Petitti al bilancio? E la chiamano giunta dei “competenti”. Melucci verso la Fiera?

Petitti al bilancio? E la chiamano giunta dei “competenti”. Melucci verso la Fiera?

Riconferme ce ne sono state nella giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini. Ma Maurizio Melucci non è fra queste. Non sarà una scelta indolore qu

Riconferme ce ne sono state nella giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini. Ma Maurizio Melucci non è fra queste. Non sarà una scelta indolore quella che è stata ufficializzata ieri, non lo è da subito per il diretto interessato. L’ex assessore al Turismo, chiamato a Bologna da Vasco Errani e con lui inevitabilmente tramontato, adesso è tornato a Rimini e non vorrà fare il pensionato trascorrendo le sue giornate ai giardinetti. Sarà un pungolo (per usare un linguaggio diplomatico) nel Pd, terrà gli occhi addosso a Gnassi, si guarderà intorno per capire come rimettersi in gioco, e c’è già chi lo vede in corsa per il dopo Cagnoni.
Perché Emma Petitti? Pur di far fuori Melucci…, commentava stamattina un vecchio esponente della sinistra riminese. Con lei si salvano le apparenze (Rimini è stata in un certo senso accontentata) certo, ma in che modo? Laureata in Filosofia, è stata consigliere comunale a Rimini e poi la breve esperienza di deputata. Petitti non ha competenze specifiche in materia di bilancio, e dunque saranno i tecnici dell’assessorato a pilotare il pilota, insieme a Bonaccini.
Però Rimini perde il turismo. Non è che Melucci abbia fatto percepire qualche differenza. Il suo è stato un assessorato abbastanza incolore, sia in termini generali (troppo infossato nel solco della governance turistica creata da Errani) che, ancor di più, per Rimini. Che non si è accorta di avere avuto un assessore al Turismo in Regione.
Andrea Corsini al Turismo non è poi un segnale incoraggiante e men che meno innovativo. Ma forse serve soprattutto a “rassicurare” il mondo delle categorie economiche. Anche lui è un superstite dell’era mesozoica del turismo, popolata di dinosauri come la legge 7 e tutto il sistema dei contributi a pioggia, club di prodotto e così via. Durante la sua presidenza l’Unione Prodotto Costa si è trasformata sempre di più in ente erogatore di contributi. Anche dal commento a denti stretti del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ci capisce che le aspettative di Rimini sono andate in gran parte deluse e sul turismo in particolare la delusione è forte.
Roberto Balzani ha subito commentato che sulle competenze della compagine di giunta Bonaccini avrebbe potuto “spingere di più” e che “è prevalsa una logica in molti casi giocata su altre variabili (amicali, di fedeltà, di corrente, di territorio: secondo tradizione) e sui comprensibili veti di alcuni autorevoli, influenti convitati di pietra”.
Dove si va, stante la crisi che ottenebra sempre di più il modello emiliano-romagnolo, con queste logiche?

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