Parcheggi provvisori e Shuttle costano 1 milione 200mila euro

Parcheggi provvisori e Shuttle costano 1 milione 200mila euro

Con questi soldi si sarebbero potuti realizzare una cinquantina di posti auto sotto il lungomare. E si parla solo di Rimini sud, senza contare quindi i vari parcheggi approntati per l'estate 2022 a spese del Comune.

Nel caos che regna sovrano a proposito del totale fallimento riminese della soluzione dei parcheggi, vaporizzatisi nel nulla per via del cosiddetto parco del mare, un elemento è rimasto in sospeso: il costo totale di questa operazione nata nella più completa approssimazione e da un’ideologica avversità per l’auto. Ma anche, e peggio, per dar seguito a visioni lontane dalla realtà e che ora cominciano a prendere forma e conseguenza.
I vari mezzi d’informazione locali, a seconda della loro posizione verso l’operato dell’amministrazione cittadina, hanno sempre pubblicato delle cifre in maniera avulsa dal contesto generale, spesso asettica, e per lo più riprese dagli autocelebrativi comunicati emessi da Palazzo Garampi a suffragio del mirabolante operato della giunta. Senza ulteriori analisi.
Lo abbiamo già fatto per la mancata alternativa alla pedonalizzazione del Ponte Tiberio (qui), ed è quindi giunto il momento di unire tutti questi dati per avere finalmente un quadro complessivo che, anche se di stima, rende l’idea della sostanza; perché, come affermava il grande Antonio de Curtis, “è la somma che fa il totale”.
Cercheremo quindi di capire quanti soldi sono stati gettati al vento, quelli di cui si poteva disporre, ma soprattutto cosa si sarebbe potuto realizzare con gli stessi.
Ma procediamo per gradi.
Nella prima parte del conteggio porremo i danari, pubblici di tutti noi, spesi finora (e stiamo parlando solo di Rimini sud), ma anche in un prossimo futuro, somme consistenti senza un concreto e duraturo ritorno.

Quelli riportati sopra sono i costi stimati al 2023, sempreché il parcheggio di piazza Tripoli sia accessibile per il 2024, cosa che è avvolta da un ragionevole dubbio visti i tradizionali ritardi che hanno sempre accompagnato le opere pubbliche a Rimini. Ma vogliamo essere ottimisti, quindi non considereremo la ulteriore spesa di 300.000 euro (qui) necessaria nel caso di quel deprecabile epilogo; sarebbe al momento “benzina sul fuoco” come si suole dire.

Ma mentre facevamo questi semplici calcoli, ecco materializzarsi la Determina dirigenziale del settore mobilità n. 1666 del 11/07/2022.
Qualcuno, con il solito tempismo, si è accorto che siamo nel pieno della stagione turistica, che parcheggi e viabilità sguazzano nel caos, e che si svolgono pure degli eventi sia nella zona della Marina che nel Centro Storico.
Quindi «CONSIDERATO che la stagione estiva costituisce il periodo dell’anno in cui si registra la maggior affluenza turistica e che nei mesi di luglio e agosto è previsto un ricco calendario di eventi promossi dall’Amministrazione Comunale, che si svolgeranno prevalentemente in Centro Storico e nella zona mare;» e inoltre «RITENUTO pertanto opportuno procedere a potenziare il servizio di trasporto pubblico denominato “Shuttlemare”, … questa nuova modalità di trasporto …, completamente gratuita per gli utenti; », ma non per i cittadini (ndr), si è deciso di potenziare il servizio giornaliero solo nelle ore di maggiore affluenza per 36 giornate e parimenti nell’intera fascia oraria per complessive 26 giornate; il tutto per ulteriori 41.168 euro (Iva compresa). Ma proseguiamo.

Il totale di queste due voci di spesa (costi Shuttlemare più i due parcheggi), o di potenziale sperpero come preferite, ammonta a ben 1.163.700 euro circa.
Se consideriamo che ogni posto auto collettivo interrato può avere un costo di costruzione tra 3.750 e 11.500 euro medi (qui), per tutta una serie di circostanze tecniche ne assumeremo il valore dichiarato dall’amministrazione per costruire il parcheggio interrato di Piazza Tripoli; 25.000 euro ogni posto auto, visto il dichiarato investimento di 10.000.000 di euro per 400 stalli.
Pertanto con una semplice divisione, con la sola predetta cifra di 1.163.700 euro si sarebbero potuti realizzare già una cinquantina di posti auto al di sotto del cosiddetto parco del mare. Se teniamo conto della soppressione di circa 320 stalli sarebbe stato già qualcosa, ma soprattutto di definitivo, mentre si eseguivano gli altri lavori.
E l’opera sarebbe stata degnamente completata grazie agli importi stanziati per i parcheggi interrati di Piazzale Fellini, meglio Indipendenza e Tripoli o Marvelli che sia, sperando comunque che quelle “buone intenzioni” non seguiranno la fine dell’alternativa alla pedonalizzazione del Ponte Tiberio.

Chi volesse approfondire sui costi, alcune fonti sono qui, qui, qui e qui.

Analizzando la situazione pregressa ed attuale, risalta quanto segue:
– con l’esecuzione del cosiddetto parco del mare la via parallela al lungomare, è stata destinata, contrariamente a prima, ad un doppio senso di marcia; del resto il caso contrario significherebbe porre in seria criticità tutto l’apparato logistico, commerciale e turistico di cui quella zona vive; ma, purtroppo, spesso come abbiamo visto alle vuote ideologie non interessano queste realtà;
– il lungomare godeva di strade di accesso a pettine dai viali paralleli, che permettevano agevolmente di creare, senza conseguenza alcuna, degli ingressi diffusi al parcheggio interrato, e di conseguenza mirati agli stabilimenti balneari, o attività ristorantizie in genere;
– la costruzione diffusa dei parcheggi durante gli altri lavori superficiali, oltre a costituire un’economia del cantiere, avrebbe permesso di uscire immediatamente da queste criticità non appena terminate le opere;
– la concentrazione di grossi parcheggi in pochi luoghi, Piazza Tripoli e Indipendenza, oltreché ad essere fonte di affluenza localizzata di traffico locale ma anche per le arterie di arrivo, non permette poi l’agevole raggiungimento di quegli stabilimenti balneari intermedi peraltro posti ad una disagevole lontananza da percorrersi a piedi: una soluzione obbligata solo nel caso di mancanza di spazi, ma questo non è certo il caso in questione;
– Il tutto in un contesto sfavorevole al benessere del fruitore dei luoghi e servizi di quel comparto.

La possibilità di tirare le somme di un’operazione diluita nel tempo, la fa apparire in tutta la sua inconsistenza e rabberciata in corsa, non tanto per le scelte architettoniche del suolo ma per come il progetto sia stato concepito fin dall’inizio; e per come i fautori, e degni eredi, hanno perseguito ciecamente in quel solco.
Ecco come si spendono i danari pubblici che – evidentemente – non pesano perché non propri, e pure cosa si sarebbe potuto fare diversamente.
Non sarebbe stato necessario attendere i seppur prevedibili risultati, ma solo essere stati capaci di attuare un momento di riflessione, e di comprendere le esigenze di una città a vocazione turistica di massa.
Un importante errore quindi, che un amministratore non deve mai fare, tanto da far capire che, seppur tardivamente, per qualcuno di essi è giunta l’ora di porre fine alla loro esperienza per il bene loro e della città, e tornare alle loro quotidiane occupazioni. Ma questo dimostra ancora il vero progetto che è quello della conservazione del potere, al di là dei pessimi concreti risultati che si tendono a nascondere e addolcire accuratamente, sebbene ormai con grande difficoltà.
Un’ultima considerazione in termini di costi. Ai predetti importi, si debbono necessariamente aggiungere quelli del disagio creato ai cittadini, al degrado dovuto ai tollerati parcheggi selvaggi ed alle provvisorietà, all’inquinamento acustico e dell’aria; il tutto, sebbene di notevole impatto, è difficilmente quantificabile e per cui quasi nascosto; ma credo con ragione, che la cifra richiamata possa essere seguita da molti zeri, ovviamente prima della virgola.
Solo costi diretti quindi, palesi ed occulti, a carico dei residenti e ospiti per gli anni a venire, per i quali è evidente che, a ragione veduta, non importino proprio a nessuno.

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