aprile dello scorso anno ha annunciato che “intende svolgere una consultazione preliminare di mercato con gli operatori economici prima di avviare la procedura di affidamento dei servizi in oggetto”. La palla è passata agli operatori interessati, che sono stati invitati a proporre “un proprio contributo, finalizzato ad un preliminare confronto tecnico con il mercato”. Una fase preparatoria della gara d’appalto “al fine di una migliore predisposizione degli atti di gara”. I contributi erano attesi entro il 4 maggio 2018. Per ora tutto tace. Con l’inaugurazione del MetroMare, secondo i piani dell’amministrazione, il Bike Park dovrebbe diventare un punto strategico nell’ottica della mobilità cittadina.

L’edificio che ospita la velostazione di giorno ma soprattutto al calar della notte, all’esterno diventa un “parcheggio” per sbandati. Bevono, urinano e lasciano di tutto a terra. Lo scorso settembre un uomo è sceso dal treno e si è diretto a ritirare la propria auto nel parcheggio gestito da Metropark, gruppo ferrovie dello Stato. E’ stato accerchiato da quattro soggetti che gli hanno sottratto il trolley, picchiato e scaraventato a terra, finendo al pronto soccorso.

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