Il nome c'è ma è prematuro spenderlo. Sono in corso le ultime verifiche. Sarà al 90% un civico. Conferenza stampa di Morrone, Barboni e Barcaiuolo per dire: manca poco, siamo uniti, vinceremo al primo turno. E per capire qualcosa sull'identikit del misterioso "papabile" bisogna guardare fra le «persone che hanno attività, aziende..., professionisti, che per dedicarsi alla cosa pubblica devono mettere da parte il loro lavoro».
E’ ancora perturbato il cielo del centrodestra: il sereno proprio non riesce a spuntare. La stagione lo reclama ma le nuvole continuano a nascondere il sole. Il centrodestra ha un’autostrada libera davanti a sé e, per usare la metafora di Jacopo Morrone, una Ferrari da guidare (Rimini), ma al 24 maggio manca il pilota in grado di vincere.
Ci sono tutte le condizioni, stavolta, per mettere a segno il colpo. Il centrosinistra vive il suo momento peggiore, non si era mai vista prima una debacle di queste proporzioni. Diviso, anzi lacerato, di fatto commissariato da Bologna, con tutti i galli, che fino a qualche settimana mostravano i muscoli nel pollaio, ormai senza voce. Dalle civiche, che hanno esaurito la loro agitazione dopo che la battaglia “contro” Emma Petitti è stata depotenziata dai nuovi scenari, a tutti gli altri che hanno concepito la propria mission in chiave “anti” qualcuno. La difficile ricerca dell’erede di Andrea Gnassi sembra comunque sempre più orientata fra Maurizio Focchi e Moreno Maresi. Si vedrà. Intanto l’ultimo miglio della giunta in carica appare ogni giorno che passa più difficile. I grandi progetti che fino a poco tempo fa si stagliavano all’orizzonte come la chiusura perfetta di un mandato luminoso, evidenziano invece limiti e ritardi. Oggi anche il Carlino mette in prima pagina una oggettiva pesantezza: «chiuso per lavori», «Se l’estate è finita in cantiere». Sullo svolgimento non serve nemmeno soffermarsi. E il presidente di Confindustria Paolo Maggioli, anche lui in conferenza stampa a pochi metri di distanza dai leader del centrodestra, ma per parlare dell’andamento economico della provincia, ha messo lì due valutazioni molto dirette. Con la premessa di volersi tenere lontano dal mettere i piedi nel piatto della politica, ha fatto questo inciso: «Non entriamo in questo tema che non ci riguarda. Però ci riguarda quando si esagera, perché teniamo conto che Rimini in questo momento è la provincia della Romagna più debole, e di questo bisogna prendere atto. Nella situazione in cui siamo con una stagione estiva alle porte, le aziende che stanno cercando con fatica di ripartire e ce la stanno facendo, e la povertà che è cresciuta in questo periodo, assistere a Rimini a queste scene esagerate e andate oltre non credo sia un bell’esempio. Non fa bene alla città. Preferiremmo sentire parlare di cosa facciamo a Rimini domani o dopodomani perché è quello il tema vero. Andare in giro per la Romagna e sentirsi dire ‘ma cosa succede a Rimini’ non è molto edificante, credo che non sia una bella cosa».
In questo contesto il centrodestra deve solo decidere di vincere schierando il candidato giusto. E invece prende ancora tempo. Ostenta sicurezza ma rimanda.
Conferenza stampa con vista palazzo Garampi alle 11 di oggi, cielo plumbeo, giusto per confermare lo spartito iniziale. Al tavolo dietro le rispettive bandiere c’erano il segretario della Lega Romagna, il parlamentare Jacopo Morrone, il senatore di Forza Italia Antonio Barboni e il consigliere regionale Michele Barcaiuolo coordinatore emiliano romagnolo di Fratelli d’Italia.
Barboni ha esordito proprio sullo scenario politico favorevole lasciato in eredità dalle elezioni regionali 2020, con l’ottimo risultato del centrodestra a Rimini, per concludere che «il Comune è contenibile nei numeri», ma «la coalizione di centrodestra di per sé non è autosufficiente», quindi ci vuole un «valore aggiunto» civico, ma non un civico «purchessia».
Simile anche il ragionamento di Barcaiuolo: «Rimini, fra i tre capoluoghi al voto in Emilia Romagna (gli altri sono Ravenna e Bologna), è sicuramente quella più contenibile». «Diverse volte siamo andati vicini alla vittoria», ha ricordato citando il precedente di Gioenzo Renzi (presente ad ascoltare la conferenza stampa insieme a tanti altri leader del centrodestra e rappresentanti di liste civiche, mancava solo Alessandro Ravaglioli), «siamo convinti che in ottobre si possa scrivere una grande pagina di storia di cambiamento». Ma «dispiace deludere i giornalisti, oggi non uscirà nessun nome, i nomi però ci sono, ci stiamo ragionando, sono di altissimo profilo e quando sveleremo il candidato sarà l’annuncio del sindaco di Rimini che dal 2021 al 2026 dovrà far rinascere la città che più di altre ha sofferto durante la pandemia, soprattutto il comparto del turismo». Dall’altra parte c’è «l’implosione che il centrosinistra sta avendo a Rimini tra candidature annunciate, ritirate e ricerca di una sintesi che non potrà che essere al ribasso». Per ora però solo un rinvio: «era fondamentale oggi fare chiarezza sul fatto che il centrodestra è unito, pronto a donare ai riminesi un progetto di città che guardi verso il futuro».
Quindi Morrone: «il prossimo sindaco avrà anche questo obiettivo, fare ripartire la città, l’economia…, non sarà semplice, pertanto stiamo individuando una persona di altissimo profilo, abbiamo la grande responsabilità che ci deriva dai numeri che ci danno ragione se si guarda alle regionali e siamo convinti ci daranno ragione anche alle comunali. C’è una classe dirigente che è pronta a governare mentre dall’altra parte solo spettacolo penoso della sinistra…, cercano un candidato all’interno della segreteria del partito, fanno intervenire gli organi provinciali, addirittura Bonaccini e notizie indiscrete dicono pure Letta, senza alcun successo, è una guerra per la poltrona, noi non stiamo facendo questo. Nei prossimi giorni diremo il nome del candidato e della squadra che sarà pronta a supportarlo, ci saranno sicuramente dei forti personaggi civici della città che hanno fatto qualcosa per questo territorio». Sottolineatura marcata anche alla apertura, da parte centrodestra, «a tutti i movimenti civici per vincere sin dal primo turno come Rimini merita». Braccia aperte all’«amico Paesani per poter condividere da subito un percorso comune». Confronto col mondo economico e con la città «su alcuni punti strategici che sono stati portati avanti in questi anni perché l’errore che è stato fatto dalla giunta uscente è quello di non ascoltare cittadini e categorie economiche». «A noi invece interessa sapere cosa pensano del parco del mare, dei parcheggi che mancano, della insicurezza che la città vive soprattutto in alcune zone».
I nomi misteriosi arriveranno presto, ma «non possiamo farli purtroppo oggi perché ci sono gli ultimi incontri in atto». Morrone ha indirettamente svelato qualcosa dell’identikit del candidato civico quando ha detto che sono in corso da parte dei soggetti che hanno dato la disponibilità, anche verifiche di “compatibilità” fra gli incarichi attuali e quelli di pubblici amministratori, perché devono poter «assicurare un impegno al cento per cento per la città. Uno dei motivi (delle verifiche in atto, ndr) è anche questo. Ma al nostro interno abbiamo già ben chiari i nomi». Si parla di «persone che hanno attività, aziende…, professionisti, che per dedicarsi alla cosa pubblica devono mettere da parte il loro lavoro».
Cosa si intende quando si parla dei «prossimi giorni» per mettere fine ai continui rinvii e spendere i nomi? «Potrebbe essere anche nelle prossime settimane ma questo poco importa, il progetto c’è ed è coeso», Morrone.
Barcaiuolo: «mercoledì ci sarà un tavolo a Roma, non so se sarà assolutamente risolutivo però è chiaro che si andrà a incanalare la scelta dei candidati sindaci dei comuni capoluoghi e Rimini è fra questi».
Ma è certo che il candidato sarà comunque un civico? «Io non chiudo mai le porte a nessun candidato e anzi ringrazio i politici che hanno dato la loro disponibilità, ma oggi la priorità sono i rappresentanti civici e noi ci auguriamo di terminare questa fase al 99,99 per cento in maniera positiva, le candidature politiche andranno eventualmente valutate in un secondo momento, allo stato la candidatura più probabile è civica», ha spiegato Morrone. Percorso confermato anche da Barboni.
Messaggio sereno ma diretto anche a Ravaglioli. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Morrone ha ringraziato l’esponente della Lega (che si è auto candidato), aggiungendo però che «il momento storico sta andando nella direzione del civismo, laddove il tavolo civico dovesse saltare si valuteranno le candidature politiche coi curriculum e insieme decideremo».
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