La commissione cultura vuole vederci chiaro sul Rex al castello e Italia Nostra parla di «sciagurata operazione felliniana»

La commissione cultura vuole vederci chiaro sul Rex al castello e Italia Nostra parla di «sciagurata operazione felliniana»

Il presidente Davide Frisoni ha deciso di istituzionalizzare il dibattito sulla nuova fuga in avanti casualmente venuta alla luce a proposito del Fellini Museum. Mentre Italia Nostra critica la trasformazione di una porzione tutelata del centro storico «in un parco a tema artificiale».

Davide Frisoni ha deciso di convocare la commissione cultura del Comune di Rimini e porre la questione Rex e piazza Malatesta all’ordine del giorno. La riunione è fissata per lunedì prossimo alle ore 14.45 e sono state invitate, oltre alle cariche istituzionali (sindaco e assessore competente) anche alcune associazioni rappresentative. Nel silenzio assordante che accompagna la notizia annunciata dal sindaco davanti alla platea degli industriali riminesi, la decisione di Davide Frisoni è la prima che va nella direzione di accendere i riflettori nelle sedi ufficiali su quanto sta avvenendo, ma di riflesso richiama anche l’attenzione sul problema delle continue fughe in avanti sulla manomissione dei “beni culturali” più importanti della città, il cui valore esorbita ampiamente dall’ambito riminese. Anche perché gli spazi istituzionali, consiglio comunale in primis, vengono continuamente scavalcati a proposito del Fellini Museum (ma non diversamente accade su altro, si pensi al parco del mare). E’ stato del tutto assente un confronto sull’idea, sulla collocazione e sulla sostenibilità economica del progetto “museo Fellini”, che forse immaginato nella zona turistica avrebbe avuto un significato diverso e non avrebbe impattato con il Castello e piazza Malatesta. Va anche considerato che la giunta in carica sta intervenendo su materie tanto delicate agli sgoccioli del proprio mandato: se la pandemia non avesse costretto a rinviare le elezioni da maggio a ottobre, scelte come quella del Rex sarebbero state esaminate dai nuovi amministratori. Invece ora i tempi sono anche dettati dalla fretta di inaugurare.
Sulla prua del Rex davanti alla rocca di Brunelleschi non è nemmeno chiaro se la Soprintendenza si sia già espressa oppure no.
Nei giorni scorsi, dopo che Rimini 2.0 ha reso note le intenzioni enunciate al teatro Galli da Andrea Gnassi agli industriali (e non solo), non hanno perso tempo ad esprimere il loro totale dissenso i rappresentanti dell’associazione Renata Tebaldi Rimini Città d’Arte, che sono anche impegnati a raccogliere adesioni per evitare che l’ipotesi si concretizzi. Giovanni Rimondini ha parlato di «rozzezza culturale e democratica», di «accanimento» nei confronti del castello e di «iniziativa dispotica».

Oggi esce allo scoperto anche Italia Nostra Rimini. «A chi appartiene il centro storico di una città? A tutti i suoi abitanti o esclusivamente alle autorità che la amministrano? La domanda ci pare legittima all’indomani dell’ennesima novità spettacolare che arricchirà piazza Malatesta: la prua del Rex davanti alla Rocca Malatestiana. Tale preziosa aggiunta si somma all’“elegante” fontana in cemento armato e alle altre trovate tese a trasformare il tratto dalla Rocca fino al Cinema Fulgor in un gigantesco parco a tema. Dopo esserci opposti nei mesi passati sia al taglio degli alberi, sia alla fontana, non sappiamo rivolgerci a nessun’altra risorsa se non al buon senso. Anche il coinvolgimento della Sovrintendenza, abbiamo compreso, è inutile, chiusa com’è nella mera salvaguardia di codicilli bizantini (che tutto hanno concesso e continuano a concedere) senza mai spendere una parola su quello che sarà il destino reale dello spazio oggetto di così tanti interventi». E’ infatti sulla soprintendenza che ormai si appuntano le critiche perché si fatica a comprendere come da Ravenna possano approvare di tutto e di più in un’area tutelata.
«Ecco, il destino dello spazio pensiamo sia la vera posta in gioco: che cosa diventerà piazza Malatesta dopo questo intervento così invasivo e trasformante, deciso esclusivamente e in solitudine dall’attuale amministrazione?», prosegue Italia Nostra, che a dicembre ha anche presentato un esposto sulla fontana nel perimetro del fossato.
«L’impegno che ha contraddistinto Italia Nostra a livello locale e nazionale nella sua storia che dura da più di mezzo secolo, è stato quello di tutelare i centri storici dalle trasformazioni a volte anche selvagge, ma non, si badi, per salvaguardare una certa idea di bello astratto ed elitario, né solo per proteggere beni artistici unici e minacciati. L’obiettivo principale della nostra associazione è sempre stato quello di difendere questi spazi perché si mantenessero vitali: solo nel momento in cui essi vengono utilizzati dalle persone che ci vivono, allora la nostra missione è compiuta e la difesa del patrimonio culturale o naturale che li arricchisce ne è solo una diretta conseguenza. Quello che sta avvenendo con questa sciagurata operazione felliniana è proprio il contrario: la mutazione dello spazio cittadino in un parco a tema artificiale è destinata a rubare ai suoi abitanti un pezzo importante e soprattutto vivo della città. Dovrebbe essere interesse di ogni cittadino di Rimini, dunque, e non di qualche isolata associazione, opporsi con forza a questo progetto».

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