Purtroppo un altro bollettino di guerra: più 69 contagi a Rimini con 3 nuovi decessi

Purtroppo un altro bollettino di guerra: più 69 contagi a Rimini con 3 nuovi decessi

Il resoconto odierno dal campo di battaglia del coronavirus in provincia di Rimini e in regione.

La svolta: si faranno molti più tamponi in Emilia Romagna
La Regione cambia linea rispetto alla “politica” dei tamponi, fino ad oggi molto contenuta rispetto a Veneto e Lombardia. L’ha annunciato il commissario ad acta Sergio Venturi nel fare il punto della situazione odierna. “Domani presenteremo al presidente della Regione Stefano Bonaccini un piano di potenziamento dell’attività relativa ai tamponi, anche per seguire le nuove indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, in merito alla ricerca delle persone positive e asintomatiche, che comunque prevederà che si facciano i tamponi a tutti i dipendenti e a tutti i convenzionati del Servizio sanitario nazionale. Partiremo da questo e anche con un piano più complessivo di ricerca del virus nelle persone e nei contatti, che sarà diversificato fra le diverse province, andremo per gradi; attraverso le nuove metodiche di diagnosi rapida saremo in grado di fare molti più tamponi di quelli che si stanno facendo oggi. Lo facciamo perché abbiamo bisogno che soprattutto gli operatori del Servizio sanitario, ma non solo, siano tranquilli nello svolgere il loro lavoro, e siano dedicati anche a determinate assistenze e reparti sulla base del fatto che siano positivi o negativi rispetto all’infezione”. A quanto pare le tante voci che si sono levate in questa direzione, a partire da quella degli Ordini dei Medici (ma Anaao-Assomed Emilia Romagna ha presentato anche un esposto in Procura e all’Ispettorato del lavoro “affinché le autorità vigilino sulla tutela della salute degli operatori sanitari”) hanno sortito il loro effetto.

Quattromila i casi positivi in Emilia-Romagna, 478 in più rispetto a ieri, di cui 1.536 sono considerati lievi e si trovano in isolamento a domicilio.
Veniamo subito alla provincia di Rimini: 578 i casi, 69 in più. Di questi, 64 sono residenti in provincia di Rimini e 5 fuori provincia. Per quanto riguarda i riminesi, 31 sono uomini e 33 donne, 37 sono ricoverati in ospedale e gli altri 27 a domicilio in quanto privi di sintomi o con sintomi leggeri.
Tre i decessi ulteriori (che si aggiungono ai 17 degli ultimi giorni) e tra questi anche una donna di soli 54 anni, oltre a 2 uomini di 74 e 80 anni. Per restare su Rimini, sono circa 1.200 le persone che ancora si trovano in isolamento domiciliare, e circa 115 coloro che hanno terminato la quarantena senza più sintomi.

Passano da 13.096 a 14.510 i campioni refertati in regione. Complessivamente, sono 1.466 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 223 (26 in più rispetto a ieri). E salgono a 134 (ieri erano 88) le guarigioni, 117 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 17 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

I decessi salgono da 346 a 396: 50, quindi, quelli nuovi; per 4 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 26 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 3 in quella di Rimini, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 1 a Forlì e 3 in quella di Bologna, due dei quali a Medicina; due persone decedute erano residenti fuori regione.
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.204 (131 in più rispetto a ieri), Parma 800 (93 in più), Rimini 578 (69 in più), Modena 460 (20 in più), Reggio Emilia 299 (58 in più), Bologna 333 (complessivamente 42 in più, di cui 10 a Imola e 32 a Bologna), Ravenna 124 (10 in più), Forlì-Cesena 144 (di cui 74 a Forlì, 22 in più rispetto a ieri, e 70 a Cesena, 19 in più rispetto a ieri), Ferrara 58 (14 in più rispetto a ieri).

Tra ieri e oggi in tutta l’Emilia-Romagna sono stati allestiti ulteriori 218 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 2.262 a 2.480, tra ordinari (2.111) e di terapia intensiva (369).Un lavoro che procede a ritmo serrato, quello messo in campo dalla rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale.
Nello specifico: 606 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 585 a Parma (49 terapia intensiva), 342 a Reggio (42 terapia intensiva), 246 a Modena (66 terapia intensiva), 324 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (91 per terapia intensiva), 68 a Ferrara (21 terapia intensiva), 309 in Romagna (in particolare: 145 Rimini, di cui 23 per terapia intensiva; 56 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 47 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 6 Lugo).

Ieri sono stati 156 i volontari operativi in Emilia-Romagna, per un totale di 1.507 dal 23 febbraio scorso. Tra i nuclei più consistenti quelli impegnati a Parma (39), Rimini (20) e Forlì-Cesena (15);fra le associazioni nazionali, risultano operativi 24 volontari Anpas, 4 Croce rossa italiana e 10 dell’Associazione nazionale alpini (Ana). Le attività più significative svolte dai volontari in questo periodo di emergenza da Coronavirus, vanno dall’aiuto ai Comuni nell’assistenza alla popolazione, come ad esempio la consegna della spesa e dei farmaci alle persone più fragili, al supporto al servizio delle ambulanze (effettuato principalmente da Anpas E Cri); fino alla sanificazione delle ambulanze (attività svolta soprattutto a Fidenza). A queste attività si aggiunge il supporto tecnico alle più recenti installazioni per il pre-triage ospedaliero.

“Oggi raccontiamo la realtà di 10-15 giorni fa”, ha detto il commissario ad acta Sergio Venturi oggi in conferenza stampa. “Ci aspettiamo alla fine di questa settimana, inizio della prossima, di cominciare a vedere gli effetti della segregazione nella quale siamo tutti costretti”.

Il sindaco Gnassi: situazione critica, nuove misure in arrivo per Rimini
 Di seguito la nota del sindaco di Rimini.

“Non abbiamo fatto nulla finora. I prossimi giorni, le prossime settimane saranno ancora più dure e dobbiamo prepararci a resistere con ancora maggiore forza e durezza. Lo avevo detto ieri e lo ribadisco con il massimo realismo di tempi in cui serve la nettezza e spesso la crudezza. La situazione in provincia di Rimini è seria, molto seria. Ieri l’Ausl Romagna ha informato Prefetto e sindaci del territorio di un quadro che non si può far finta di aggirare. Nei Comuni della zona sud il rapporto tra numero di contagi al Coronavirus e popolazione è quattro volte superiore a quello che si registra nel Comune di Rimini e nel Distretto Nord. La stessa situazione estremamente critica per la Repubblica di San Marino e la Provincia di Pesaro Urbino, confinanti con il territorio riminese. Dobbiamo oggi, in queste ore, noi sindaci, le istituzioni, gli enti locali, fare i conti con tale contesto, che per certi versi è quello verificato nella zona metropolitana di Bologna con il Comune di Medicina. Attenzione! Siamo uno! Una sola cosa, una comunità, una provincia, una regione, uno Stato. Non è questione di provare a salvaguardare un pezzo di territorio ma tutti. Tutti noi. Il tema dunque oggi è tutelare gli ospedali e i loro reparti partire da quello di Rimini che svolge punto primario di cura per l’intera provincia ed è già sollecitato al limite delle forze. Se nel resto della provincia riminese, il rapporto contagiati/abitanti diventasse uguale a quello della zona sud il problema da grave potrebbe determinare un tema serio di tenuta degli ospedali. E questo non ce lo possiamo permettere. L’Ospedale Infermi, il Ceccarini di Riccione, il Francolini di Santarcangelo, il Cervesi di Cattolica, il Sacra Famiglia di Novafeltria, la rete messa in campo con le strutture private Tutte servono a tutti gli abitanti della nostra provincia. Non ci sono zone diverse, meglio o peggio. Ci sono zone in cui si stanno manifestando contagi e casi. Che, ribadisco, riguardano tutti noi, non solo l’area di insediamento del nosocomio. Parenti familiari amici colleghi di lavoro; l’area riminese è davvero una integrata e omogenea. Non è questione di colpa o responsabilità, il virus è potente, potrebbe arrivare e colpire chiunque, è spesso asintomatico, un focolaio potrebbe accendersi anche senza una causa rintracciabile e visibile. Occorre fare di tutto perché ciò non avvenga nei prossimi giorni. Per questo, nel coordinamento con il Prefetto, con il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi e tutti i Comuni, da ieri e per tutta la giornata odierna, stiamo definendo una serie di proposte e di nuove misure da presentare nella giornata di domani alla Regione Emilia Romagna, che hanno l’obiettivo di potenziare ulteriormente controlli, contenimento e distanziamento sociale, e spostamenti delle persone. Nelle prossime ore questa proposta condivisa sarà presentata e verranno comunicate le decisioni prese. Oggi più che mai è necessario salvaguardare le strutture ospedaliere, medici, personale sanitario, pazienti. Si deve arrestare la catena del contagio. Restare a casa. Restare a casa. Restare a casa”.

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