In viale Manzoni alta concentrazione di alberghi a fine corsa

In viale Manzoni alta concentrazione di alberghi a fine corsa

Questa volta vi mostriamo lo stato del Froimont. Con utilitaria incorporata, ormai inghiottita dai rampicanti.

Siamo in fondo a viale Manzoni, una stretta strada che si diparte da Via Poerio, al civico 12. Arriviamo alla struttura dietro indicazione di una famigliola che ci vede fotografare un ben più imponente edificio abbandonato di viale Regina Elena la cui facciata di retro si protrae fino al vialetto.

“Vada fino in fondo alla via, ce n’è un altro, oltre a quelli che ha già visto”, dicono. In effetti, non si è mai vista, in un solo viale, una concentrazione così alta di ruderi e stabili in disuso: quattro in appena duecento metri. Un record poco invidiabile.

Chiediamo informazioni a un vicino: ora sappiamo che questo alberghetto a una stella è stato operativo fino a qualche anno fa. La logistica non lo aiutava, causa la vicinanza alla ferrovia e a poco più di duecentocinquanta metri di cammino per vedere i primi granelli di sabbia. Immaginiamo che i proprietari abbiano praticato prezzi competitivi e forse conquistato la loro quota di clientela grazie a un’onesta cucina casalinga. Purtroppo i tempi sono di molto cambiati e oggi, chi non si aggiorna e non riesce ad essere concorrenziale, chiude bottega.

Le condizioni strutturali dell’albergo Froimont non sembrano essere pessime, ma qualcosa deve aver indotto la proprietà a ritirarsi dalla competizione turistica. L’immagine che fa molta malinconia è quella in cui compare l’utilitaria rossa: l’unico residuo simbolo di dinamicità è intrappolato tra rovi, edere e aghi di pino. Si è arresa pure lei.

Questa rubrica nasce per porre l’attenzione sulle piccole e grandi brutture, gli sfregi al patrimonio ambientale, i molti edifici trascurati (talvolta totalmente abbandonati) della nostra città. Spesso si trovano in pieno centro o nella “vetrina” turistica di Rimini. Non è disfattismo, è amore per la città bella, perché solo accendendo i riflettori sulle brutture c’è la speranza che si possano sanare le “ferite” inferte sia per mano pubblica che privata. Allinearsi al ribasso, giustificare il brutto e arrendersi all’incuria e al degrado urbano, equivarrebbe ad una sconfitta. E se ha perso la città, per dirla con Niccolò Fabi, abbiamo perso un po’ tutti noi. Ci occuperemo anche del bello, di tutto quello che merita di essere segnalato. Coinvolgeremo molto volentieri quanti vorranno inviarci materiale fotografico interessante sull’argomento: redazione@riminiduepuntozero.it

COMMENTI

DISQUS: 0