"Non serve a nulla", tuona Carlo Rufo Spina, capogruppo di Forza Italia e di professione avvocato. "L'Amministrazione avrebbe dovuto costituirsi parte civile all'interno del procedimento penale in corso, perché non lo ha fatto"? Scopritelo voi.
Ci sono titoloni oggi sulla libera stampa locale. Del tipo: “il Comune mette in mora anche Gnassi”. Hai capito sto Comune? Mica si fa mangiare in testa! Pensa il lettore che non ha voglia di approfondire. Questi sì che sono tosti. Anzi, sono pure coraggiosi e tengono le palle. E’ davvero così?
Un passo indietro. “Nell’ambito del fallimento di Aeradria spa, il Comune di Rimini e la sua controllata Rimini Holding hanno deciso di intraprendere azioni di messa in mora e diffida nei confronti degli Amministratori e degli organi di controllo della società fallita e nei confronti degli Amministratori degli Enti soci“. Questo l’annuncio di palazzo Garampi. Comune di Rimini e Rimini Holding sostengono che “nel corso di questi mesi si sono posti il tema di assicurare la più ampia tutela della posizione e degli interessi degli Enti nell’ambito della complessa vicenda del fallimento di Aeradria spa”, oggetto di procedimenti giudiziari sia in sede civile che in sede penale. E quindi cosa hanno deciso di fare, “avvalendosi anche della specifica consulenza di uno studio legale”? Dopo valutazioni e approfondimenti sulle più opportune e utili azioni da intraprendere, hanno deciso per “la necessità di intraprendere azioni di messa in mora e diffida”.
L’ultima parte dell’annuncio del Comune di Rimini è il più importante e va letto integralmente: “Considerati i tempi sia del giudizio civile – in ordine al quale il Comune di Rimini e Rimini Holding comunque ribadiscono il loro convincimento che le domande svolte dalla Curatela del fallimento Aeradria non siano fondate – sia di quello penale, gli Enti hanno ritenuto necessario adottare i predetti atti di messa in mora e diffida, oltre che nei confronti di Amministratori e organi di controllo della società fallita, anche nei confronti di Amministratori degli Enti soci; e ciò al fine di interrompere qualsivoglia termine di prescrizione e/o decadenza e tenere così indenne Comune di Rimini e Rimini Holding sia per l’ipotesi di danno patrimoniale prodotto alla redditività e al valore della partecipazione per responsabilità da fatto illecito (ai sensi dell’art. 2043) sia per l’ipotesi di condanna degli Enti per l’attività di direzione e coordinamento nei confronti di Aeradria spa (ai sensi dell’art. 2497), e comunque in ogni ipotesi di pregiudizio diretto o indiretto subito dagli Enti per responsabilità dei predetti soggetti. Nei prossimi giorni inoltre, sarà trasmessa alla Corte dei Conti, per quanto di competenza di tale Magistratura, segnalazione sulle azioni intraprese e sullo stato della vicenda del fallimento di Aeradria spa”.
Per il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Carlo Rufo Spina (nella foto), che è anche avvocato, “la messa in mora sostanzialmente non significa nulla, è soltanto un atto formalmente interruttivo della prescrizione”. Cosa avrebbe dovuto fare il Comune di Rimini? “Costituirsi parte civile all’interno del procedimento penale in corso, cosa che la minoranza ha infatti chiesta a più riprese in consiglio comunale”. Perché? “La costituzione di parte civile è l’unico strumento idoneo per tutelare nel modo più ampio e completo l’interesse del Comune di Rimini e con il quale non si porrebbero più problemi di prescrizione, che l’amministrazione comunale vorrebbero “tamponare” momentaneamente con queste “messe in mora” ma che lasciano l’ulteriore incombente di essere continuamente rinnovati, altrimenti poi la prescrizione si compie”.
Quindi lei come legge la decisione di intraprendere azioni di messa in mora e diffida? “Dato che, da un lato, non vogliono tutelare il vero interesse di Rimini, perché andrebbero contro se stessi e i propri uomini (non sia mai!) ma – dall’altro lato – la Corte dei Conti giustamente spinge perché questo conflitto di interessi (che in realtà non sussiste, perché una cosa sono i presunti responsabili penali, altra cosa è il Comune di Rimini come “Ente” territoriale e amministrativo quale potenziale soggetto danneggiato) non pregiudichi l’interesse del Comune, quindi dei cittadini contribuenti (e dei loro soldi, che sono stati come sempre mal gestiti e sperperati), ecco allora che hanno escogitato, “previa consulenza di uno studio legale”, il solito escamotage avvocatesco della messa in mora che sostanzialmente non serve a nulla, ma che dà il contentino dell’interruzione della prescrizione per i danni civili e che li mette al riparo in caso di un controllo della Corte dei Conti perché potranno sempre difendersi dicendo: “ma in fondo abbiamo comunque fatto azioni a tutela degli interessi del comune…”. Morale? “E’ l’ennesima presa in giro. Non si amministra così la cosa pubblica”.
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