Molo Street Parade: cronaca da una notte bollente, vista dall’ospedale da campo

Molo Street Parade: cronaca da una notte bollente, vista dall’ospedale da campo

"Ringraziamo gli operatori della Croce Rossa augurandogli pochissimo lavoro". L'augurio era comparso ieri sulla pagina Facebook della Molo Street Para

“Ringraziamo gli operatori della Croce Rossa augurandogli pochissimo lavoro”. L’augurio era comparso ieri sulla pagina Facebook della Molo Street Parade. Augurio di circostanza, forse. Perché gli organizzatori sanno bene che sul terreno, falcidiati dall’alcol, da sostanze varie o dal mix di entrambi, ne cadono ogni anno parecchi. E infatti anche stavolta gli oltre quaranta volontari Cri hanno corso per tutta la notte senza risparmiarsi. “Croce Rossa ha schierato “sul campo” 40 soccorritori, 6 infermieri, 4 medici, 4 ambulanze e 6 postazioni di primo soccorso dislocate sui punti più critici della manifestazione”, spiega il coordinatore Cri Mattia Muratori. Loro hanno raccolto e curato i tanti ragazzi che sono passati dall’ospedale da campo, come abbiamo potuto vedere rimanendo ai due ingressi per qualche ora a cavallo di mezzanotte. Presidiati da due agenti della polizia municipale. C’è chi arriva con le proprie gambe, chi su una barella, chi crolla in strada, da solo, e ha bisogno di essere andato a prendere. In questo caso qualcuno vede e chiama la Cri. Due partono a piedi con la barella in mano facendosi largo a fatica nel muro di gente che non si apre. Un po’ perché non vede, un po’ perché la calca è tanta, un po’ perché la musica batte in testa, forte e di continuo. Martella e ipnotizza. Ma c’è anche chi decide di non passare dai sanitari perché teme guai con la giustizia.
Nell’ospedale da campo ha lavorato anche l’unità di strada dell’Usl, specializzata nella gestione degli abusi di sostanze, con la chill-out. Anche se per tanti è solo il modo per trascorrere una serata, la Molo ha infatti le caratteristiche di un rave party (regolare, però, e con tutti i permessi, anzi benedetto e finanziato dall’amministrazione comunale). E’ un evento che dà parecchio lavoro anche alle forze dell’ordine. La Mobile ieri ha arrestato un 40enne di origini albanesi per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e la polizia di Stato ha identificato 242 persone, controllato 72 automezzi ed effettuato 15 posti di controllo, elevando oltre 55 verbali di contestazione per violazione delle disposizioni del codice della strada.
Al “posto medico avanzato” allestito sulla spiaggia sono arrivati una quarantina di ragazzi intossicati da alcol e/o stupefacenti, compresi cinque minorenni. “Anche quest’anno la Croce Rossa di Rimini ha garantito l’assistenza sanitaria alle migliaia di partecipanti che hanno preso parte alla quinta edizione della Molo Street Parade. Presso il punto medico avanzato allestito sulla spiaggia libera, abbiamo gestito quasi 40 interventi, di cui circa 30 per uso di alcol. In cinque casi si è dovuto ricorrere al ricovero in Pronto Soccorso per ulteriori accertamenti”, spiega Muratori. Ma senza coma etilico. E già questo dato viene diffuso con una certa soddisfazione, ben sapendo che in eventi del genere si mette in conto anche il morto, come accadde nel 2013. “Abbiamo potuto riscontrare un minor numero di interventi rispetto allo scorso anno, grazie anche al grande lavoro di informazione e prevenzione con la collaborazione degli operatori dell’Unità di Strada e del progetto “Circolando” dell’Ausl della Romagna“, dice Cri. Ma per ottenere questo risultato anche lo spiegamento di forze è stato enorme: 60 solo i poliziotti, compresi quelli della squadra nautica che hanno sorvegliato il mare antistante e l’arenile.
Eppure il Comune di Rimini, anche a seguito delle varie voci critiche che si alzarono, compresa quella della chiesa locale (che invece sulla Molo è chiesa del silenzio), stoppò l’esperimento della pedalata alcolica. Per molto, molto ma molto meno delle quantità di alcol che scorrono nella Molo, i minimarket sono finiti nel mirino della stessa amministrazione comunale che organizza il sardoncino ballerino, e dal primo giugno hanno il divieto di vendere bevande alcoliche (di qualsiasi gradazione) fresche. Tutti, dal centro storico, al lungomare ai viali delle Regine. La polizia municipale sta multando a raffica e controllando queste piccole attività con un rigore che alla Molo Street Parade non si è visto.
Teatro della manifestazione lo spicchio di marina fra il Grand Hotel (Fellini, che direbbe Fellini? Forse esclamerebbe “osciadlamadona”, così, come avrebbe voluto intitolare il western che non fece) e la palata, questo il terreno della battaglia, ma con una zona invalicabile presidiata da ogni genere di divisa (carabinieri, polizia, municipale, capitaneria di porto, guardia di finanza) molto più ampia e ingorghi da paura in tutta la zona a mare della ferrovia a partire da quella prossima al grattacielo. Gli ingressi alle spiagge coi vigilantes in formato armadio, per cercare di scongiurare i disastri che si sono verificati in passato, con lettini e sdrai rotti e l’arenile disseminato di tutto e di più. E pare che stavolta sia andata bene per gli stabilimenti balneari.

Ora si faranno i bilanci, gli organizzatori daranno i loro numeri sulla partecipazione (200 mila? Più realistico la metà o poco più) e ovviamente sul successo dell’edizione numero 5. Ma il bilancio vero, dei costi e dei ricavi di questo evento, non è stato mai fatto. Mai nessuno ha quantificato, oltre i costi “vivi”, quelli generati da decine e decine di agenti (pagati a straordinario) e mezzi in servizio, i costi che ricadono sulla sanità, la pulizia dell’area, i danni procurati e così via. I ricavi sono di certo alti per le attività del porto, che probabilmente in una serata incassano molto più che in settimane di tran tran alle prese con vacanzieri sempre più “tirati”. Dati veri sulle presenze turistiche, invece, poco o nulla.
Passata la festa che sta molto a cuore al sindaco, si conoscerà la squadra di giunta. Ma prima bisognava archiviare la Molo Street Parade.

Puccio Carlini

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