Perle ai porci

Perle ai porci

L'isola ecologica interrata di via Bastioni Occidentali, inaugurata lo scorso luglio e già teatro di scene come quelle immortalate nei giorni scorsi.

Nel comunicato stampa del 28 luglio scorso, il Comune di Rimini annuncia la realizzazione di 4 delle 14 isole ecologiche interrate previste per la raccolta differenziata di carta/cartone, vetro, plastica/lattine, materiale organico/piccoli sfalci e rifiuto indifferenziato. Tutto questo al fine di migliorare gli spazi urbani, ridurre il numero dei cassonetti e i passaggi dei mezzi di raccolta, con relativo contenimento dell’inquinamento atmosferico. Le nuove isole ecologiche intendono essere strumenti visivamente meno impattanti e meglio inseriti nello spazio architettonico del centro storico, consentendo pertanto l’eliminazione degli antiestetici e ingombranti cassonetti dei rifiuti che siamo abituati a vedere. Questo per descrivere in sintesi le intenzioni dei nostri amministratori pubblici che immagino avranno in progetto, col passare del tempo, di estendere le isole ecologiche interrate anche verso le zone più periferiche di Rimini, con i vantaggi appena citati. Nell’annuncio di Palazzo Garampi seguono descrizione, funzionamento delle “isole”, numeri di riferimento di Hera e informazioni utili di vario genere. Quindi, niente alibi e per nessuno.

L’isola ecologica in questione nel giorno dell’inaugurazione (foto Hera).

Come molti si saranno accorti, le prime realizzazioni si trovano in Largo Gramsci, via D’Azeglio (attiva dal 2 agosto), via Bastioni Settentrionali e via Bastioni Occidentali. La biblica esortazione a non “gettare perle ai porci” per significare che è inutile sprecare energie per chi non è in grado di apprezzarle, veste come un abito di sartoria la situazione fotografata nel pomeriggio di giovedì in via Bastioni Occidentali, esattamente nel luogo in cui a luglio si è tenuta la presentazione del progetto “isole ecologiche interrate”. Che tristezza. A poco più di due mesi di distanza, lo scenario che mi si è presentato svoltando l’angolo subito palazzo Pelliccioni è quello così poco edificante, visibile nelle foto.

E come si presentava giovedì.

Il comportamento di chi ha buttato i sacchi dove capitava non è giustificabile nemmeno se si fosse verificato un mal funzionamento delle aperture perché le macchine, naturalmente, possono incepparsi o rompersi. E molti cittadini, quando capita, vanno a cercarne un’altra che sia operativa, come è successo più di una volta anche a chi scrive. Faccio presente che a me non è venuta l’ernia, ma nemmeno ad altri, penso.

C’è da chiedersi se i “suini da conferimento” di cui sopra verranno smascherati e puniti. La violazione per abbandono irregolare dei rifiuti prevede un verbale di 104 euro (tutto considerato, cifra non abbastanza alta). Le locali GEV (Guardie Ecologiche Volontarie), il cui impegno è doppiamente apprezzabile perché operano a titolo gratuito per amore e protezione dell’ambiente, ancora non sono state abilitate a sistemare le fototrappole per monitorare coloro che abbandonano rifiuti.

Speriamo che possano farlo quanto prima perché pare che immortalare le gesta di chi si comporta da incivile per poi presentargli il “conto” sia un valido deterrente. E non sarebbe male raddoppiare la sanzione che tra l’altro, cercando in internet, ho visto che in alcune città è molto più alta: la strafottenza, la fanno pagare cara. E fanno bene.

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