Aeroporto, lettera aperta al Prefetto di Rimini

Aeroporto, lettera aperta al Prefetto di Rimini

Eccellenza illustrissima, da privato cittadino senz’arte né parte consenta anche a me di esprimerle tutta la mia gratitudine per quanto da lei operat

Eccellenza illustrissima,
da privato cittadino senz’arte né parte consenta anche a me di esprimerle tutta la mia gratitudine per quanto da lei operato a favore dell’aeroporto di Rimini.
Anche se gli esiti sono risultati così infausti (non certo per colpa sua) che le rassicurazioni da Lei fornite assieme al sindaco Gnassi sulla riapertura a gennaio, non sono riuscite a dissipare il nostro (di noi cittadini, intendo) pessimismo di fondo.
Ma è proprio su quella conferenza stampa che vorrei, se me lo consente, fermare la sua attenzione.
Perché va bene che l’autorità e la maestà dello Stato, rappresentate dalla Sua persona, possono e debbono intervenire in questioni tanto più bisognose di soluzione quanto più gravi, anzi mortali per la città, ma questo non rischia di configurarsi come una sorta di commissariamento di fatto dell’istituzione a livello locale?
In altri termini: un affaire come quello dell’aeroporto non poteva e non doveva essere sbrogliato dal sindaco Gnassi, che aveva tutte le carte in regola per farlo?
Anche se, mi rendo conto, la fragilità politica d’un amministratore che si mormora sfiorato da un avviso di garanzia (come riportato a suo tempo dai giornali) in merito al fallimento di Aeradria, poteva ben abbisognare del sostegno d’una autorità come la sua per cavarci gli zampetti.
E tuttavia, l’invasività del suo intervento non corre il rischio di porre lo stesso problema istituzionale di quella surroga esercitata oggi dal Presidente Napolitano nei confronti del potere sia legislativo che esecutivo a livello nazionale?
Perché, di questo passo, ciò che si configura non è solo l’abolizione delle province, ma anche di sindaci e presidenti di regione nella misura della loro sostanziale incapacità e inaffidabilità.
Nel caso specifico, vien poi da chiedersi se sia stato giusto, per l’autorità dello Stato, intrigarsi in un pastrocchio dai contorni tutt’altro che limpidi e trasparenti come quello del bando di concorso ENAC per la gestione del Fellini.
Vista l’opacità d’una AirRiminum imperniata su quella Eurafrica già a suo tempo tirata in ballo dall’ex presidente Vitali e poi affondata a colpi di insinuazioni (pur non verificate) su presunti rabazzieri e bancarottieri vicini se non facenti parte del suo CdA.
Per cui, e sempre a furor di popolo: come ha fatto ENAC a promuovere AirRiminum a pieni voti stante il pregresso?
Senza tener conto, ripeto, del risvolto istituzionale.
Che è quello d’un Sindaco il quale, fossi io lui, mica sarei contento d’apparire commissariato da un Prefetto il quale, così facendo, mette in chiaro davanti a tutti che nella vicenda Fellini io conto come il due di coppe quando comanda bastoni.
Dopo una ventina di legislature che i miei predecessori (tutti della stessa parte) hanno fatto e disfatto come han voluto, con me a guardare perché ero della partita e adesso vedi il risultato!
Come dire insomma che, se ero io Lui, caro Lei, avrei già dato le dimissioni da un pezzo, piuttosto che continuare a stare sulla schiena del buratello.
Con deferenza,

Bruno Sacchini

COMMENTI

DISQUS: 0