Favolosa Gambalunga: la biblioteca che il mondo ci invidia

Favolosa Gambalunga: la biblioteca che il mondo ci invidia

Nel 2019 compirà 400 anni. Vi mostriamo lo splendore delle sale antiche attraverso le fotografie di Mario Flores.

La pleonastica affermazione che le guerre sono una costante dell’umanità non sposta di una virgola il fatto che molti giovani uomini, anche nel XVI e XVII secolo, ne siano stati drammaticamente coinvolti. Il rigoroso sigillo della storia è calato, inesorabile, sui loro nomi. Molti di essi sono diventati loro malgrado “carne da cannone” come direbbe il Leopardi, riferendosi alla considerazione che Napoleone aveva dei propri soldati. Altri giovani di allora, come Alessandro Gambalunga, hanno avuto la fortuna e talvolta anche il merito, di vivere tutt’altro genere di realtà.
Figlio di un milanese, ricco commerciante di ferro trasferitosi a Rimini, Alessandro nasce in annata incerta, ma posteriore al 1554 poiché nel testamento paterno redatto in quella data, egli non compare tra gli eredi.
In mancanza di precisa documentazione gli studiosi hanno dovuto procedere a tentoni nella datazione storica, valutata comunque a cavallo tra gli anni 55 e 65 del 1500. Il decesso è invece certo: avviene nel 1619.

Come accennato, Alessandro dedica la vita prevalentemente allo studio e alla lettura. La sua “santabarbara”, a differenza di molti coetanei, è costituita dai tomi della propria laurea in diritto civile e canonico e da quelli della biblioteca di famiglia composta da un cospicuo numero di volumi. L’esercito di libri conosce un sensibile aumento di “arruolamenti” dopo che Alessandro decide di far edificare il palazzo di famiglia. I lavori cominciano nel 1610. Disegnato quasi certamente da Giovanni Laurentini Arigoni, la costruzione di palazzo Gambalunga, nell’allora via del Rigagnolo della Fontana, termina nel 1614.

Grazie a un adeguato laboratorio allestito all’interno dello stabile, molti dei volumi (comprati prevalentemente a Venezia) sono rilegati in loco ed effigiati con l’inconfondibile “stemma parlante” di famiglia. Per fortuna nostra e dei nostri pronipoti, Alessandro è uomo dalla prosperosa lungimiranza culturale; pensa e agisce, certo in parte a beneficio e prestigio del proprio cognome, ma fondamentalmente per condividere con i concittadini l’unica potente arma che non offende, la sola che non sottrae, ma dona energia vitale: il sapere.

Sala Des Vergers

Grazie alle disposizioni testamentarie del 1617 la Gambalunga diventa la prima biblioteca civica pubblica non solo d’Italia, ma d’Europa. Una prerogativa che per l’epoca è rivoluzionaria. Rimini non può che andarne fiera. Dal primo bibliotecario, amico personale di Alessandro Gambalunga, il dottore in legge Michele Moretti, ad arrivare all’attuale responsabile, la gentile Dottoressa Oriana Maroni che ci ha consentito di fotografare l’interno della biblioteca, le acquisizioni librarie e anche le attività culturali più attuali sono state sempre coerenti all’assetto testamentario intellettuale e spirituale Gambalunghiano.

Oggi, con circa 500 presenze giornaliere, la biblioteca riminese assicura al pubblico la possibilità di consultare in loco testi antichi e moderni e di usufruire anche di una serie di servizi via internet. L’attività telematica è in continua evoluzione e aggiornamento. L’equipe degli assistenti, garbata e collaborativa, è all’altezza della situazione e pronta ad assecondare le richieste di visitatori e ricercatori.

Per scelta redazionale, gli scarni e incompleti cenni storici sono volutamente tali per cedere spazio alla potenza comunicativa degli scatti di Mario Flores, un tempo valente e conosciuto musicista, oggi affermato fotografo. L’intento è quello di dare la possibilità a chiunque ne fosse impedito, di visitare virtualmente la biblioteca Gambalunga e a chi, pur potendolo fare, non fosse a conoscenza che le magnifiche sale, a richiesta, sono visitabili (purché accompagnati da un impiegato).

Il leggio da coro settecentesco

Lasciamo quindi a voi lettori immaginare l’odore della pelle e del cuoio di rilegatura, quello del legno di noce delle scaffalature, l’inconfondibile profumo della carta, della pergamena e dell’inchiostro che vi sembrerà di fiutare sul delicato ma tenace peso delle pagine dei libri mentre guarderete le immagini della pluricentenaria biblioteca Gambalunga. Precisamente, nel 2019 gli anni saranno quattrocento. Tra circa un anno ribadiremo la medesima considerazione: sono portati splendidamente bene!

Per un approfondimento sulle caratteristiche e la storia della biblioteca gambalunghiana segnaliamo un agile testo dal titolo “La Biblioteca civica Gambalunga” – L’edificio, la storia, le raccolte -, poco più di cento pagine con interventi di otto diversi autori che per brevità non stiamo a citare, a cura del Professor Piero Meldini, già direttore della biblioteca dal 1972 al 1998. La pubblicazione è acquistabile direttamente in biblioteca.

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