Le rotatorie sulla statale 16

Le rotatorie sulla statale 16

Annunciando l'avvio del cantiere, a settembre, si è parlato vagamente di programmazioni cantieristiche, ma a che punto siamo? Sul piatto della bilancia c'è la già precaria mobilità cittadina che, con questi cantieri, rischia di andare incontro a un disastro.

Vedo avanzare i lavori molto lentamente, per ora solo una specie di campo arato tra la statale 16 e il tiro a segno. Annunciando l’avvio del cantiere, a settembre, si è parlato vagamente di programmazioni cantieristiche, senza però specificare niente, normale invece sarebbe stato definire il tutto, in vari step di avanzamento lavori, indicando in apposite planimetrie le varie fasi di cantiere, verificate da specifici studi trasportistici, impostati su un vero livello di funzionalità; se poi la stazione appaltante lo ritiene affar suo, credo che un Comune come quello di Rimini abbia tutti gli strumenti sia a livello regionale sia nazionale per spiegare la delicatezza del caso.
Per essere chiari ed espliciti va subito ricordata la durata di circa due anni, che significa che anche “l’eccezionale”, come eventi e ricorrenze, va assunto nei suddetti studi e più ci si allontana da questi obbiettivi più aumenterà il disastro della mobilità cittadina, che non può più essere raccontato nel solito teorema che fa riferimento alla storiella “l’intervento chirurgico è stato perfetto, ma purtroppo il paziente è morto”.
Se così fosse, qualunque ne sia il motivo, il tutto non potrà che essere addebitato all’attuale Sindaco, anche perchè non è arrivato ieri, essendo stato nel secondo mandato della giunta Gnassi assessore ai lavori pubblici.
Un realtà che potrebbe diventare ancora peggiore, se nel tempo risulterà che queste opere non risolveranno il caos Circonvallazione, causato anche da rotatorie troppo complicate rispetto alla mole del traffico che queste opere devono sostenere.
Quello che sta emergendo dai social è la domanda sul perché non si è optato per dei cavalcavia con rotatorie sotto, che se preventivamente previste, lasciano spazio a rotatorie doppie rispetto a quella sotto il cavalcavia di via Marecchiese, e forse quest’ultima soluzione sarebbe costata anche meno, visto che la cifra complessiva dei lavori, stando ai media, raggiunge la considerevole cifra di oltre 32 milioni di euro (a carico di ASPI Autostrade per l’Italia).
Una soluzione seria da estendere in prospettiva a tutti gli incroci avendo come primo momento di riflessione la questione ambientale che parte dall’oggettiva verità che riducendo i tempi di percorrenza si riduce proporzionalmente l’inquinamento creato dal traffico.
Una verità che diventa ancora più vera prendendo atto che la famosa Complanare che doveva diventare la nuova statale 16 non si farà mai, sia per ragioni economiche (circa un miliardo di euro), sia perché gli stessi ambientalisti, ma anche il mondo degli agricoltori, lo ritengono un inutile consumo del suolo.
Va pure considerato che se realizziamo sulle due statali e la circonvallazione arterie con velocità medie di 70 km all’ora, la scienza della mobilità ci dice che significa ridurre il traffico all’interno della città di circa un 30/40%.
Credo che su questi argomenti fondamentali per il futuro di Rimini sarebbe più che sensato aprire un dibattito cittadino, ben supportato dalle evidenze tecniche ed ambientali, che metterebbe anche in gioco l’essenza di questo amministrare a spot, evidenziato dall’assenza delle dovute pianificazioni, che fino al 2017 si chiamavano Piano Operativo Comunale ed ora Piano Urbanistico Generale, e in entrambi i casi non si è speso mai neppure un vagito.

Giulio Grillo

Fotografia: Gerd Altmann da Pixabay

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