Il dramma di un ingegnere alle prese con gli jihadisti del “dov’era com’era”

Premessa una tantum Per abbattere il Sistema di Poteri che - sconfitta o asservita la Politica - sgoverna, genera mostruosità e fa traballare il mo

Premessa una tantum

Per abbattere il Sistema di Poteri che – sconfitta o asservita la Politica – sgoverna, genera mostruosità e fa traballare il mondo, forse l’unica strada è quella, salvandone il buono, di rivoluzionarlo pacificamente dal basso, dalle Città in particolare, magari a partire da Rimini: OK, allora, per “Rimini 2.0”, perché l’interazione in rete è fondamentale per attivare una rivoluzione; no però a “Rimini 2. e virgola”, vorrebbe dire continuare più o meno come prima, né a “Rimini 2. e basta”, significherebbe mollare tutto, come se la situazione fosse irrecuperabile. Potrebbe essere utile invece “Rimini 2. e accapo”, se sotto questo titolo, fatto il punto su cose che nella nostra Città girano al buio di miserie umane e politiche, si riuscisse a mettere un punto fermo a tale loro andazzo, proponendo di farle poi ripartire d’accapo, alla luce di valori naturali innati … bellezza innanzitutto. Così, in “Rimini 2. e accapo” vorrei compiere piccoli atti rivoluzionari Avanti!sti, riguardanti la nostra realtà, ovviamente non violenti, perché all’insegna di detti valori, ricorrendo ai mezzi più disparati: dal raccontino di fantasia, come questo iniziale, a battute e riflessioni varie. (Marino Bonizzato – Città Avanti!)

RIMINI 2 PUNTO E ACCAPO – TEATRO GALLI / Raccontino di fantasia

PREFAZIONE

Uccidere i Geni dei Luoghi, ovvero decapitarne l’identità, nell’indifferenza di chi non sa riconoscerli e terrorizzando chi li potrebbe difendere, come ad esempio gli Architetti, è uno degli sport preferiti del Sistema di Poteri corrente. Sono delitti stupidi, perché i Geni, puoi massacrarli e farli soffrire finché vuoi, ma sono imperituri e prima o poi te la fanno pagare, procurandoti atroci mali morali. Per compiere queste barbarie il Sistema si avvale anche degli jihadisti del “dov’era com’era” le cui cellule dormienti sono sparse un po’ ovunque. Quella riminese, particolarmente articolata ed efferata, aveva scelto, per operare il proprio crimine, il Genio del Teatro della Città al quale era stato impedito di generare, con i Cittadini di oggi, un figlio al passo coi tempi, ma rispettoso dei resti e della memoria del passato, imponendo la riesumazione del fratello che, concepito con i Cittadini dell’800, era rimasto ferito nell’ultima Guerra ed era poi purtroppo deceduto per carenza di amore e cure … Adoratori di feticci funerei, i neri necrofili architettonici avevano così imposto al Genio e alla Città la realizzazione di una specie di zombi o Frankenstein edilizio con le fattezze, ma anche con le storture, del vecchio fabbricato, utilizzando, oltre a parti del corpo morto, protesi in cemento armato, pezzi di plastica e paccottiglia varia … Avevano altresì indotto Tecnici onorati a progettare tale nefandezza e a dirigerne i lavori di costruzione, portandoli a ricusare il credo professionale che dettava loro di operare secondo scienza e coscienza … Questa piccola storia immaginaria racconta il dramma di un Ingegnere.

PUNTO

S’era trovato, suo malgrado, a dover elaborare prima e a realizzare poi un progetto in cui non credeva … lo aveva fatto, lo stava facendo per non dispiacere ai suoi “datori di lavoro”, per spirito di collaborazione, per fedeltà all’Istituzione, per rispetto al potere costituito … ma quel Teatro “dov’era com’era” proprio non gli andava giù. Aveva anche provato a sistemarlo un poco, per renderlo agibile, per adeguarlo ai tempi, ma gli erano saltati addosso e non c’era riuscito. Era perfettamente consapevole del fatto che, per colpa dei pilastri e delle colonne giganti antistanti i palchi, da un numero enorme di posti a sedere non si sarebbe mai potuto vedere nel suo insieme il palcoscenico; che da un altrettanto incredibile numero di posti lo si sarebbe potuto vedere solo sdraiandosi su chi già stava soffrendo di torcicollo davanti; che la gestione economica di tale assurdità, una volta in funzione, sarebbe stata fallimentare e così via … Per non dire del falso storico di cui l’avrebbero accusato, quando all’esterno sarebbe scoppiata nel ridicolo la bolla ancora non ben considerata in Città per disinformazione o strabismo culturale; quando tutti avrebbero potuto vedere e praticare quella COSA, magari presentabile fuori, ma sciocca dentro. Poi, quel sabato pomeriggio gli era arrivata la voce che lo aveva sconvolto “… lo sai? dicono che il nuovo Sindaco, forse per non dare un dispiacere al suo predecessore o non sconfessare il Partito … HA DOVUTO ACCETTARE DI PORTARE AVANTI IL TEATRO COM’ERISTA … OBTORTO COLLO!!! “ Gulp! “Come? anche Lui!”, s’era ripetuto mille volte quella sera … Poi, a letto, era esploso l’incubo “geniale”.

Ricostruzione virtuale di parte della sala ottocentesca del Teatro Galli di Rimini (proiettata sul cantiere del Teatro in occasione delle feste di Capodanno 2015)

Ricostruzione virtuale di parte della sala ottocentesca del Teatro Galli di Rimini (proiettata sul cantiere del Teatro in occasione delle feste di Capodanno 2015)

Certamente lo avevano impressionato, la sera di Capodanno, quelle immagini proiettate sul cantiere del Teatro dove, riproponendo con le tecniche della computer grafica le fasi costruttive della nuova struttura, a un certo punto il fronte dei palchi a ferro di cavallo, completamente libero, aperto veniva aggredito da una torma selvaggia di pilastri e colonne mega che, alla fine, lasciavano solo stretti pertugi per affacci sul palcoscenico: bella gabbia da fuori … bel tormento per chi vi sarebbe stato confinato dentro! Sta di fatto che, per ore nel sonno, quelle colonne in sarabanda con i pilastri si erano composte, scomposte e ricomposte mille volte e lui sempre in mezzo, a volte prigioniero, a volte stritolato, a volte come un Sansone che tentava di farle crollare o come un Titano che cercava di sostenerle mentre sotto ogni tanto appariva il Sindaco … con l’immancabile bicicletta che slalomava tra calcinacci e mattoni … e attorno torme di spettatori che imprecavano, ridevano, incoraggiavano …

ACCAPO

Alle tre e mezzo, occhi aperti, si alzò dritto sul letto, stette così, immobile, per un minuto, accese la luce, si infilò maglione e ciabatte e corse al computer, aprì outlook cliccò su ‘nuovo’, indirizzò a sindaco@comune.rimini.it , mise in ‘oggetto’ “Teatro Galli: siamo ancora in tempo!” e scrisse: “ Egregio Signor Sindaco, il ritardo nei lavori di ricostruzione del Teatro Galli ci concede ancora un’opportunità: quella di modificare il Progetto per renderlo consono alle esigenze dei futuri spettatori che, Le confesso, saranno fortemente limitati per quanto riguarda l’acustica e la visibilità del palcoscenico dai palchi. L’insistere in una ricostruzione di tal genere, peraltro in un fabbricato non più “com’era dov’era”, viste le sostanziali modifiche che abbiamo apportato sul piano strutturale e formale a quello storico, sarebbe davvero opera lesiva dell’interesse dei Cittadini. Le assicuro che i tempi di una possibile Variante al Progetto non incideranno assolutamente su quelli di realizzazione e sui costi preventivati. Anzi, qualora dovessimo assumere, ad esempio, la scenografica soluzione recentemente prospettata sulla stampa locale, a fronte di uno spettacolare impatto percettivo della sala e una acustica e visibilità del palcoscenico ottimali per 1’000 spettatori, anziché gli attuali 500, elimineremmo completamente i milioni di euro previsti per la realizzazione dei decori in simil-antico, ridurremmo fortemente quelli relativi alle strutture e accelereremmo in modo considerevole i lavori. In tal caso, infatti, pur garantendo l’immagine ottocentesca del Teatro con immagini virtuali, come quelle proiettate sul cantiere in occasione delle ultime feste di Capodanno, magari estese all’intero perimetro della sala e al soffitto, potremmo ridurre il numero reale dei pilastri e delle colonne della parte frontale da 18 a 2 e anticipare fortemente la consegna delle opere. Potremmo insomma vantare uno speciale “colpo di Teatro” unico al mondo, con un impianto ad alta tecnologia, capace di rimandare alla memoria e alle suggestioni della sala del passato, che , spento all’apertura del sipario, restituirebbe però una sala modernissima proiettata nel futuro. A Sua disposizione per eventuali chiarimenti e in attesa di cortese riscontro, distinti saluti ecc..” … rilesse tre volte la mail con la freccia del mouse puntata su ‘invia’ e, al termine, convintamente cliccò! Andò su ‘posta in arrivo’ per verificare che fosse stata recapitata correttamente … poi tornò a letto e si addormentò subito. La mattina dopo, chi lo incontrò, mentre con passo da bersagliere percorreva il Corso, lo sentì fischiettare allegramente.

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