“Senza strutture adeguate rischia di essere vanificato l’aumento di cento agenti della polizia”

“Senza strutture adeguate rischia di essere vanificato l’aumento di cento agenti della polizia”

I sindacati di polizia tornano sul vecchio problema delle sedi inadeguate nelle quali gli agenti sono costretti ad operare. Il trasferimento in piazzale Bornaccini ritarda perché il Centro per l'impiego deve spostarsi in palazzo Palloni, interessato ad un intervento di riqualificazione. E parlano di grave danno non solo per le donne e gli uomini in divisa, ma per la capitale del turismo.

“Negli anni le organizzazioni sindacali hanno sempre cercato una soluzione, dapprima nei riguardi della struttura di via Ugo Bassi, successivamente si vedeva di buon occhio una soluzione ponte idonea all’accorpamento dei vari stabili nella struttura di p.le Bornaccini. Questa soluzione veniva sottoscritta nel patto per la sicurezza, ove peraltro venivano riportati anche i tempi per il passaggio in detta struttura, a febbraio 2017 doveva avere luogo il trasferimento degli uffici di via Bonsi. Per fare ciò dovevano essere liberati due piani del palazzo di p.le Bornaccini occupato dal “centro per l’impiego”, che nel frattempo doveva trovare locazione in corso d’Augusto. Ad oggi lo stabile non è stato ancora liberato e nonostante tutte le certificazioni siano state acquisite i lavori per il trasferimento sono pressoché fermi”. Lo scrivono le sigle sindacali della polizia (Siulp, Sap, Siap, Silp-Cgil, Fsp, Uil polizia, Coisp), che tornano su un problema vecchio ma ancora senza vie d’uscita. “Notiamo una certa lentezza nel mantenere quanto scritto dal patto per la sicurezza da parte di chi a livello locale lo ha firmato. L’allungamento dei tempi è allarmante per il futuro, perché la revisione delle classificazioni delle questure tanto richiesta dagli operatori riminesi ed operata ultimamente dal Ministero dell’Interno ha appurato un forte scompenso di personale in provincia valutando l’aumento di circa cento uomini nei prossimi tre anni“. Ma è una “vittoria che rischia di venire vanificata poiché le attuali strutture non sarebbero in grado di ricevere questo personale, che rimarrebbe, insieme alla nuova sede, un miraggio”. Risultato? “Un grave danno non solo per le donne e gli uomini in divisa, ma anche e soprattutto per i cittadini riminesi, per i turisti, per la città stessa che in qualità di capitale del turismo ha la necessità di un adeguato apparato per la sicurezza”.

“Tutto cambia perché nulla cambi” commentano con amarezza i sindacati, e il gattopardismo “si sposa benissimo con quanto sta accadendo da anni a Rimini in relazione alla infinita storia della sede della questura. Sono passati venti lunghi anni, da quando vide la luce il futuristico progetto della “nuova questura” di via Ugo Bassi, fallimenti, promesse, illusioni, parole spese, senza mai vedere però la parola fine. Un trasferimento, che per noi poliziotti avrebbe significato uffici più consoni meglio fruibili e a norma”. Ma il trasferimento non è arrivato.

Nel frattempo la polizia di Stato si vede costretta ad utilizzare una sede della questura “priva dei minimi requisiti, vetusta, poco funzionale e in alcuni casi frutto di abuso edilizio, molti uffici sono ricavati in quelli che un tempo erano autorimesse, o da terrazzi o, come in via Bonsi, praticamente in strada, obbligando gli avventori ad attendere il proprio turno in un atrio all’aperto. I cittadini di questa splendida città, sono testimoni delle situazione delle varie strutture sul territorio”. Una realtà, insomma, “che penalizza in maniera imponente anche il controllo del territorio e il buon funzionamento degli uffici, si pensi solamente alla perdita di tempo per portare in visione o alla firma un atto da una parte all’altra della città o il grave dispendio di risorse umane per vigilare quattro strutture”.

Ma il centro per l’impiego è ancora in piazzale Bornaccini perché il trasloco in via Farini, nel palazzo Palloni, non può avvenire finché non saranno ultimati i lavori. E’ un cane che si morde la coda. Il sindaco aveva assicurato ai sindacati che entro maggio di quest’anno la sede sarebbe stata pronta. Di recente anche il questore Maurizio Improta aveva utilizzato parole chiare: “È scandaloso che la polizia di Stato a Rimini non abbia una strutturata idonea, funzionale, moderna. Non solo per rendere più efficiente il nostro lavoro, ma per il rispetto dei cittadini riminesi e di un milione e mezzo di turisti che a volte hanno bisogno di noi e non possiamo riceverli in garage fatiscenti trasformati in uffici”.

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