Due lunghe file di teli stesi sulla sabbia, con in mezzo un piccolo passaggio per i "clienti". Vendono di tutto. Siamo all'altezza di Torre Pedrera (l
Due lunghe file di teli stesi sulla sabbia, con in mezzo un piccolo passaggio per i “clienti”. Vendono di tutto. Siamo all’altezza di Torre Pedrera (le fotografie sono state scattate ieri mattina). Solo in questo tratto si contavano una quarantina di abusivi. Nelle vicinanze, poi, tanti altri con la loro mercanzia oppure impegnati in un massaggio. C’è anche chi sfrutta la segnaletica della Capitaneria di Porto, in barba agli avvisi dal tono imperativo che si possono leggere affissi, per appoggiare il proprio banchetto improvvisato fatto di cartoni: “Battigia riservata esclusivamente al transito pedonale”. Invece eccoli li i mercatini illegali, che fanno concorrenza ai negozi che ogni giorno devono affrontare delle spese per aprire la saracinesca. L’amministrazione comunale di Rimini anche per quest’anno ha dichiarato guerra ai “vu cumprà” (ma guai a chiamarli così perché i puristi della lingua italiana che guardano il mondo dalla Treccani, consigliano termini più politically correct: immigrati, extracomunitari o stranieri) ma in realtà la pace sembra regnare assoluta. Una vera strategia per arginare il fenomeno, come invece hanno fatto da tempo altre amministrazioni della costa, non si vede all’orizzonte. Nessuno che si preoccupi, ad esempio, di fare in modo che i venditori abusivi sulla spiaggia non ci arrivino, e basterebbe effettuare controlli agli accessi, sul lungomare, quando di mattina presto arrivano furgonati che scaricano sacchi pieni di mercanzia, addirittura aiutandosi con dei carrelli.
Se Torre Pedrera, periferica e defilata, se la passa male, non molto meglio vanno le cose a Miramare, Rivazzurra, Marina Centro. Bagnini e salvataggi si sentono assediati. Ogni estate la stessa storia, ma anche gli stessi “iper” dell’illegalità sotto il sole di Rimini.
Puccio Carlini
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