L’incerto futuro della Fondazione Carim

L’incerto futuro della Fondazione Carim

Le nuove disposizioni ministeriali impongono alle Fondazioni delle Casse di Risparmio di origine privata un limite nella partecipazione al capitale de

Le nuove disposizioni ministeriali impongono alle Fondazioni delle Casse di Risparmio di origine privata un limite nella partecipazione al capitale delle loro banche conferitarie che non può superare il terzo del totale dell’attivo del proprio Stato Patrimoniale.
Le disposizioni dettano anche i tempi entro i quali esse devono provvedere alla ristrutturazione del proprio patrimonio e poiché quello della Fondazione Carim è formato in prevalenza da due immobili e dalla partecipazione (di maggioranza) nel capitale di Banca Carim, va da sè che una importante quota della sua partecipazione dovrà essere dismessa nei tempi stabiliti.
A questo punto sorgono spontanee due domande: quale sarà il valore di questa quota e chi sarà interessato a rilevarla?
In diverse occasioni i vertici di banca e Fondazione Carim si sono compiaciuti nel fare constatare che, nonostante la grave crisi dei mercati finanziari, le azioni della “nostra” banca hanno retto più che bene il contraccolpo al confronto della concorrenza. Peccato però che tale paragone non possa essere fatto con banche i cui titoli sono quotati su un mercato regolamentato e quindi oggetto di compravendita tutti i giorni e che quindi subiscono il giudizio cinico del mercato. Le azioni di Banca Carim, infatti, non appartengono ai titoli quotati e quindi in questo momento, forse per volere di qualcuno, non sono vendibili. Pertanto sia che il possessore sia un privato cittadino oppure che si tratti di un soggetto istituzionale sulla carta c’è un valore, ma nella pratica tale valore può essere considerato nullo. Questa situazione è forse frutto dell’astuta consapevolezza del reale valore della banca. Dare luogo alla sospensione della compravendita delle azioni in un certo qual modo ha significato evitare il peggio. Forse oggi sul mercato ci sarebbero soltanto venditori e nessun compratore. Quando ci sono più venditori che compratori, il prezzo crolla. Se questa ipotesi fosse vera, come credo che lo sia, vorrebbe dire che il prezzo delle azioni di Banca Carim si polverizzerebbe compromettendo il patrimonio della Fondazione e mettendo sul lastrico la banca. Questa situazione di stallo consente alla Fondazione di potersi presentare, alle attuali condizioni, ad una ipotetica trattativa privata senza dover tenere conto delle ultime quotazioni di scambio. Quindi non essendoci un valore certo e definito, ma dovendo per forza eseguire questa operazione, va da sè che lo scenario a vantaggio di pochi (vendere le azioni ad un prezzo misterioso) e a danno della maggior parte (costretta a tenersi della carta straccia) è pronto per essere realizzato.
Ma ancora una domanda sorge spontanea: quale sarà il futuro della Fondazione Carim, azionista seppur ridimensionata, di una banca che genera perdite (ammontanti al 30 giugno 2015 a oltre 8 milioni di euro, in parte imputabili agli accantonamenti di crediti deteriorati) e dalla quale dovrebbe ricevere le risorse necessarie per lo svolgimento dei suoi scopi sociali?
Si sta avvicinando il momento del rinnovo delle cariche sociali dell’Istituzione e da questo importante evento dovrebbe uscire la giusta risposta a queste ed altre domande: un Consiglio Generale competente ed autorevole, indipendente ed autonomo nelle proprie scelte e soprattutto impermeabile alle influenze di poteri esterni; un Presidente ed un Consiglio di Amministrazione in grado di portare la Fondazione fuori dalle secche in cui si è trovata negli ultimi anni; una conduzione partecipativa che metta al bando definitivamente quella verticistica e personalistica che ha fatto finora il bello e soprattutto il cattivo tempo, causando anche una intollerabile mortificazione della dignità e della sensibilità della base sociale.

Dr. Roberto D’Addario
socio della Fondazione Carim

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Laureato in Ecoonomia aziendale, Roberto D’Addario svolge la professione di consulente finanziario indipendente e gestisce il blog RD Finanza.

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