Dopo 47 anni, riecco la fiumana

Dopo 47 anni, riecco la fiumana

Riviera sott'acqua. Motovedetta esce in mare per prestare soccorso ad un surfista e forse dopo aver urtato un tronco termina la sua corsa sulla spiaggia nella zona del Grand Hotel. Ma, soprattutto, questa giornata complicatissima e piena di problemi, ha visto ripresentarsi un evento epocale per il Marecchia. Del quale avremmo comunque fatto volentieri a meno.

La furia della pioggia e del vento si abbattono su Rimini e sull’intera Riviera che in tante parti finisce sott’acqua. La bora forza otto spazza il litorale e alza le onde e c’è chi decide di approfittare dell’occasione per il surf. Non tutto però sembra andare per il verso giusto e così al mattino la sala operativa della Guardia Costiera riceve una chiamata di soccorso per un surfista disperso.
Subito scatta l’allarme e una motovedetta molla gli ormeggi e parte alla ricerca. Questa volta però non ci sono solo le condizioni proibitive del mare: sulle colline del bacino del Marecchia già dalla notte piove ancora più copiosamente che sulla costa e sulla pianura irrompe la fiumana che trascina in mare innumerevoli tronchi. Forse proprio l’urto con uno dei tanti che galleggiano in mare seminascosti dalla spuma delle onde e dall’acqua limacciosa è stato la causa del guasto tecnico che, come ci spiega il Comandante in seconda della Capitaneria di Porto di Rimini, Capitano di Fregata Nicola Gaudino, ha reso impossibile per la motovedetta il rientro in porto spingendola sulla spiaggia nella zona del Grand Hotel. Incolume l’equipaggio che ha potuto fare rientro in caserma mentre il mezzo nautico, ben visibile dal lungomare, continua a suscitare lo stupore e la curiosità dei tanti che come sempre non vogliono perdere lo spettacolo della mareggiata. Rientrata anche l’emergenza del surfista che poco dopo è stato ritrovato sulla spiaggia che aveva raggiunto senza danni con i propri mezzi.

La motovedetta “spiaggiata”

Intanto nel porto molti armatori e il personale dei circoli vegliano sulle proprie barche e si affannano a rinforzare gli ormeggi e a recuperare quelli che hanno ceduto. La causa questa volta non è stata però la forza della bora ma un evento antico come il nostro fiume e che, dall’epoca della costruzione del deviatore, era stato ormai dimenticato: la fiumana.
Da tutta la notte, dicevamo poc’anzi, la pioggia si è abbattuta sull’intero bacino del Marecchia, ancora più copiosa nell’entroterra che sulla costa. Alle 16, mentre scriviamo, il pluviometro della centralina dell’Arpa di Novafeltria segna 85,5 millimetri caduti da mezzanotte e quello di Rimini Ausa 65,4: un quantitativo imponente che ha portato il Marecchia ad uscire dal deviatore e a ritrovare il vecchio alveo nell’omonimo parco per scaricarsi poi nel mare con acque color del fango.

La fiumana del 1931 con barca “in castrìa”

Un tempo (vedi foto), le barche si preparavano alla fiumara mettendosi “in castrìa”, cioè ormeggiandosi con traversi che le tenevano distanti dalla banchina. Oggi invece le barche erano state preparate per reggere la bora mentre la spinta è venuta dal lato opposto costringendo molti armatori a correre a rinforzare gli ormeggi che stavano cedendo.
Erano 47 anni che il porto di Rimini non vedeva la fiumana. L’ultima si verificò il 19 agosto 1976 ed è raccontata nel libro di Alessandro Serpieri Il porto di Rimini dalle origini a oggi (Luisè Editore, 2004). Dopo che nelle quaranta ore precedenti erano caduti 140 millimetri di pioggia, “Verso mezzogiorno – si legge nel libro – il Marecchia riprese furiosamente la sua strada nel vecchio alveo, inondando la sede stradale sotto il ponte della ferrovia e parte della via Destra del porto”. Per fortuna, almeno fino all’ora in cui scriviamo, il Marecchia è rimasto tra le sponde del porto che da tanti decenni non vedeva scorrere impetuosa l’acqua color fango con rami grandi e piccoli e tanti detriti spinti velocemente verso il mare che fortunatamente continuava a riceverli. Un evento epocale dunque, del quale avremmo comunque fatto volentieri a meno.

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