Il centro storico: dalle promesse alla realtà

Il centro storico: dalle promesse alla realtà

Circa 3.500 stalli alle Befane, di cui 1.000 pubblici. Il confronto con il cuore della città, che continua a soffrire e a spopolarsi di negozi, è impietoso.

Che l’amministrazione comunale trovi come unica risposta alla chiusura dei negozi la “pensata” di lasciare accesa la luce, è più che desolante, in specie, ricordando il radioso futuro del Centro città promesso prima da Gnassi e poi da Jamil Sadegholvaad, i quali nella loro arroganza hanno deciso che in Centro ci si deve andare in bicicletta visto che hanno cancellato i posti auto di piazza Malatesta e dintorni senza rimpiazzarli con nuovi stalli e senza dare una svolta alla carenza cronica di parcheggi.
Una strategia che metteva e mette insieme una facile “copertura ambientalista” e che appare come una grande semplificazione per attuare i loro estemporanei interventi. Ma quello che è realmente avvenuto, è stato l’avvio di una desertificazione del Centro, essendo sempre più i cittadini riminesi che lo frequentano solo se costretti da necessità e particolari motivi di richiamo, una china che ha coinvolto anche tanti professionisti, che hanno trasferito le loro attività. Il risultato sotto gli occhi di tutti è che si è dato vita all’esatto contrario di quello che occorre, noto con il principio che gente richiama gente.
Se quello dei parcheggi – che continuano peraltro a diminuire – è il problema vero, mi chiedo per quale perversa ragione le rappresentanze di categoria non dicano mai nulla di serio in proposito, limitandosi a segnare la loro presenza con liturgie varie, come le foto ricordo in occasione dei riconoscimenti assegnati alle botteghe storiche, iniziativa che, in una situazione come questa, può assumere anche una antipatica valenza indiretta, facendo cioè apparire come incapaci quelli che non hanno altra alternativa alla chiusura.
Si dirà: c’è bisogno di risorse per fare questi grandi parcheggi. Bene, una soluzione facile è quella di vendere i mille e passa stalli pubblici presenti alle Befane, pagati dal Comune di Rimini, con l’avvertenza che in caso di mancato interesse all’acquisto, quegli stalli potrebbero diventare a pagamento, così come avviene nel Centro storico, che comunque non li vede nemmeno col binocolo i circa 3.500 posti auto complessivi (a gratis) che accolgono i clienti del grande centro commerciale.
Un’altra questione di cui il centro storico è vittima è la sua accessibilità. Le soluzioni non possono che trovare concretizzazione in corrispondenza degli assi adiacenti al Marecchia e all’Ausa dando vita a quelle due penetrazioni che servono all’intera città unendo direttamente la zona monte con quella mare.
Infine bisogna aprire una nuova vera “porta” che inizi da un Anfiteatro interamente recuperato e che prosegua dando una identità al non luogo di piazzale Gramsci, per terminare con un mercato coperto trasferito, liberando la parte storica attorno al Duomo, ragion per cui ritengo che rifare il mercato coperto nel sito attuale, attraverso un “modernismo di quart’ordine”, sia cosa perfino ridicola e i primi a reclamare non dovrebbero essere i commercianti interessati ma, se esistesse ancora, l’intero mondo accademico riminese, romagnolo e regionale.

Giulio Grillo

COMMENTI

DISQUS: 0