Il piano di salvaguardia della balneazione costerà 154 milioni di euro. I pubblici amministratori ed Hera si riempiono la bocca col "più grande interv
Il piano di salvaguardia della balneazione costerà 154 milioni di euro. I pubblici amministratori ed Hera si riempiono la bocca col “più grande intervento di risanamento fognario in Italia”. Ma chi paga questa montagna di soldi? Tutti i cittadini residenti in provincia di Rimini con incrementi nella bolletta dell’acqua. Che già costa come l’oro e che nei prossimi anni continuerà a costare sempre di più.
Riepilogo. Il raddoppio del depuratore di Santa Giustina ha comportato un investimento di quasi 30 milioni di euro. Complessivamente il Psbo (piano salvaguardia balneazione ottimizzato), di cui Santa Giustina fa parte, è un progetto da 154 milioni. L’ex direttore generale del Consorzio di Bonifica ha spiegato su Rimini 2.0 le riserve che nutre sulla reale efficacia del progetto. Ma quel che è certo, in attesa di vedere il nuovo sistema fognario all’opera, è che i costi di tutta l’operazione graveranno sulle tasche dei riminesi.
La nuova parte del depuratore è finanziata da Romagna Acque, che poi recupererà in tariffa l’investimento secondo quanto previsto dal metodo tariffario (AEEGSI). Hera finanzierà indicativamente una quota del Psbo pari a 37,3 milioni di euro, come previsto dalla delibera del Comune di Rimini del luglio 2013.
Ad eccezione della quota di interventi finanziati dal Comune di Rimini, circa 36,8 milioni di euro, che sono a “fondo perduto” e non prevedono recupero tariffario, i restanti investimenti del Psbo saranno ripagati attraverso la tariffa del sistema idrico integrato, in base alla regolamentazione della Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico.
La copertura finanziaria del Psbo deriverà per un 20-25% da finanziamenti pubblici e per la restante parte da finanziamenti anticipati da Hera, Romagna Acque e Amir, che saranno poi recuperati in tariffa in circa 25 anni. Gli incrementi tariffari previsti si attesteranno su una media annua del 4-5% a partire dal 2015 e si protrarranno per tutta la durata dei lavori.
“A regime, la tariffa del territorio riminese (attualmente più bassa) si manterrà all’interno della media degli ambiti romagnoli, a cui sarà sostanzialmente allineata a fine periodo di realizzazione del Psbo”, spiegano da Hera, “e l’incremento tariffario in un dato anno è legato agli investimenti effettivamente realizzati alla fine del biennio precedente. Su queste basi diventa difficile prevedere puntualmente lo sviluppo tariffario a priori ma, sicuramente, gli utenti non pagheranno incrementi per investimenti non realizzati”. E ci mancherebbe che dovessero pagare anche per investimenti non realizzati.
Ma siamo in grado di documentare il salasso idrico degli ultimi 10 anni, grazie ai dati di Atersir. Gli aumenti tariffari percentuali si riferiscono ad un’utenza domestica della città di Rimini che consuma 150mc/anno o 175mc/anno, considerate nel passaggio dal 2005 al 2008, dal 2005 al 2012 e dal 2005 al 2015. Se si considera il consumo di 150 mc, il costo nel 2005 era di 168,58 euro e dieci anni dopo è schizzato a 289,58 euro, con un incremento di quasi il 72%. Lo stesso vale per un consumo di 175 mc. Dal 2005 al 2008 l’aumento è stato di quasi il 19% e dal 2005 al 2012 del 46,3%.
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