L’insostenibile (e perdurante) leggerezza di sognare Rimini come Dubai

L’insostenibile (e perdurante) leggerezza di sognare Rimini come Dubai

Due dirigenti comunali volano negli Emirati Arabi per «trarre utili spunti» dall'osservazione dei grattacieli. Almeno una volta il modello «Rimini come Dubai» era veicolato da archistar che non avevano bisogno di farsi un'idea andando sul posto. Ma poi, Andrea Gnassi non aveva bandito per sempre lo stile dubaista da questa città? Il suo delfino stravolge tutto oppure qualcuno ha anche un problemino con la memoria?

Dunque a Rimini si manifesta anche un declino cognitivo. La memoria, si sa, può giocare brutti scherzi. A volte lasci l’auto nel parcheggio delle Befane e non ricordi dove l’hai infilata. Perché poi ci siamo ridotti a fare spesa in questi alveari io non lo ricordo. Altre volte vedi la fotografia del nuovo sindaco e ti domandi come abbiamo fatto ad arrivare a questo nome esotico e chi sia stato il primo sindaco di Rimini … ti viene in mente Maurizio Melucci, che invece non è stato né il primo sindaco e nemmeno sindaco sindaco ma solo f.f. per un breve periodo. Chissà perché la memoria ti frega? Non lo sai spiegare. Oppure transiti davanti all’aeroporto di Rimini e ti capita di ricordare che un aeroporto, molti anni fa, lo è stato davvero. Ma oggi cos’è? Cerchi di ricordare e non ricordi. O, ancora, non si sa bene perché, passando nel Borgo San Giuliano ti sembra di ricordare di aver visto qui, ovunque, Andrea Gnassi: dietro i tavoli dei ristoranti e dei bar, sul ponte di Augusto e Tiberio a deviare il traffico, ovunque. E lo stesso ricordo si accende nella mente quando vai alla fine della palata. Ma è parlamentare o barman e ristoratore e dj? Non ricordi nitidamente. Pensi: avrò una malattia neurodegenerativa? Ci ho pensato proprio ieri, quando ho letto, non ricordo più su quale giornale online, che due dirigenti comunali sono volati a Dubai per andare a scuola di grattacieli. Non per frequentare un corso di studi, che l’avrei anche capito, ma per imparare guardando, aggirandosi per Dubai. Avevo però un dubbio: non si tratterà di una fake news? Allora sono andato sul sito internet del Comune di Rimini, albo pretorio online, e … no, non era una fake news: «Missione a Dubai (Emirati Arabi Uniti) dei dirigenti comunali X (12-16 maggio 2023) e Y (12-15 maggio 2023) per l’acquisizione di know how in materia di progetti di rigenerazione urbana funzionali al progetto di riqualificazione dell’Area stazione e di realizzazione della nuova sede degli uffici comunali di Rimini. Autorizzazione alla missione e impegno di spesa».
Tutto come sta scritto, tranne i nomi e cognomi, sostituiti da X e Y. In bocca a Maurizio Crozza questo titolo della cosiddetta «determinazione dirigenziale» potrebbe anche far sorridere.
Sempre per non ricordare male, riporto qui di seguito quello che si può leggere nell’atto ufficiale del Comune di Dubai, anzi no, scusate, di Rimini:

«CONSIDERATO che nel corso del presente mandato amministrativo l’Amministrazione comunale intende avviare e realizzare alcuni progetti di rigenerazione urbana di aree degradate della Città, tra le quali riveste una funzione strategica anche l’Area della Stazione ferroviaria, in cui dovrà essere realizzata la nuova sede degli uffici comunali;
RILEVATO in particolare che il progetto che dovrà essere approvato dal Comune di Rimini prevede la realizzazione di un moderno edificio a prevalente sviluppo verticale (grattacielo), che dovrebbe essere collocato al centro della cittadella civica e attorniato da un parcheggio multipiano e da altri edifici a servizi vari;
CONSIDERATO:
che a Dubai negli Emirati Arabi Uniti esistono delle interessanti esperienze che hanno condotto a realizzare importanti progetti di rigenerazione urbana;
che attraverso tali progetti interi quartieri della città sono stati sostituiti da moderne costruzioni a prevalente sviluppo verticale, realizzate sulla base di progetti firmati da architetti e ingegneri di fama internazionale;
– che tali esperienze potrebbero essere replicate, ovviamente previo adattamento, anche con riferimento ai due interventi previsti nell’Area della stazione ferroviaria di Rimini;
RITENUTO pertanto utile e funzionale alle esigenze di servizio che i dirigenti X, che dovrà curare il progetto della Cittadella degli uffici pubblici ed in particolare quello della nuova sede degli uffici e Y, che dovrà curare il progetto del parcheggio interrato multipiano a servizio della nuova sede degli uffici comunali, nonché i futuri progetti di waterfront, possano recarsi a Dubai per visionare direttamente le predette realizzazioni, in modo da trarre utili spunti progettuali per gli interventi che il Comune di Rimini dovrà realizzare».

Quindi è proprio così: sono andati a vedere, ad ispirarsi, per poi, ritornati a Rimini, costruirci un bel siluro di grattacielo stile Dubai con vista anfiteatro romano. E speriamo nella loro buona memoria a lungo termine perché altrimenti si potrebbe anche rendere necessario un altro viaggetto negli Emirati Arabi. Tra parentesi: siccome la parola, insegna Gorgia, è phármakon, quindi medicina ma anche veleno, solo di passaggio andrebbe osservato che prendere spunto significa, al fondo, «richiamare alla memoria», quindi a conoscenze già immagazzinate, ma se il magazzino è vuoto la memoria fa cilecca.
Per questa visita che ha lo scopo di generare «spunti progettuali», il Comune ha previsto una «spesa totale presunta» di 4mila euro. È poco, è tanto, per andare a prendere spunti a Dubai? Dipende, vedi sopra.
Ma il punto è invece un altro. Voi ricordate il Borgo San Giuliano, Andrea Gnassi, i tavoli, la musica, il cibo? Se le vostre cellule dell’ippocampo non sono andate in vacanza, dovreste ricordare. Ora fate un piccolo sforzo: in Comune c’erano Ravaioli e Melucci, e si apriva la stagione delle archistar al seguito dei progetti del lungomare che coinvolgevano Coopsette e Gecos. Correva forse l’anno 2007, se la memoria non inganna.
All’epoca l’amministrazione comunale voleva rivoluzionare il lungomare e la grande stampa nazionale ne parlò, eccome se ne parlò, ben più di quanto non sia successo con il parco del mare. Non a caso l’idea era forte: un pezzo di città radicalmente trasformato stile Dubai. La notizia c’era, eccome se c’era. Vennero fuori gli intellettuali che si opposero perché l’identità della marina di Rimini si sarebbe andata a far benedire. Dubai no, dissero.
Poi arrivò il cavaliere senza macchia e senza partecipazioni in bar e pasticcerie (al tempo). Andrea Gnassi tra i suoi primi atti importanti (forse nel 2013, se la memoria…) a capo della giunta, decise che i project del lungomare non avrebbero portato Rimini nell’alveo di un radioso futuro. Non avevano i connotati della «pubblica utilità», formula magica che consente a chi detiene il potere di far vivere o affondare qualsiasi progetto. Decidere sulla pubblica utilità fa venire le vertigini: chi può dire con oggettività assoluta quale sia il bene certo di una comunità?
Comunque, ci furono anche strascichi di altra natura, cioè nelle aule dei tribunali, a causa dei soldi spesi – dai soggetti che s’imbarcarono nel lungomare stile Dubai – per la progettazione, tanti soldi, ma ebbe la meglio il Comune. Ci viene in aiuto la memoria della rete e ci regala dichiarazioni che l’allora sindaco Gnassi brandiva con una sicumera impressionante quando si opponeva alle richieste di risarcimento avanzate da Gecos e Coopsette: «Siamo in pace con noi stessi e naturalmente sicuri delle nostre ragioni, quelle ragioni che ci portarono a non dichiarare la pubblica utilità di quei progetti, in quanto non aderenti ai bisogni e alle esigenze della città e della comunità riminese».
Ci sarebbe adesso da aprire un grande capitolo: applicare quello stesso criterio della pubblica utilità al parco del mare. Andrà fatto, prima o poi, ma non adesso.
Gnassi sbeffeggiava la «riqualificazione dubaista», «calata dall’alto e senza alcun tentativo di condivisione con operatori e cittadinanza», come se invece nel suo decennio e sotto il regno del suo delfino tutto sia cresciuto dal basso e partecipato. Voltando pagina su Ravaioli e Melucci, predicava la fine della «lunghissima stagione di uso eccessivo del territorio». Sembra di ricordare che fosse il 2015 quando Andrea Gnassi esternava questi ragionamenti. Non un secolo fa. Al suo fianco c’era già Jamil Sadegholvaad, che ora va a Dubai perché c’è da costruire un bigolone di grattacielo ad uso uffici comunali nell’area della stazione di Rimini, probabilmente compromettendo definitivamente anche questa parte della città con una cementificazione massiccia.
La memoria a breve termine della classe politica è un gigantesco guaio, che però non ha neurologi in grado di curarlo.

Massimo Riserbo

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