Nel vicolo San Bernardino non c'è più un muro pulito. Scritte e disegni ovunque. Anche via Bertola è stata presa di mira. Alcune telecamere sono state installate: funzionano? La situazione si è fatta intollerabile. Lettera.
Durante la trascorsa campagna elettorale la trionfante odierna compagine aveva, tra l’altro, inserito nella ormai famosa letterina dei buoni propositi l’attenzione per le periferie, ivi comprendendo una presenza in sito per capirne le criticità e risolverle; ovviamente per mezzo del dialogo con i residenti, e se no come.
Non so se il proposito sia o meno stato o sia di fatto praticato ma, senza andare tanto lontano ritengo a ragion veduta che nessuno di costoro si avventuri per il Centro Storico per constatare evidenti ed ataviche situazioni di incuria; soprattutto nei soliti posti, sempre quelli, preferiti nottetempo dai preziosi protagonisti della nostra fantastica dolce vita.
Torniamo in Vicolo San Bernardino, in pieno Centro a due passi dalla Piazza tre Martiri, e adiacente alla bella piazzetta antistante la chiesa settecentesca.
Ogni tanto lo ripercorro, e parimenti noto nel tempo il progressivo degrado che lo affligge nella totale indifferenza da parte di chi invece dovrebbe attuare tutte le dovute azioni per contrastare quel fenomeno.
Oggi tutte le pareti che lo perimetrano sono imbrattate sempre più da incomprensibili segnacci, che solo nella mente dei loro fautori trovano una ragione; nella loro – mente – ovviamente, non beneficiata dal senso di civiltà, buon gusto e, soprattutto, educazione e rispetto per la comunità che purtroppo li ospita. Ma si sa, per questi fulgidi autori quelli che sono comuni e basilari valori civici, rappresentano qualcosa di incomprensibile.
Poi le solite minzioni a destra e a manca, qualche bisogno corporale, e un bel contributo cittadino, il fondo stradale. Sconnesso, in modo pietoso; qui non solo non è arrivata la meraviglia dell’asfalto rosso sebbene ovunque malamente rattoppato, ma neppure quello ordinario. Un buco nero, dimenticato come d’uso per altre parti della zona centrale cittadina.
In passato si sono lette cronache in cui i residenti della zona lamentavano costanti episodi di degrado che si verificavano nottetempo; ma anche noi avevamo scritto spesso in proposito (anche di recente). In seguito, a distanza di qualche anno dallo specifico annuncio dell’amministrazione, è stata installata una telecamera in Piazzetta San Bernardino. In un periodo indefinito invece, ecco altre due altre telecamere – forse di privati – a presidio del contiguo vicolo. Ma nonostante ciò il fenomeno è proseguito, come pure l’impunità degli autori di quelle che sono le prove di quanto di meglio riescono ad esprimere.
Non è dato da sapere se le telecamere funzionino o meno, se vengano o meno visionati gli eventuali filmati ripresi, oppure se ormai vige un senso di rassegnazione tale per cui anche questa piccola e graziosa parte del Centro, venga considerata persa come accade per altre. Ma è chiara la frustrazione dei proprietari degli immobili, impotenti di fronte alla vandalizzazione di muri e serramenti dei loro immobili.
E ciò conferma quello che ho sempre pensato a proposito di quei mezzi di sorveglianza; inutili, e un chiaro sintomo di una resa, peggio sconfitta, nella lotta al degrado e al controllo del territorio.
Peccato perché anche questo vicoletto pieno di storia, decentemente sistemato avrebbe il suo fascino dato che percorrendolo dalla via Garibaldi, al suo termine incorniciato dall’arco soprastante, si apre la visione dello scenario molto bello della succitata piazzetta. Anche se quest’ultima non se la passa meglio, dato lo stesso trattamento nei muri del suo intorno e circostanti in Via Bertola, nonché degli arredi.
Rimini città d’arte, ambizione pretenziosa; pare proprio che non si faccia proprio nulla e di serio per dare alla città un senso di normalità, per valorizzarla a dovere ed invitare a visitarla. E anche il consentire agli imbrattatori seriali di operare tranquillamente senza fare nulla per fermarli, individuandoli e punendoli, lo conferma.
Questa è la realtà, non basta distribuire per la città allestimenti o totemini improbabili, ma occorrono solo i fatti.
L’esempio narrato non è il solo, perché visitando tutto il Centro Storico non beneficiato dalle “bizzarrie storiche” dell’ultimo decennio, la situazione si ripete e può solo non far altro che attrarre personaggi solo bisognosi di marcare il territorio pure in altri vicoletti defilati ma non solo.
E anche il Tempietto di Sant’Antonio, Palazzo Lettimi, l’ex Convento di San Francesco per finire con l’Anfiteatro ed oltre, completano quell’insieme che compone una città d’arte che alberga solo nella fantasia dei suoi sognatori. Perché tra la realtà e la fantasia, passano tanti importanti concetti quali principalmente capacità e competenza.
Salvatore de Vita
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