Gli elefanti nella cristalleria dell’ospedale di Santarcangelo

Gli elefanti nella cristalleria dell’ospedale di Santarcangelo

Qualcuno sta cercando di strumentalizzare politicamente la chirurgia senologica del "Franchini"? La realtà è che il progetto dell'Ausl Romagna, avallato dalla giunta Parma, è indifendibile. Vi spieghiamo nel dettaglio cosa cambia e perché ha tutte le parvenze di uno "sgambetto". Ma vi mostriamo anche le strade alternative che si sarebbero potute percorrere per evitare di incastrare l'Osco nello stesso corridoio che ospita le donne operate per il carcinoma della mammella. Compreso il caso clamoroso della casa colonica che da sette anni attende di diventare un contenitore per la salute dei santarcangiolesi. Mentre continua ad essere un rudere.

“L’unità operativa di Chirurgia generale e senologica e il nuovo reparto denominato Ospedale di Comunità (OsCo) avranno equipe medico-infermieristiche e ingressi separati, senza alcuna promiscuità o rischio di natura igienico-sanitaria (ipotesi peraltro da respingere in quanto priva di qualsiasi validità scientifica)”. Qualche giorno fa l’amministrazione comunale a guida Alice Parma, pressata dalle critiche, seriamente preoccupata per le ripercussioni della vicenda sul voto che si avvicina sempre di più, ha cercato di correre in qualche modo ai ripari. L’obiettivo era quello di rassicurare i cittadini-elettori che nella eccellenza della sanità che sta di casa nell’ospedale “Franchini”, la chirurgia senologica capitanata da Domenico Samorani, non cambierà nulla. Ha anche sbandierato le tre paroline magiche: “condivisione, ascolto e trasparenza”. Sostenendo che è stato “realizzato un percorso di concertazione che ha consentito di apportare alcune migliorie al progetto”. Una “concertazione” a scoppio ritardato, figlia del terrore per la mobilitazione di quella macchina da petizioni che si chiama “Punto Rosa” e che ha già sentenziato: “Cambiare il progetto è stata una ammissione di colpa da parte delle istituzioni che sostenevano che andava tutto bene, ma nella sostanza non cambia niente”. Sul sito del Comune di Santarcangelo, insieme al comunicato stampa è anche stata pubblicata una tavola del progetto, come a dire: scopriamo le carte, vi diciamo la verità. Purtroppo la tavola in questione ha una definizione talmente bassa da non permettere di ingrandirla e osservare da vicino quel che accadrà al secondo piano del “Franchini”. Ma, in ogni caso, per capirci qualcosa occorre mettere piede nel reparto. Noi siamo andati e ci siamo resi conto delle modifiche. Ve le raccontiamo una ad una, svelando anche altre incredibili vicende. Ci avvarremo di numerose fotografie, necessarie per capire bene il nuovo progetto.

Attualmente alla senologia di Santarcangelo si accede dall’ingresso che si può vedere nella immagine qui sopra, salendo dalla scala A o dall’ascensore. Una volta arrivati nella senologia, il corridoio ad oggi non ha interruzioni perché tutto il reparto è occupato dalla chirurgia. Tenete bene a mente quanto scrive la giunta Parma nel comunicato stampa: “ingressi separati, senza alcuna promiscuità”.

Con la nascita dell’Osco, una struttura di degenza che ospiterà pazienti cronici, in particolare anziani, un po’ oltre la metà del corridoio verrà interrotta la senologia (nella fotografia qui sotto, più o meno all’altezza della sedia). Verrà piazzata una porta apribile da tutti sia verso la chirurgia e sia verso l’Osco. Un collegamento diretto con una semplice porta a molla. Il che significa che il corridoio della senologia sarà percorribile anche dai ricoverati nell’Osco, familiari, badanti eccetera.

Il bello però viene adesso. L’ingresso della chirurgia senologica sarà posto dalla parte opposta rispetto a quello attuale. E’ già qualcosa, si potrebbe dire, perché il primo progetto prevedeva nientemeno che un unico ingresso sia per l’Osco che per la senologia. In futuro, l’ingresso della chirurgia sarà quello esattamente indicato nella immagine qui sotto: vedete quel cartello a destra della porta con la scritta “INGRESSO RISERVATO”? Più in piccolo si può leggere: “Per accedere al reparto passare dalla scala A dall’atrio principale”. Sul campanello c’è scritto “non funziona”. E’ chiaro il messaggio. Da qui il pubblico deve sgommare subito. Perché?

Se fino ad oggi è stato vietato di entrare da questa porta un motivo c’era: perché dalla parte opposta del pianerottolo (a circa 4 metri di distanza), c’è l’ingresso alla sala operatoria (foto sotto).

Col progetto voluto dall’Ausl e avallato dalla giunta Parma, la porta d’ingresso al reparto della sala operatoria verrà eliminata (vedi area cerchiata in nero nella tavola sotto a sinistra) e dunque la nuova situazione vedrà uno spazio aperto più ampio di quello attuale e ancora più rientrante verso la sala operatoria. Dal pianerottolo (senza più l’attuale porta che vedete qui sopra) si accederà alla chirurgia e alla sala operatoria. Sarà uno snodo trafficatissimo. Prima di entrare nella sala operatoria ci saranno, sulla sinistra, lo studio del primario e, sulla destra, un ambulatorio.

Ecco perché sono settimane che le donne del “Punto Rosa” denunciano “la promiscuità” generata dalla nuova ristrutturazione, che “aumenterà il tasso di contaminazione ambientale del reparto di chirurgia nel quale sono ricoverate donne operate con drenaggi e/o trapiantate con espansori o protesi”.

Passiamo alle camere. Nel primo progetto (immagine sotto), modificato in seguito alle proteste, erano addirittura scese a 4, e la situazione sarebbe stata ingestibile.

Adesso sono diventate 5, per 10 posti letto di degenza ordinaria più 1 riservato al day hospital, “che potranno essere aumentati di 2 unità senza richiedere alcuna modifica strutturale nel caso in cui il fabbisogno dovesse in qualsiasi momento rivelarsi più elevato di quello attuale”, ha spiegato l’amministrazione comunale di Santarcangelo. Ma è ovvio che i due eventuali posti letto in più andranno ripartiti fra le solite 5 camere e dunque in due di queste i posti letto passerebbero da 2 a 3, aumentando la concentrazione. In questo momento, tanto per capirci, la senologia sta utilizzando 7 camere. Non è che se ne possano togliere due pensando che la qualità della degenza resti invariata.

Non è tutto. Anzi, è forse quello che stiamo per citare, un altro degli aspetti più discutibili. Non c’erano altri spazi per realizzare l’Osco se non andandolo a incastonare nello stesso corridoio della chirurgia? Gli spazi ci sono e inutilizzati, dicono dal “Punto Rosa”. Uno, clamorosamente vistoso, con tanto di gru e cantiere recintato, si trova da anni a fianco dell’ospedale. Offre anche una immagine di degrado e abbandono. E’ una vecchia casa colonica di proprietà dell’Ausl Romagna (foto sopra). C’è già il progetto da circa sette anni (lo potete vedere qui) ma è tutto bloccato.
Gennaio 2012: quando sindaco di Santarcangelo era ancora Mauro Morri, veniva assicurato che “nei prossimi mesi partiranno anche i lavori nell’ex Casa Colonica in cui verrà realizzata la Casa della Salute”.
Gennaio 2013: “…di qui a breve, completeremo la Casa della Salute nella vicina casa colonica”. Ma in realtà, degli utilizzi “sanitari” di quella vecchia struttura si parlava già da prima. Il progetto in questione prevedeva due piani con una decina di stanze. Perché non farcelo lì l’Osco? Per quanto tempo il rudere dovrà rimanere nelle condizioni in cui si trova proprio a fianco del “Franchini”?

Poi c’è l’ex Fisioterapia, il servizio di Medicina Riabilitativa, che si è spostato altrove lasciando libera un’ala dell’ospedale abbastanza vecchia. Un cartello affisso così recita: “Si avvisa la gentile utenza che dal 12 novembre 2018 il servizio di U.O. Medicina Riabilitativa si è trasferito al primo piano, scala B, a destra dell’ingresso”. Perché non impiantarlo qui l’Osco, cogliendo così anche l’occasione per riqualificare la struttura esistente? Oppure perché non trasferirci gli ambulatori del distretto (vaccinazioni, pediatria, ginecologia, psichiatria infantile, ecc.), cioè la Casa della salute, e piazzare in quest’ultima l’Osco?

L’ingresso della Casa della salute

Poi c’è il padiglione “Rosa Lazzarini”, con ancora i vecchi cameroni dei tempi andati, che potrebbero essere interessati da un progetto generale di riqualificazione e riuso degli spazi, recuperando anche molti sprechi. Sia questo luogo che l’ex Fisioterapia e la Casa della salute, hanno tutti gli ingressi autonomi e quindi sarebbero perfetti anche da questo punto di vista. La Casa della salute è a pochi passi di distanza dalla vecchia casa colonica, e dunque in prospettiva anche collegabili.

I lavori per ricavare l’Osco investiranno il reparto di chirurgia e anche l’area della sala operatoria (per creare il nuovo studio del primario). Durante la ristrutturazione, come dimostra il progetto qui sotto, i posti letto saranno 9.

Come si fa allora a parlare di “strumentalizzazione politica” intorno alla senologia di Santarcangelo? La realtà è che questa perla della sanità romagnola sta per essere investita da uno tsunami, immeritato, difficile da giustificare mantenendosi su un piano tecnico e di pura ragionevolezza. Gli elefanti sono entrati nella cristalleria. E le donne del “Punto Rosa” insieme a tanti altri stanno cercando di difenderla con tutte le forze disponibili prima di dover raccogliere i cocci. C’è anche chi si stupisce che quello che sta accadendo alla senologia e che abbiamo cercato di illustrare, possa entrare a pieno titolo nella campagna elettorale di Santarcangelo. Si è letto un commento sul Carlino di ieri dal titolo “La politica sulla pelle dei pazienti”. Parole grosse. Che di solito non vengono scomodate nemmeno per cause degne almeno di altrettanta attenzione. Si leggeva questo incipit: “La politica esca finalmente dalla corsia”. La politica ci è entrata con i pachidermi in quella corsia quando ha deciso di sventrare (ma è solo l’ultima puntata di una serie ormai ben nota, cominciata col “riordino“) la senologia del “Franchini” anziché farla diventare il polo di riferimento della Romagna. E’ stata una scelta politica. E’ quindi normale, giusto e doveroso, addirittura scontato, che questo tema debba investire anche la campagna elettorale. Anche perché, tolto il “Franchini”, il Trc, la sicurezza e poco altro, resterebbe sul tavolo della discussione la fiera di San Martino.

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