Sul caso di Giuseppe e Rosalba, l'amministrazione comunale ci invia una lunga precisazione. A nostro parere parecchio gelida nei confronti della vicenda umana di questi ottantenni, anzi spettrale. E' lecito domandarsi: questo fiscalismo lo si applica sempre e con tutti? La città sta ancora aspettando lo sfratto al Ceis che occupa senza titolo l'anfiteatro romano dal dopoguerra.
In merito all’articolo “L’ingiustizia: palazzo Garampi dà lo sfratto da un alloggio popolare a due anziani malati”, questa mattina l’amministrazione comunale ci invia la lunga nota che pubblichiamo.
“L’Azienda Casa Emilia Romagna, ente gestore degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, con nota prot. 183555/2016 comunicava i nominativi delle famiglie che avevano presentato nel corso dell’ultima rilevazione dei redditi, una attestazione ISE/ISEE nella quale i valori dell’indicatore ISEE e/o del patrimonio mobiliare risultavano superiori ai nuovi limiti approvati dalla Regione Emilia Romagna con delibera G.R. 894 del 13/06/2016. Tali limiti sono i seguenti: ISEE non superiore ad € 24.000; patrimonio mobiliare non superiore ad € 49.000. Per la determinazione del valore del patrimonio mobiliare la delibera regionale prevede che non venga preso a riferimento l’intera entità di patrimonio posseduto e dichiarato dal nucleo familiare nella dichiarazione ISE/ISEE, ma che tale valore sia diviso per la scala di equivalenza prevista dalla medesima normativa ISE/ISEE.
Fra i nuclei familiari incorsi nel superamento di detti limiti era presente quello del Sig. Lodolini Giuseppe che superava il limite del patrimonio mobiliare avendo dichiarato una consistenza di patrimonio mobiliare alla data del 31/12/2015 di € 89.361. Tale valore, con il ricalcolato effettuato sulla base della scala di equivalenza indicata nella attestazione ISEE risultava pari ad € 56.917,83, e quindi comunque ampiamente superiore al limite stabilito dalla Regione Emilia Romagna per la permanenza in ERP. In data 22/03/2017 veniva conseguentemente avviato il procedimento di decadenza dalla permanenza in E.R.P.
Il Consiglio Comunale in data 23/02/2017, con delibera n. 5, aveva introdotto alcune modifiche all’art. 20 del Regolamento per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica rubricato “sospensione del provvedimento di decadenza” stabilendo alla lettera f) che, in fase di prima applicazione della delibera G.R. n. 894/2016, potevano richiedere la sospensione del provvedimento di decadenza i nuclei familiari che superavano i limiti ISEE e del patrimonio mobiliare di un 10%; se il provvedimento di decadenza afferiva a nuclei familiari che versavano in condizioni di fragilità o vulnerabilità attestate dal Servizio Sociale competente, il superamento poteva essere del 20%.
Il nucleo familiare del Sig. Lodolini, con un valore ricalcolato di patrimonio mobiliare pari ad € 56.917,83, sarebbe potuto rientrare nella seconda fattispecie.
Il Servizio Sociale Area Anziani, su richiesta degli interessati, fece una valutazione nel corso della primavera 2017, che tuttavia non evidenziò una situazione idonea a produrre una attestazione di fragilità/vulnerabilità.
In data 09/05/2017, non essendo pervenuta alcuna richiesta di sospensione, venne emesso dal competente servizio la decadenza dalla assegnazione che, ai sensi di legge, ha comportato l’applicato di un canone di locazione maggiorato. Con la dichiarazione di decadenza il contratto di locazione è immediatamente disdettato ed è concesso al nucleo familiare decaduto 1 anno di tempo per reperire una ulteriore soluzione abitativa. In caso di mancato rilascio, alla scadenza dell’annualità, ha avvio la procedura di rilascio e sino all’esecuzione del provvedimento di decadenza, il canone viene ulteriormente maggiorato di una somma di € 150,00. Questo giustifica l’attribuzione al nucleo familiare Lodolini di una indennità di occupazione di oltre € 800,00. Da consultazione delle banca dati ACER in data odierna emerge che il nucleo familiare Lodolini non ottempera regolarmente al pagamento di detta indennità ed attualmente ha maturato una morosità di € 7.393,05.
Per le annualità 2013 e 2014 è stata ricalcolato l’entità dei canoni dovuti dal nucleo familiare Lodolini per indebita percezione rilevata dalle competenti Autorità attraverso lo strumento degli accertamenti bancari.
Per ciò che concerne infine la presunta proposta del Comune di affitto di un alloggio privato con un canone di € 700,00, menzionata nell’articolo, si sottolinea che sono state semplicemente fornite al nucleo familiare Lodolini informazioni sulle misure per favorire l’accesso alle abitazioni in locazione attraverso lo strumento dell’Agenzia per la locazione. A fronte della stipula di un nuovo contratto di locazione a “canone concordato” la famiglia potrebbe richiedere l’accesso alla Garanzia che tutelerebbe il proprietario in caso di mancato pagamento dell’affitto da parte del proprietario per n. 12 mensilità + le spese legali; misura quest’ultima cui hanno avuto accesso altre famiglie decadute dall’assegnazione di alloggi E.R.P.”.
Chi ci mette la firma sotto questa notarile richiesta di precisazione? Quale assessore ci mette la faccia nei confronti dei due ottantenni riminesi sotto sfratto? Questa nota ci è pervenuta dall’ufficio stampa. In quanto ad amministratori, sindaco e/o assessori, non se la intesta nessuno. Mentre una anziana coppia che viene messa fuori da un alloggio popolare dopo circa 41 anni che lo abita, con problemi di salute, meriterebbe un interlocutore “politico”. Perché la politica normalmente decide ogni cosa nel Comune di Rimini: dagli eventi a tutto il resto.
Una presa di posizione così gelida, anzi spettrale, ferisce noi che ci siamo occupati da cronisti di raccontare questa vicenda, e abbiamo conosciuto Giuseppe e Rosalba, immaginiamo cosa possa provocare nei diretti interessati. “Il nucleo familiare non ottempera regolarmente al pagamento ed ha maturato una morosità…” Ma va? E se non potrà ottemperare in futuro lo scaricheremo sotto a un ponte questo nucleo familiare?
Questo fiscalismo lo si applica sempre e con tutti? La città sta ancora aspettando lo sfratto al Ceis che occupa senza titolo l’anfiteatro romano dal dopoguerra.
Abbiamo ritenuto giusto raccontare questa brutta storia e continueremo a farlo qualora ce ne fossero le ragioni. I referti, scritti da medici esperti dell’ospedale di Rimini e redatti in aprile e maggio di quest’anno, li abbiamo letti e parlano chiaro. Ora probabilmente saranno i legali di questa anziana coppia a fare la loro parte. Una cosa di certo ce la auguriamo: che Giuseppe e Rosalba non debbano soffrire traumi irreparabili.
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