Il Comune inaugura come “nuovo” un sentiero a Covignano esistente dal 2009

Il Comune inaugura come “nuovo” un sentiero a Covignano esistente dal 2009

Compariva già nella «guida escursionistica della Provincia di Rimini» che risale a dodici anni fa, realizzata in collaborazione col Cai e il Wwf. Molto bella e purtroppo non più stampata.

“Un nuovo sentiero per immergersi nella natura, nella storia e nell’arte di una delle zone collinari più suggestive del territorio”. Questo il comunicato dell’amministrazione comunale (qui) per la cerimonia d’inaugurazione il 5 maggio, comunicato che proseguiva: “Da oggi gli amanti delle escursioni della natura potranno essere accompagnati alla scoperta delle bellezze della zona grazie al nuovo sentiero Cai inaugurato questa mattina alla presenza degli assessori Anna Montini e Mattia Morolli…”.

Evidentemente la campagna elettorale iniziata già da tempo nonostante le elezioni siano state rinviate ad ottobre, deve avere creato il miracolo. Perché non si tratta affatto di un “nuovo sentiero” in quanto già segnalato in una «guida escursionistica della Provincia di Rimini» che risale a dodici anni fa (Sentieri: percorsi riminesi tra natura e storia: qui) non più disponibile in edizione cartacea ma scaricabile in formato digitale. Quindi si presume che il sentiero fosse già percorribile anche prima dell’uscita della pubblicazione.

La copertina della pubblicazione a cura della Provincia di Rimini, e in particolare dell’assessorato all’Ambiente e alle politiche per lo sviluppo sostenibile, che risale al 2009.

Guida apprezzabile perché la nostra provincia, che nella Regione ha la più alta densità abitativa coi suoi 500 abitanti per chilometro quadrato, offre tuttavia un territorio che se sulla fascia costiera è fortemente urbanizzato e che in pianura e sulla prima collina ha aree intensamente coltivate, nell’entroterra ha un patrimonio naturale tra i più ricchi dell’Emilia Romagna. Con delle valli meravigliose (Uso, Marecchia, Marano e Conca) e un paesaggio invidiabile. Si è trattato di una guida che ha visto anche la collaborazione del Cai (Club alpino italiano) e del Wwf, che offriva una mappa sentieristica abbastanza completa della provincia di Rimini, con quattro carte topografiche. Che segnalava 28 itinerari, 12 “turistici” e 16 “escursionistici” con diversi livelli di difficoltà. Purtroppo però il lavoro fatto dalla Provincia, e quindi da altri amministratori in carica all’epoca, insieme ad un comitato tecnico e a diversi collaboratori, non è stato menzionato nemmeno di striscio. Di passaggio si accenna solo, dopo averlo definito “nuovo”, ad un ” sentiero esistente”.

Ma per tornare a quello che l’amministrazione comunale definisce nuovo sentiero di Covignano, bisogna certo rilevare che l’intervento dei Cai è stato (quello sì) decisivo per rendere il sentiero più fruibile con la realizzazione di un centinaio di punti di segnaletica orizzontale (del classico colore bianco e rosso) e l’installazione di 27 elementi di segnaletica verticale (frecce direzionali). Il percorso ha una lunghezza di 6,5 chilometri con un dislivello di 160 metri, per un tempo di percorrenza stimato tra le tre e le tre ore e mezza. Inizia dal piazzale sottostante il santuario delle Grazie (fra l’altro ora transennato dalla comunità dei francescani per evitare che qualcuno vi si insedi indebitamente), il complesso delle Grazie con l’adiacente Museo degli sguardi, una pregevole esposizione di raccolte etnografiche che derivano soprattutto dalla presenza dei religiosi nelle loro missioni nel mondo. Il sentiero, dopo aver percorso via Vasari e via delle Fonti arriva a piazzale Ruffi e si inoltra per via Covignano in direzione dell’Abazia della Scolca (San Fortunato); sulla vetta lo sguardo si può dirigere verso la valle dell’Ausa e sulla bassa val Marecchia e la costa. All’altezza di villa Battaglia si imbocca la via Monterotondo poi inizia uno sterrato che conduce al piazzale della Galvanina. Per concludere suggerisco di munirsi di scarpe da trekking e andare a camminare. Come faccio anch’io qualche volta: le escursioni è meglio farle che descriverle!

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