Borgo Marina chiede una svolta urgente: «degrado fuori controllo ma da anni le nostre richieste non trovano ascolto»

Borgo Marina chiede una svolta urgente: «degrado fuori controllo ma da anni le nostre richieste non trovano ascolto»

Non é questione di razzismo, premettono. Piuttosto dei tanti problemi che si sono accumulati, ingigantiti e incancreniti perché mai affrontati. Una chiara presa di posizione del Nuovo Comitato del Quartiere. Messaggio cristallino: non è più accettabile lo stato delle cose, che si trascina da troppo e peggiora sempre di più. Continuare a chiudere gli occhi non potrà che rendere ingestibile una situazione già allarmante. «Tutti gli abitanti di Borgo Marina, di qualsiasi etnia, hanno diritto a non essere considerati come cittadini di serie B».

Non è questione di razzismo, e questo è dimostrato dalla recente aggressione che si è verificata in piazza Ferrari, che non ha fatto differenze di etnia.
È solo questione di degrado, a 360 gradi.
Per chi non abita a Borgo Marina, per chi lo attraversa solamente o per chi se lo immagina solo per sentito dire, facciamo un po’ di chiarezza.

BM è la cerniera tra Marina Centro ed il centro storico, i turisti lo attraversano risalendo viale Principe Amedeo, e si trovano smarriti, chiedono di essere accompagnati perché spaventati di essersi persi in un quartiere degradato.
BM è stato negli ultimi decenni del Novecento un quartiere dignitoso come gli altri. Via Giovanni XXIII è un Corso, cioè come Corso d’Augusto è “una strada cittadina, che per antica tradizione o per funzione e carattere urbanistico, assume particolare importanza nella fisionomia edilizia di una città”.
Negli anni BM ha progressivamente assunto la fisionomia attuale, che dalle anime belle viene definita multietnica. Cosa significa multietnico? Riempiendosi la bocca di questa parola, viene giustificata la mancata osservanza di qualsiasi regola del vivere civile.

Lo spaccio di droga viene fatto ovunque, davanti alle finestre e portoni delle case.
Gruppi di ubriachi si trovano agli angoli delle strade e lungo i marciapiedi.
I distributori automatici h24 sono luoghi di spaccio e malaffare, davanti a tutti.
I parcheggi sono pochi e spesso occupati in via quasi definitiva dai furgoni delle attività commerciali e le auto sono parcheggiate ovunque, sulle strisce pedonali, agli incroci, negli stalli per scooter, è difficile l’uscita dai garage, è impossibile che un avventore possa accedere ad un negozio.
L’illuminazione è fioca e camminare per le vie quando cala il buio, cioè dopo le 17 in inverno, viene fatto con inquietudine.
I cassonetti dell’immondizia sono discariche a cielo aperto, con rischi di infestazioni di topi e scarafaggi.
Le attività non etniche si sono quasi tutte trasferite in altre zone, quelle poche che hanno aperto negli ultimi anni si sono trasferite per impossibilità di lavorare (negozi di abbigliamento che venivano invasi da odore di cibo da kebab non a norma, ristoranti che dovevano proteggere gli avventori da ubriachi e spacciatori).

La stragrande maggioranza dei negozi sono magazzini a cielo aperto e violano le norme comunali di decoro, i negozi di vicinato sono i minimarket, che di fatto vendono solo bevande alcoliche.
Le macellerie e i negozi di alimentari non vendono i banali cibi non etnici (per esempio il latte o yogurt) e violano le banali norme igieniche, sotto gli occhi di tutti.

La chiesa di San Nicolò da quando non è più parrocchia è stata “ceduta” alla comunità di Montetauro, che l’ha data in gestione alla comunità cinese, con impossibilità da parte degli abitanti del quartiere di accedere anche temporaneamente e su richiesta al giardino e al teatro.

I negozi di barbiere, che fioriscono ad ogni angolo, spesso celano altre attività.
Chi affitta a studenti ha difficoltà, perché la zona nonostante sia in centro, non è considerata sicura.
In un appartamento ad uso ufficio c’è la Moschea di Rimini, senza controlli di sicurezza ed accessibilità, in cui si svolgono attività che non tengono conto delle necessità di chi abita, vive, dorme nelle vicinanze.

A BM sono presenti tre centri accoglienza immigrati, in questa situazione di degrado e spaccio. Come possono essere accolte in questa situazione delle persone che devono essere integrate, che non hanno lavoro, in un contesto di totale mancanza di controllo e di regole di convivenza civile?
Ci sono appartamenti gestiti dalla Associazione Papa Giovanni, i cui abitanti urinano sui terrazzini sottostanti, lasciano bottiglie sulla strada davanti casa.
La prostituzione agli angoli delle strade negli ultimi anni è diminuita, ma ancora presente.
Non è un argomento degli ultimi anni, già nel 2011 il problema BM era riportato dai giornali locali e discusso in amministrazione comunale.

È stata data risonanza mediatica enorme alla nuova gestione del bar Marittimo, di cui siamo felicissimi e orgogliosi.
È l’esempio di quello che dovrebbe diventare il BM multietnico.
Come il kebab di via Gambalunga, di fronte al negozio Brigliadori.
Questo dimostra che non è vero che “loro non sanno come si tiene un negozio o una attività”, che ci è stata per anni propinata come risposta alla richiesta di osservanza dell’ordinamento comunale per il decoro delle attività commerciali.

Come il precedente Comitato, il Nuovo Comitato di Borgo Marina ha affrontato singolarmente ognuno dei problemi del quartiere con le autorità competenti, ha fatto proposte, segnalazioni, richiesto controlli all’igiene pubblica ed alla polizia, ha incontrato assessori, dirigenti di polizia, carabinieri, prefetti e questori. Le uniche risposte ricevute sulla sicurezza sono state che il quartiere è attenzionato, che non vediamo forze dell’ordine perché sono in borghese, che la postazione mobile di polizia o dell’esercito non è necessaria e spaventerebbe le persone, che nell’ultimo anno sono stati effettuati numerosissimi controlli, che la moschea non è una moschea, poi che lo è, ma…
Il problema è semplicemente di ordine pubblico e rispetto delle regole, non di volere impedire la libertà di culto.
Un qualsiasi altro assembramento di persone verrebbe in qualche modo controllato, ma per BM questo non vale.
L’unica concessione che è stata fatta è la progettazione del sistema di videocamere, che non si sa quando arriverà al traguardo.
Riguardo alla illuminazione ci è stato detto che è frutto di scelte errate fatte in passato, e (da anni) al momento non è possibile intervenire.
Riguardo ai cassonetti abbiamo parlato con Hera e con l’assessore all’ambiente piu volte, la risposta è che sono usati come discariche perché le persone sono maleducate, il problema verrà risolto dai cassonetti interrati. Non ci si pone il problema di chi non ha la carta smeraldo.
Abbiamo chiesto che i cassonetti venissero lasciati aperti, vista la situazione, e la risposta è stata: impossibile, la differenziata fa risparmiare tanto al Comune.
In tutto questo, gli abitanti di BM pagano la Tari come gli altri, ma camminano in mezzo alla discarica.
A BM i negozi che violano il regolamento comunale per il decoro non vengono controllati.
A BM non è possibile pensare ad un ordinamento comunale che impedisca la vendita di bevande alcoliche nei minimarket, come viene per esempio fatto a Bologna per lo stesso identico problema.

Ci è stato detto dal Prefetto che i centri accoglienza immigrati possono essere aperti ovunque, se chi vince il bando ha le carte in regola. Ma quando per ben tre volte abbiamo chiesto il presidio militare, ci è stato detto no.

Abbiamo collaborato fattivamente con il progetto “E se diventi farfalla”, con annessa festa di quartiere, lavorando per l’integrazione. Abbiamo cercato l’incontro con le comunità di etnia diversa, abbiamo proposto il dialogo e la collaborazione, senza incontrare disponibilità alcuna.
Ci è stato detto che le altre etnie non corrono rischi.
Che organizzare una giornata di pulizia estemporanea del quartiere è serio indice di interesse, senza porsi il problema di fare cose realmente utili e collaborative.

Abbiamo cercato la collaborazione di Zeinta di Borg, che continua a proporre solo come soluzione la festa etnica (in questo degrado?) e di fare dei corsi ai negozianti per allestire le vetrine, perché loro non lo sanno fare… Questo è razzismo.
Invece la mancanza di sicurezza e il degrado riguarda tutti, non è questione di razzismo.
Tutti gli abitanti di BM, di qualsiasi etnia, hanno diritto a non essere considerati come cittadini di serie B, i cugini sfortunati.

Nuovo Comitato del Quartiere di Borgo Marina

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