Come si spiega l'attivismo dell'esponente di Rimini Attiva, che tira le fila delle civiche e che ormai da giorni pungola il Pd? Fra i Democratici c'è chi guarda con sospetto alle sue manovre. Domani sera in programma una riunione che potrebbe forzare la mano sulle primarie di coalizione.
Attenti al regista. Potrebbe avere in mente un film con finale a sorpresa. Da giorni ormai Kristian Gianfreda pontifica e pungola il Pd. Tanto che fra i Democratici non pochi storcono il naso per quella che appare sempre più come una vera e propria «ingerenza». A quale titolo, poi, ragionano sempre alcuni piddì, si erge a maestro? Dall’alto di una rappresentanza civica che in cinque anni non ha dato il minimo segnale di vita attiva, limitandosi ad alzare la mano in consiglio comunale?
Perché improvvisamente il regista, sempre più attratto dalla politica, si mobilita per il tavolo di confronto per il futuro di Rimini e, soprattutto, cerca il punto di mediazione per arrivare ad individuare il candidato sindaco erede di Gnassi?
Quello che ormai appare abbastanza chiaro è che proprio l’area dalle civiche non lavora a favore della candidatura di Emma Petitti. Anzi, negli ambienti del Pd c’è chi sospetta che anche l’incontro convocato per domani sera a Miramare che dovrebbe mettere allo stesso tavolo il segretario del Pd provinciale Filippo Sacchetti, quello comunale Vanni Lazzari e, fra gli altri, i rappresentanti di Verdi, Italia Viva, partito socialista, Patto Civico, Più Europa, Rimini Attiva, Rimini Futura, nasconda un obiettivo: spingere in direzione di primarie di coalizione, che essendo ben più allargate rispetto ai soli iscritti del Pd, con ogni probabilità finirebbero per far pendere la bilancia dalla parte di Jamil Sadegholvaad.
Qual è il ragionamento? Se il Pd non riesce ad uscire dal cul de sac nel quale si è cacciato grazie alle due fughe in avanti fatte dall’assessore della giunta Gnassi e dalla presidente dell’assemblea legislativa regionale, figlio del braccio di ferro fra il sindaco in carica e Maurizio Melucci, allora devono pensarci i civici a «sminare» il campo. Ma a favore di chi? Non proprio di Emma Petitti. Non a caso Vanni Lazzari ci ha subito piazzato un «fermino»: il Pd non va al traino di questa cordata che si è messa in testa di salvare anche il Pd, ma sta lavorando ad un proprio programma elettorale e vuole allargare il raggio d’azione anche a Emilia Romagna Coraggiosa e movimento 5 stelle. Questo, in sostanza, il suo ragionamento reso pubblico pochi giorni fa. «In campo», ha aggiunto, «vi sono già candidature che non possono essere superate con tatticismi, ma solo in modo chiaro e trasparente nel rispetto delle sensibilità politiche di tutti». Un messaggio diretto e senza fronzoli proprio in direzione del «respingimento» di una precisa regia che fa capo alle civiche (in primis Gianfreda), a Gloria Lisi e a Italia Viva (dietro alle quinte Sergio Pizzolante), ovvero chi farà di tutto per opporsi ad Emma Petitti.
Kristian Gianfreda, però, da regista che chiede al Pd «apertura e ascolto», non è escluso che possa trasformarsi in attore protagonista. Anzitutto, in caso di primarie di coalizione, oltre a Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti, potrebbe esserci anche il suo fra i nomi sui quali sondare il gradimento. Troppo giovane e inesperto, dal punto di vista amministrativo, per sperare in una investitura? Forse sì, ma non bisogna dimenticare qual è il torrente che spinge in mare aperto l’attuale consigliere di Rimini Attiva. Esce dalla stessa «cordata» del vicesindaco Gloria Lisi, quel mondo cattolico «diocesano» che tanto peso dimostra di avere nell’esprimere il gradimento sul sindaco papabile e il cui orientamento viene tenuto nella massima considerazione anche dal Pd. Esperto per professione nel cercare attori e comparse, non ci sarebbe da sorprendersi se ad un certo punto fosse lui a mettersi davanti all’obiettivo per sentirsi dire «ciak si gira».
COMMENTI