«Dal dirigismo alla collaborazione»: Fondazione Carim suona la sveglia all’amministrazione comunale

«Dal dirigismo alla collaborazione»: Fondazione Carim suona la sveglia all’amministrazione comunale

La mostra "L'oro di Giovanni" va a gonfie vele, con una media di mille visitatori a settimana. E il presidente Mauro Ioli lancia un messaggio chiaro: «Conosco l’eredità della precedente Amministrazione, ma vorrei capire se è immaginabile un cambio di passo» dice rivolto al sindaco, che ha mantenuto per sé la delega alla cultura. Sullo sfondo c'è anche l'esclusione della Fondazione dal comitato promotore che lavorerà alla candidatura per il riconoscimento di Rimini capitale della cultura 2025.

«E’ iniziata una fase amministrativa nuova che la Fondazione, in virtù del rilevante proprio patrimonio d’arte e culturale ed anche della sua innegabile credibilità, guarda con attenzione, augurandosi che possa essere improntata ad una logica di collaborazione». Il presidente della Fondazione Carim, Mauro Ioli, lo dice senza mezzi termini. Di fronte ad un patrimonio artistico e culturale importantissimo che l’ente di palazzo Buonadrata ha messo da lunga data a disposizione della città, e ad una azione di valorizzazione (restauri, pubblicazioni, eccetera) che non ha eguali, la risposta del Comune di Rimini è freddina. In particolare, come abbiamo scritto circa una settimana fa, risulta inspiegabile l’esclusione della Fondazione Cassa di Risparmio dal comitato promotore che lavorerà alla candidatura per il riconoscimento di Rimini capitale della cultura 2025. Per ora tutti tacciono, dal sindaco Jamil Sadegholvaad, che ha tenuto per sé la delega alla cultura, al presieduto del comitato Giorgio Tonelli. Ma è un silenzio assordante. Perché del gruppo degli enti che sono stati chiamati a far parte del comitato (Comune, Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Diocesi, Agenzia del Piano strategico, Università degli studi di Bologna e Camera di Commercio della Romagna), manca appunto la Fondazione Carim, l’istituzione di riferimento sul Trecento riminese e non solo.

Mauro Ioli, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini.

E così oggi, commentando l’alto numero di visitatori (mille a settimana) che hanno preso d’assalto la mostra L’Oro di Giovanni, Ioli va diretto al problema: «Un ambito ben più esteso della sola città capoluogo attendeva un evento che riponesse al centro della comunicazione culturale la scuola pittorica del Trecento Riminese. Il successo della mostra, delle conferenze e dell’offerta di visite guidate, conforta la Fondazione e al contempo indica una strada. Quando avrò l’occasione sarà interessante incontrare il nuovo Sindaco di Rimini, che ha tenuto per sé la delega alla Cultura, per capire qual è il suo progetto su un patrimonio che pone e valorizza Rimini nei libri di storia della pittura. Conosco l’eredità della precedente Amministrazione, ma vorrei capire se è immaginabile un cambio di passo, un mutato orizzonte di reciproche relazioni, cioè se è possibile passare da una visione dirigista di ciò che – in questo caso – è bene per la città, ad una partecipativa e aperta. Sono fiducioso, noi abbiamo dimostrato coi fatti quale debba essere la pietra angolare di ogni progetto di valorizzazione del Trecento Riminese».
La mostra va a gonfie vele. «Inizia l’ultima settimana per vedere la mostra L’Oro di Giovanni a palazzo Buonadrata. Fino a domenica 7 novembre sarà possibile di vedere da vicino la maestosa croce della chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro», spiega la Fondazione in una nota. «Al termine dell’esposizione, a 86 anni dall’ultima sua esposizione in mostra a Rimini, l’unica opera datata e firmata da Giovanni, capostipite della Scuola Riminese del Trecento, tornerà nella chiesa marchigiana».
Gratuito sia l’ingresso alla esposizione e sia le visite guidate, curate da tre studentesse universitarie formate e assistite dai curatori della mostra, Daniele Benati e Alessandro Giovanardi. «In vista dell’ultima settimana e visto il sold out continuo, la Fondazione ha deciso di incrementarle: ogni giorno, fino a venerdì, alle 16.00 e alle 17.00. Sabato e domenica se ne aggiungeranno altre alle 11.00, alle 12.00 e alle 15.00. La numerosità dei partecipanti è stata innalzata a 25 per ogni turno. La visita guidata va prenotata sulla pagina web dedicata alla mostra – www.artecultura-fondcarim.it – o telefonando al numero 0541.351611. Posti disponibili fino ad esaurimento nel rispetto delle normative anti Covid. L’ingresso alla mostra, aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30, è libero, previa presentazione del green pass».
Cosa c’è da vedere. All’opera di Mercatello si affiancano in mostra la croce dipinta da Giovanni per la chiesa di San Lorenzo a Talamello, il più piccolo crocifisso ‘Diotallevi’, sempre di Giovanni, dei Musei Comunali di Rimini, la croce sagomata dell’Antiquario Moretti di Firenze, il crocifisso Spina del maestro di Montefiore e la testa di Cristo di Giuliano da Rimini, questi due ultimi di proprietà della Fondazione stessa e in deposito nei Musei Comunali.
I promotori. Voluta da Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e da Soroptimist Rimini, è organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Alberto Marvelli. Oltre a Crédit Agricole e Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, sostengono l’evento anche Fondazione Ordine dei Commercialisti Rimini, Digitalprint e Ikuvium.

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