Si gioca ancora a carte coperte sull’ex questura: l’unica certezza è che verrà demolita

Si gioca ancora a carte coperte sull’ex questura: l’unica certezza è che verrà demolita

L'avevamo già scritto lo scorso dicembre che l'ecomostro sarebbe andato giù. Oggi Ariminum Sviluppo Immobiliare lo conferma. Ci sarà anche l'immancabile supermercato, per il resto molte dichiarazioni da benefattori.

16 dicembre 2021: «Tirano giù l’ex questura di via Bassi». Così un articolo pubblicato su Rimini 2.0. L’incipi era questo: «L’ex questura di via Bassi verrà demolita, la decisione è già stata presa».
17 maggio 2022: «l’ex Questura verrà demolita. “Sarà rasa al suolo, a breve portiamo il progetto al sindaco”» (RiminiToday).
Ha scelto una location d’impatto Ariminum Sviluppo Immobiliare per raccontare (pochino) le prossime mosse che attendono l’ecomostro di via Ugo Bassi: davanti all’ingresso distrutto dell’ex questura da Gabibbo d’oro. Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta. Questo è il vangelo di Luca ma anche di chi ha acquistato, pare, il rudere per 14,5 milioni di euro. «Non resterà in piedi nulla, è un gesto dovuto alla cittadinanza. La rigenerazione urbana sull’area nulla avrà a che spartire con l’attuale immobile» hanno detto, confermando quanto Rimini 2.0 aveva scritto parecchi mesi fa.
Ma le notizie sono finite qui. Tutto il resto è noia. Ad ascoltare le dichiarazioni e a leggere il comunicato stampa post conferenza con i media, ci si è fatta l’idea di trovarsi davanti a dei benefattori che hanno «come propria missione la rivitalizzazione delle aree urbane» e che hanno affidato ad un team multidisciplinare «il compito di dedicarsi alla comprensione e l’analisi dei bisogni profondi della ‘nostra’ città, su come utilizzare al meglio i circa 30.000 mq di un’area che da anni si trova in una condizione di grave degrado, con ricadute negative non solo per i quartieri limitrofi ma per l’intera cittadinanza».
Piero Aicardi, amministratore unico di ASI, ha detto: «Intendiamo consegnare alla città uno spazio denso di opportunità, che siano davvero per tutti». Sì, ma per farci cosa, vista la spesa? La proposta «è ormai definita nelle linee fondamentali» ma non è stata illustrata alla stampa. «Il progetto che presenteremo il mese prossimo – ha spiegato l’Arch. Leonardo Cavalli – è anche per noi molto sfidante perché la committenza ci ha chiesto di considerare, oltre alla peculiarità dell’area e la sua posizione strategica, una forte componente legata alla funzione sociale che dovrà svolgere e coerente con la direttrice intrapresa dall’Amministrazione in questi anni». Gli unici riferimenti minimamente plastici sono stati i seguenti:

Spazi multifunzionali per tutte le età. Un progetto integrato con al centro un parco attrezzato intorno al quale si sviluppano tutte le nuove funzioni residenziali e pubbliche di un quartiere vivo e attrattivo, in primis per i giovani e le giovani famiglie

Sicurezza (e bellezza). Spazi aperti e dedicati a tutte le fasce della popolazione, integrando diversi servizi, per portare vitalità e bellezza dove ora ci sono paura e degrado ed aggiungere sicurezza diffusa a beneficio di tutta la città.

E 250 nuovi posti auto a servizio della città.

E ci sarà spazio oppure no per la grande struttura commerciale di cui si parla da tempo? Marco Da Dalto se l’è cavata così: «Misurare il progetto partendo dai mq destinati ad aree commerciali è fuorviante e genera strumentali pregiudizi. Ci atterremo alle norme e agli impegni, nulla più. Preferiremmo nemmeno parlarne perché alla luce di quanto esposto è tema marginale. Quella che abbiamo in mente è una realizzazione che porterà Rimini ad essere un esempio nazionale per la qualità dell’intervento e la potenza della rigenerazione urbana garantita». Sì, ma la città vorrebbe sapere qualcosa di più e possibilmente un po’ prima che sia stato tutto deciso. Pare prenderà corpo un centro commerciale da 1500 mq, e via con i carrelli. I conti alla fine dovranno tornare e gli appartamenti ci saranno di certo, oltre al supermercato, poi uffici, alloggi di edilizia popolare, servizi pubblici e privati. Chicca: agli amministratori comunali «abbiamo chiesto l’opportunità, a breve, di verificare insieme quanto l’utilizzo degli spazi pubblici coincida con i punti programmatici espressi dal sindaco Sadegholvaad in campagna elettorale». Di solito è la pianificazione urbanistica a segnare la strada, ma per l’ex questura cresciuta e vissuta (male) in un limbo che ancora oggi è difficile da classificare, è il verbo annunciato dal sindaco in campagna elettorale a fare da bussola. Ma attenzione, Jamil in campagna elettorale aveva pronunciato anche queste parole: «quell’area è zona bianca, non ci sono previsioni urbanistiche e la cifra offerta è quindi spropositata. L’amministrazione, se avrò l’onore e l’onere di guidare Rimini, farà gli interessi esclusivamente della città e chi si è aggiudicato quell’area per una cifra incomprensibile non pensi di venire a bussare alle porte del comune per far valere un investimento del genere». E in consiglio comunale, lo scorso novembre, ci aveva messo il carico: «Chi ha investito quei soldi ha fatto per quanto mi riguarda un pessimo affare perché lì dovrà prevalere sempre e comunque l’interesse della città» (qui). E il famoso interesse della città è atteso, come sempre, al varco.

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