Bilanci 2013 da paura per le società del fieristico e congressuale a Rimini

Bilanci 2013 da paura per le società del fieristico e congressuale a Rimini

Dopo aver perso oltre tre milioni di euro fra 2011 e 2012, l'ultimo bilancio di Rimini Congressi, quello del 2013, si è chiuso con un rosso che supera

Dopo aver perso oltre tre milioni di euro fra 2011 e 2012, l’ultimo bilancio di Rimini Congressi, quello del 2013, si è chiuso con un rosso che supera i 4 milioni e 700 mila euro. Ora la privatizzazione è sempre più un obbligo.
Rimini Congressi è la capogruppo del sistema fieristico e congressuale di Rimini, ed è formata da Provincia, Comune (attraverso Rimini Holding) e Camera di Commercio col 33,33% delle azioni ciascuno.
Da luglio è il commercialista riminese Marino Gabellini l’amministratore unico di Rimini Congressi, nominato dalla assemblea dei soci e dunque sarà lui ad accompagnare la società verso la privatizzazione.
Ma non è solo questa la preoccupazione che arriva dai bilanci delle società partecipate dagli enti pubblici su fieristico e congressuale.
Anche la Società del Palazzo dei Congressi, controllata da Rimini Congressi che detiene il 64,65% delle azioni (gli altri soci sono Rimini Fiera, Rimini Holding, Camera di Commercio e Provincia) continua a collezionare buchi di bilancio parecchio impegnativi: dopo i 4 milioni e 258 mila euro del 2011 e i 2 milioni e 800 mila del 2012, nell’ultimo bilancio approvato lascia sul campo 2 milioni 081 mila euro.
E’ la società proprietaria del nuovo palazzo dei congressi e l’organo amministrativo è composto da Lorenzo Cagnoni, presidente, insieme a Maurizio Ermeti e Gianni Piacenti (i primi due espressione della assemblea dei soci e il terzo di Rimini Holding). Cagnoni percepisce un compenso di 49.500 euro mentre i due consiglieri un gettone presenza di 150 euro ciascuno. Altri 50.400 euro annui più una indennità di risultato, Cagnoni la percepisce per la presidenza di Rimini Fiera, dove Maurizio Ermeti è vicepresidente con 25 mila euro annui. A Salvatore Bugli (consigliere con delega ai rapporti col personale) vanno 21.250 euro, Piacenti 8500, mentre gli altri sette consiglieri (c’è anche Massimo Gottifredi, ora coinvolto in Airiminum) si fermano a 6.120 euro ciascuno (sempre annui). A tutti i consiglieri va pure un gettone presenza di 215 euro.

Rimini Congressi si è vista svalutare la propria partecipazione nella Società del Palazzo dei Congressi per 3 milioni 237 mila euro per le perdite che si sono verificate nel biennio 2012 – 2013 e in quest’ultimo anno ha ottenuto da Unicredit la sospensione delle rate di mutuo (la prima rata del 2015 scadrà il 30 giugno).
Il futuro è appeso, come sottolinea anche il collegio sindacale nella sua relazione al bilancio riprendendo la nota integrativa, agli esiti del percorso di privatizzazione e alla operazione Acquarena. Per la prima si attende a breve l’individuazione dell’advisor.
Un intoppo di qualunque genere rispetto alla strada tracciata dovrebbe far valutare ipotesi alternative “quali la richiesta ad Unicredit di un allungamento del termine dell’accordo di moratoria fino al 2016”. Perché, stando al business plan di Rimini Fiera, “a partire dall’esercizio 2017 la stessa erogherà un dividendo ordinario di entità tale da consentire la ripresa dell’ammortamento del mutuo contratto”. Ma potrebbe non bastare. Anche i soci potrebbero essere chiamati ad un “sostegno finanziario”. La conclusione lascia aperta l’incertezza: “… in relazione al requisito della continuità aziendale, esso è da ritenersi soddisfatto a condizione che si verifichino, anche in parte, i fatti e le ipotesi sopra esplicitate”.
Se il bilancio d’esercizio di Rimini Congressi si è chiuso con un risultato negativo che supera i 4 milioni 700 mila euro, quello consolidato ha perso 3.679.365 euro.

A proposito della Società del Palazzo dei Congressi, la spada di Damocle deriva invece della “vertenza” col general contractor che ha realizzato il Palas, Cofely Italia spa. La battaglia legale continua e, com’è noto, la Società del Palazzo dei Congressi ha avanzato una richiesta di risarcimento danni per oltre 21 milioni di euro a titolo di penale per il ritardo nella consegna dell’opera, per danno emergente e lucro cessante, per danni attinenti all’esecuzione delle opere e per danni all’immagine.
Il general contractor, a sua volta, rivendica il riconoscimento di 12 riserve iscritte dall’impresa per oltre 44 milioni di euro, più altre somme per lavori eseguiti, per circa, complessivamente, 54,5 milioni di euro.
Già, il Palas. La sua costruzione (spesa intorno a 100 milioni di euro) ha provocato un terremoto sui bilanci consolidati di Rimini Congressi e debiti verso le banche superiori a 100 milioni di euro.

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