Mons. Negri: “Sartori ha ragione, compito della chiesa non è dettare l’agenda al governo”

Mons. Negri: “Sartori ha ragione, compito della chiesa non è dettare l’agenda al governo”

“Quasi mai mi sono trovato d'accordo con Giovanni Sartori, ma stavolta il suo richiamo è condivisibile”. Mons. Luigi Negri, vescovo di Ferrara, condiv

“Quasi mai mi sono trovato d’accordo con Giovanni Sartori, ma stavolta il suo richiamo è condivisibile”. Mons. Luigi Negri, vescovo di Ferrara, condivide, almeno in parte, la strigliata venuta dal politologo. Lo ha detto alla presentazione del suo nuovo libro “Il cammino della chiesa. Fondamenti, storia & problemi“, a San Marino (nella foto mentre autografa i suoi volumi al termine dell’incontro a Villa Manzoni), rispondendo ad alcune domande.
Negri ha spiegato che ci sono questioni ben più importanti di quella di “essere preoccupati ogni giorno di dettare la linea al governo sul tema degli sbarchi e degli immigrati, e oltre ad un certo livello non tocca all’autorità ecclesiastica spingersi, perché la politica ha una sua autonomia”. La chiesa – ha chiarito mons. Negri – potrà poi dire “se le soluzioni trovate non sono adeguate, ma l’indicazione tecnica non è di sua competenza”. Sartori “ha ragione quando invita i vescovi a fare il loro mestiere e a ricordarsi dei cristiani martirizzati a migliaia nel medio oriente”.
Il ragionamento del vescovo di Ferrara è partito dalla settimana teologica che si è svolta a Camaldoli, dedicata alla “chiesa sinodale”, e fra i relatori Melloni, mons. Bettazzi ed altri: “Che si ponga oggi il tema di una riforma radicale della chiesa, fino ad arrivare, pur senza farlo formalmente, a prendere in considerazione lo scisma, vuol dire che la teologia è concepita come puro esercizio intellettuale, svincolata da qualsiasi disciplina, e questo lascia intravedere un degrado che negli ultimi anni si è stabilito all’interno della vita della chiesa. Dovremmo essere più preoccupati di questo che non di dettare l’agenda al governo”.
negri-luigi-san-marinoMons. Negri, come fa anche nel libro, fra le questioni serie che la chiesa ha di fronte a sé, mette “l’adeguamento al mondo”, che a San Marino ha definito “un grave tradimento della chiesa, oggi fortemente condizionata dall’esterno”. La chiesa, sono state le sue parole, “non può non giudicare, così come nessun uomo può vivere senza giudizio, e la fonte del giudizio della chiesa è la fede, il suo compito è quello di mettere al centro la missione”. Citando l’Apocalisse, ha aggiunto che “la chiesa non ha bisogno della luce del sole né di quella della luna perché la gloria di Dio la illumina. Una fede che non illumina la vita, e che quindi diventa neutra e inutile, che ci sta a fare?”. E poi: “Non è vero che la crisi più significativa della chiesa sia di tipo morale (l’incoerenza, la ricchezza eccetera), piuttosto è in quello che denunciava Paolo VI: il prevalere di un modo non cristiano di concepire la fede e di giudicare la fede, che rende anche più vulnerabili moralmente”.
Parole nette anche a proposito di Pio X e XII. “Pio X è stato un papa eccezionale e nessuno dei suoi successori, compreso l’attuale, ha fatto un minimo di quella riforma della chiesa che S. Pio X ha realizzato”. Mentre a proposito di Pio XII e della causa di canonizzazione che non va né avanti e né indietro, Negri è stato chiaro: “I ritardi, e qualcuno dice addirittura una rinuncia sine die, credo sia vero che nascono da obiezioni degli ambienti ebraici. Ma io non capisco perché la chiesa cattolica apostolica romana, forte della libertà dello spirito, debba stare a vedere come reagiscono gli ebrei. Se l’obiezione alla santità di Pio XII è quella che gli ebrei non sono d’accordo, ritengo che ognuno di noi, nel suo cuore, possa comunque considerarlo un santo”.
Infine il prossimo sinodo sulla famiglia: “Bene il confronto e il dibattito, ma sulle questioni fondamentali non può essere il voto a maggioranza a decidere, una stupidaggine resta tale anche se è votata dalla maggioranza. La soggezione ad un certo modo di concepire la democrazia è lontanissima dalla chiesa e mi auguro che continui a rimanere lontana”. (c.m.)

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