Per un ponte mancato in piazza della Balena

Per un ponte mancato in piazza della Balena

Dopo Tiberio, Gnassi? Macché, il sindaco di Rimini dà il meglio di sé con sardoni e dj. Il ponte di via Coletti, pur molto decantato da Coppi (e anch

Dopo Tiberio, Gnassi? Macché, il sindaco di Rimini dà il meglio di sé con sardoni e dj. Il ponte di via Coletti, pur molto decantato da Coppi (e anche Bartali), ha mancato l’occasione di rappresentare un nuovo simbolo di Rimini.

Le cronache carbonare degli amici dei potenti locali di turno raccontano di un recente, serale e furtivo incontro in un locale nei pressi di piazza della Balena. Per i non riminesi piazza della Balena è la parte terminale della riva destra del deviatore Marecchia, quel tratto di fiume sul quale è stato da pochi giorni inaugurato un ponte (bruttino dicono in molti) di prefabbricati, che non ha altre caratteristiche se non quella di essere stato costruito in fretta per merito di imprese specializzate e ben attrezzate. Sempre meglio, però, di un ponte Bailey come qualcuno aveva pensato all’inizio!
Il vecchio ponte, infatti, era lì lì per cadere con potenziali danni per persone e cose e soprattutto con un danno di immagine catastrofico per la città spesso rappresentata come un puntino sulla costa adriatica.
Restiamo però ai fatti: il 2014 è il bimillenario del Ponte Tiberio, struttura augustea progettata sull’asse del decumano nell’insediamento di epoca romana.
Il Ponte di Tiberio è ancora al suo posto, stabile, possente, armonioso, simbolico, anche se qualcuno vorrebbe trasformarlo (declassarlo) in una semplice passerella pedonale.
La necessitata ricostruzione del vecchio ponte su via Coletti, una struttura “scoppiata”, cadente e anonima, si sarebbe potuta trasformare in un’ottima occasione per l’inaugurazione di un nuovo ponte, proprio in concomitanza del bimillenario del Ponte Tiberio.
Pensate all’efficacia comunicativa dell’immagine della staffetta tra il vecchio e il nuovo, tra la storia e l’innovazione. Cioè offrendo al Sindaco degli eventi la possibilità di passare alla storia non solo per le birre della Molo Street Parade, ma per un ponte in grado di rappresentare una simbolica arcata verso il futuro di Rimini.
Si sarebbe potuto dire che “dopo Tiberio c’è Gnassi”, per la gioia dei guru della comunicazione che sostengono ogni iniziativa politica, anche la più inutile, dell’attuale Giunta.
Non c’è che dire, un’occasione perduta con grande disappunto per la tardiva intuizione.
E dire che la via era stata tracciata dalla precedente Giunta Municipale che aveva dato il via libera a un intelligente concorso per la progettazione e l’appalto di un nuovo ponte degno di questo nome, a pochi metri dalla spiaggia, a poca distanza dalla marina, con le caratteristiche giuste per allinearsi allo schema introdotto dal Piano Strategico 2027.
Forse non paragonabile alle strutture avveniristiche dell’Archistar Calatrava, ma che avrebbe potuto rappresentare un nuovo simbolo della Città di Rimini dopo quello storico di Tiberio.
Eccessiva ambizione? Smaniosa presunzione? Idee campate per aria? Chissà!
Ormai appare evidente che il nuovo ponte su via Coletti ha sì sostituito una struttura al collasso, ma non rappresenta nulla se non un’occasione perduta!
Ecco perché le cronache carbonare di quel furtivo incontro nei pressi di piazza della Balena, narrano che a seguire una sonora bestemmia per fidati astanti, si sia sentito dire: “non siamo stati capaci di cogliere la ricorrenza bimillenaria, purtroppo resteremo uno sperduto puntino sulla costa adriatica!”

Benedetto Bianco

COMMENTI

DISQUS: 0