Il coordinatore di Aries: «Cesare deve tornare nell’antico Foro»

Il coordinatore di Aries: «Cesare deve tornare nell’antico Foro»

Retropensieri e pregiudizi ideologici non possono vanificare l'obiettivo di restituire alla città, dopo 70 anni, la statua attualmente ancora ospitata nella Caserma. La lettera dell'avvocato Gaetano Domenico Rossi, che prende spunto dalle "rivelazioni" di Davide Frisoni.

Gent.mo Direttore,
ho letto con interesse l’intervista realizzata da Rimini 2.0 a Davide Frisoni, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Rimini, in ordine al progetto (che afferma esistere da tempo, ancorché ad oggi inattuato) di sistemazione delle statue bronzee di Augusto e di Tiberio (e di relative copie in gesso) relegate da due decenni in defilati magazzini comunali; statue-simulacro dei due grandi imperatori che hanno segnato la Storia di Roma e la vita di Rimini lasciando a noi posteri due dei più insigni monumenti che ornano la nostra città.
Statue oggetto di un munifico dono a tutt’oggi non valorizzato che, visto quanto afferma Frisoni – ma nella sua qualità potrà ben farsi ascoltare con sempre maggior decisione e visibilità – tutta la cittadinanza ha il diritto di pretendere siano riportate alla luce e collocate nei luoghi deputati e senza ritardi ulteriori che, considerato quanto dichiarato dal Presidente della Commissione Cultura tuttora in carica, non sarebbero più giustificabili.
Quale autore dello studio che aveva dimostrato essere in capo al Comune la proprietà della statua di Cesare – attualmente ancora ospitata nella Caserma purtroppo prossima alla chiusura – ed infine indotto l’Amministrazione Militare ad acconsentire alla richiesta di restituzione della statua stessa, apprendo inoltre con ancora maggior sorpresa ed incredulità le ragioni che sarebbero dietro la lentezza e poi stasi che hanno caratterizzato la vicenda del suo rientro “fra le mura Malatestiane”, nonostante le parole spese in alcuni incontri e le dichiarazioni apparse sulla stampa locale nel corso del 2019.
E’ infatti incredibile che al recupero di tal importante monumento, cui si è finalmente giunti dopo settant’anni e che rischia di esser vanificato ove tale ipotizzata “politicizzazione” si protraesse, si oppongano – a quanto si legge – solo inaccettabili retropensieri e pregiudizi ideologici di tal basso profilo.
Sarebbe allora il caso di ricordare che quale che sia la matrice politica di una qualunque Amministrazione – il che è assolutamente indifferente – questa è chiamata a governare una città nel nome di tutti i suoi abitanti, di qualunque appartenenza politica – in ciò sta infatti il senso della democrazia – anche nel nome e nell’interesse delle generazioni passate, avendo il dovere di non cancellarne arbitrariamente la memoria, e di quelle future avendo quello, ancor più forte, di preservare il patrimonio cittadino, tramandare, perpetuare e mantenerne le tradizioni.
Nel nostro caso, intendo quelle tradizioni storiche e quei valori che anche la statua di Cesare rappresenta appieno, perché il suo recupero ed il suo posizionamento nell’antico Foro dovrebbe ricordare a tutti (almeno a coloro che fossero privi di riserve mentali) non tanto il fatto di esser stata dono del capo del Governo dell’epoca (la cosa interesserebbe a pochi e pochi turberebbe) quanto la ben più importante e collettiva Storia millenaria della Città, nonché il momento fondamentale che essa statua è chiamata a rappresentare nell’esclusivo interesse storico culturale (e perché no, promozionale-mediatico!) di tutti i cittadini, indistintamente.
E non sarebbe quindi accettabile che tale patrimonio collettivo venisse pregiudicato per improprie ed ingiustificate ragioni ideologiche di (una sola) parte.
La memoria di una città, della nostra città, va difesa, senza se e senza ma, dovendo quella statua, con la sua storia, costituire per tutti un giusto motivo di orgoglio destinata – come deve essere – solo a testimoniare, oggi e nel futuro, le radici del nostro importante passato.
Sicchè, come riminese, mi auguro che al fine ultimo di rendere ancora più bella la nostra città sottolineandone la sua storia millenaria anche attraverso il rientro della statua di Cesare, si possa invece così pacificamente concretizzare quella auspicabile condivisione “allargata” che fin dagli esordi del nostro impegno avevamo in fiducia creduto possibile, in quanto palesemente ispirata ad un solo interesse storico culturale collettivo che sarebbe del tutto errato collegare a questo o quel colore politico e, specularmente, riduttivo e penalizzante ad esso subordinare.

Avv. Gaetano Domenico Rossi
Segr. Coord. Dell’Ass.ne di Promozione Sociale ARIES

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