Il rurale è in vacanza, ma non assente. Riceve importante corrispondenza da Piero Meldini: "Sono qui in dolce compagnia di Isotta". Ultima nata della cantina di Sandro Santini.
Caro Enrico,
sono qui in dolce compagnia di Isotta, la rebola dei Santini. Intanto, a tappo chiuso, complimenti per la sontuosa livrea rossa e oro, colori araldici dei Malatesta. La prima cosa che mi viene da pensare, bevuto il primo sorso, è che è un vino di carattere, e che questo è perfettamente coerente col suo nome, che è quello, come ben sappiamo, di una donna di polso. Non aspettarti da me una scheda tecnica, perché il mio rapporto col vino non è culturale, ma passionale. Ciò non significa che non abbia anch’io un naso e una bocca, e che non avverta, perciò, il fresco e dolce profumo dell’ananas e subito dopo, all’assaggio, il sapore amarognolo e persistente del pompelmo. È un vino con una personalità decisa che accompagnerò senza problemi non solo col pesce, ma anche coi primi, tagliatelle comprese, e con il galletto alla cacciatora e il coniglio in porchetta.
Avevo due certezze: che la nostra rebola – quella che una volta, erroneamente, chiamavamo ribolla – sia di gran lunga il miglior vino bianco del riminese; e che il territorio di Coriano eccellesse nei rossi. Adesso mi viene il sospetto che non sia da meno coi bianchi. Non so come le guide giudicheranno Isotta, e francamente non me ne importa più di tanto. Io le assegno tanti bicchieri quanti ne ho bevuti: tre. Prosit. Il tuo amico
Piero Meldini
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