Ecce Gnasso

Ecce Gnasso

Andrea Gnassi ieri ha disertato il confronto tra tutti i candidati sindaci. Quale irrinunciabile impegno l'avrà tenuto lontano dall'iniziativa dell'associazione "La cosa giusta"? Ecco svelato il mistero: ha indossato il naso da clown (nella foto) alla festa finale del Ceis, dove ha tenuto anche un discorsetto elettorale. Ma il direttore non aveva detto "siamo la scuola di tutti e non vogliamo avere un’etichetta politica"?

“Mi si nota di più se vado qui o se vado là?”. Deve aver pensato il nostro Sindaco, candidato alla rielezione.
Il luogo naturale e deputato alle bisogne elettoralistiche in cui doveva essere la sera del 25 maggio era il confronto tra i candidati sindaci promosso dall’associazione ‘La cosa giusta’ all’Hotel Savoia. Ma già si sapeva che sarebbe stato l’unico assente per altri impegni: “Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose”.
Dove sarà meglio andare per aumentare il tesoretto di voti? Dove ci sarà più gente da lusingare? si deve essere chiesto e subito è filato dritto a …
È così che alla festa finale del villaggio del Ceis una folla di genitori e nonni, attonita e muta, prima lo ha visto malcelato da un naso rosso da pagliaccio in un siparietto della recita degli adulti e, a seguire, Sua Eccellenza si è mostrato alla folla cui ha ammannito il suo consueto discorsetto, tanto vaniloquente quanto superficiale. Non chiedetemi la sintesi. Non ho più nessuna pazienza per certe cose, non per supponenza, ma semplicemente perché, oltrepassati i 60 anni, non mi piace più perdere tempo con ciò che è sgradevole e imbarazzante, diseducativo e strumentalizzante e a favore di chi manca di rispetto verso il prossimo. Basti dire che la sola cosa che mi è restata in mente è che nella nostra città è in atto un cambiamento che è una formula svuotata di qualsiasi senso e utilità dai lontani tempi di Eraclito (panta rei).
A onor del vero, l’uso efferato della sua presenza e del suo discorso ha suscitato scarsi applausi in molto meno della metà dei numerosissimi presenti. Di contro alla nota stonata di questa invasione elettoralistica di campo e di intrusione alla purezza della paideia non si è levata la tipica reazione di fischi e buuh che ci si sarebbe potuto aspettare da una piccionaia in grado di far piangere anche un Toscanini: è questo la dice lunga sulla dignità e diversità di stile dei numerosi oppositori di Gnassi.
Sono sicuro che tutti noi abbiamo pensato che qualsiasi reazione da clima di corrida avrebbe ferito il ricordo di Margherita Zoebeli. E tutti noi abbiamo, con un sol animo e una sola mente, deciso immediatamente di lasciare a Gnassi e alla Direzione del Ceis l’intera responsabilità di quello che in linguaggio tecnico si chiama “oltraggio di cadavere”.

Moreno Neri

P.S.: Qualche ora prima ero stato alla Merenda delle Mamme e Nonne di Rimini People PrimaiBambini PrimaLeBambine al Giardino dei Giusti nel Parco Marecchia. In questo caso sapevo bene dove ero e chi c’era, senza nessuna irruzione spiacevole.
Mara Marani, durante la Merenda, ha letto il MANIFESTO DEI DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE (di Gianfranco Zavalloni): 1 – IL DIRITTO ALL’OZIO: a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti; 2 – IL DIRITTO A SPORCARSI: a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti; 3 – IL DIRITTO AGLI ODORI: a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura; 4 – IL DIRITTO AL DIALOGO: ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire e dialogare; 5 – IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI: a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco; 6 – IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO: a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura; 7 – IL DIRITTO ALLA STRADA: a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade; 8 – IL DIRITTO AL SELVAGGIO: a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi; 9 – IL DIRITTO AL SILENZIO: ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua; 10 – IL DIRITTO ALLE SFUMATURE: a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.
Mentre piccoli e piccole giocavano, noi adulti abbiamo pensato ai bambini e alle bambine segregati nei campi costruiti lungo le barriere della Fortezza Europea e non abbiamo ponderato sui voti da racimolare con i mezzi più squallidi. Ancora una volta: grazie, Mara. E alle 21.15, all’“Asilo Svizzero”, credimi, ti ho ringraziato di nuovo e di cuore per la tua innegabile superiore diversità a favore di una Rimini Degna, che qualcuno vorrebbe sparisse.

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