La Lega fa barcollare la roccaforte rossa ma Bonaccini resta al comando, M5S in liquidazione

La Lega fa barcollare la roccaforte rossa ma Bonaccini resta al comando, M5S in liquidazione

Ecco chi ha ottenuto più preferenze

1.187.562 voti per Stefano Bonaccini contro 1.008.851 per Lucia Borgonzoni. Un risultato inimmaginabile se si considera che fino al 2014 in Emilia Romagna non c'era partita fra centrodestra e centrosinistra. Sardine e assalto al potere da parte di Salvini hanno risvegliato il corpaccione dormiente della sinistra. Il movimento 5 stelle evaporato, Forza Italia pure. Molte sorprese nelle preferenze.

Quando mancano una trentina di sezioni ancora da scrutinare in Emilia Romagna, i numeri sono emblematici: nella roccaforte rossa Lucia Borgonzoni supera il milione di voti (1.007.041) e Stefano Bonaccini li supera di poco di più (1.186.058). Il risultato è un 51% a favore di Stefano Bonaccini e un 43% a Lucia Borgonzoni. Un finale di partita inimmaginabile se si considera che alle regionali precedenti non c’era stata gara ed era finita 49,05% per Bonaccini contro il 29,85% per Alan Fabbri della Lega. Partito che otteneva il 19,42% mentre ieri ha agguantato quasi il 32%.

Il dato clamoroso questa volta riguarda il movimento 5 stelle, che si è vaporizzato. Molto probabilmente i pentastellati hanno portato acqua alla causa del Pd, sia col voto disgiunto che col voto diretto. Nella terra in cui è nata, la creatura di Beppe Grillo può considerarsi in liquidazione: 80mila voti pari al 3,47 per Simone Benini. Alle regionali del 2014 il bilancio era stato decisamente diverso: 159.456 voti e il 13,27%. Era intorno al 30% alle politiche del 2018 (in provincia di Rimini lo superava) e alle più recenti europee quasi al 13%.

Saranno le analisi relative ai flussi elettorali nelle prossime ore a raccontare meglio quel che è accaduto. Ma la radicalizzazione del voto, la possibilità che si è palesata nella storica regione di tradizione rossa di ribaltare la situazione a favore della Lega di Salvini, ha provocato grandi movimenti tellurici dentro le urne. Non solo nel campo 5 stelle. Anche il risultato di Forza Italia racconta qualcosa di importante. Il partito di Berlusconi, che in Calabria ha vinto con Jole Santelli e ottenuto percentuali significative (oltre il 12%), in Emilia Romagna non arriva al 3%. Si ha l’impressione che l’elettorato di Forza Italia abbia da un lato ceduto voti alla Lega e a Fratelli d’Italia (che vola all’8,60%), ma dall’altro ampiamente utilizzato il voto disgiunto a favore di Bonaccini. Caso significativo a Rimini, dove Forza Italia alle europee del 2019 ottenne più del 7%, alle politiche del marzo 2018 quasi il 10% e alle regionali del 2014 più dell’8%, mentre stavolta si è più che dimezzata fermandosi al 4%. A Rimini invece il centrosinistra ottiene il 48,75% e il centrodestra il 45,53%. Quando alle politiche di due anni fa il centrodestra aveva staccato il centrosinistra di una decina di punti.

A prima vista la radicalizzazione del voto pare aver giovato di più alla sinistra che al centrodestra. Gli elettori scontenti del Pd che nel 2014 non andarono a votare, stavolta risvegliati dalle sardine e da una sorta di affronto del “sovranista” in casa propria, hanno deciso di tornare a sostenere il partito. Pd che ieri ha superato il 34%, alle europee era al 31%, alle politiche del 2018 al 26%. Perde rispetto alle regionali del 2014 quando sfiorò il 45%.
Anche l’affluenza dice che i territori più a sinistra si sono destati dal sonno. Su una percentuale regionale del 67,68% contro il 37,76% del 2014, Bologna ha fatto segnare la più alta in regione (70,98%), anche davanti a Ferrara che ha decretato un’ampia vittoria alla Lega. Ravenna, altra area a traino Pd, ha sfiorato il 70% di votanti. Lo stesso dicasi per Modena (69,11) e Reggio Emilia (67,97).
Le province di Rimini, Parma e Piacenza, che alle ultime consultazioni europee avevano fatto la gioia della Lega, hanno avuto percentuali di votanti più basse: 63,54, 64,07 e 62,91.

A Riccione Borgonzoni batte Bonaccini 49,69% contro 44,86%. A Verucchio 47% contro 45,34%. A Bellaria stessa vincitrice ma con uno scarto ancora più marcato: 55,55% contro 39,06%. Borgonzoni vittoriosa anche a Morciano (56,44%), Misano (47,65%), Coriano (49,02%), Talamello, Maiolo, Gemmano, Sant’Agata Feltria, San Leo, Pennabilli, Novafeltria, Casteldelci, San Clemente, Saludecio, Mondaino, Montescudo-Monte Colombo (più del 60%), Montegridolfo, Montefiore Conca. Bonaccini si impone a Rimini, Cattolica, Santarcangelo, Poggio Torriana e San Giovanni in Marignano.

Da ultimo le preferenze.
Ad un soffio dal risultato definitivo nella Lega la classifica è la seguente:
Matteo Montevecchi 5.033 voti (dovrebbe essere lui ad entrare nell’assemblea regionale)
Bruno Galli 3.833
Vallì Cipriani 2.413
Veronica Pontis 1.320.

Fratelli d’Italia (che molto probabilmente non manda nessuno in regione):
Gioenzo Renzi 1.413
Nicoletta Gagliani 468
Beatriz Colombo 385
Pasquale Barone 223

Forza Italia (nemmeno un eletto):
Nicola Marcello 2.382
Alessia Tonini 540
Andrea Dionigi Palazzi 290
Cinzia Salvatori 211

Progetto Emilia-Romagna Rete Civica Borgonzoni Presidente (idem come sopra):
Claudio Di Lorenzo 619
Paola Maggini 346
Marisa Grossi 288
Roberto Baschetti 179

Partito democratico (le prime due passano e tornano in Regione):
Emma Petitti 7.892
Nadia Rossi 3.747
Giorgio Pruccoli 2.756
Alessandro Belluzzi 1.434

Bonaccini Presidente (zero eletti):
Kristian Gianfreda 1.866
Gianluca Garulli 767
Adriana Pellegrini 201
Ilia Varo detta Lilli 925

Movimento 5 Stelle (zero eletti):
Davide Ghinelli 278
Ilaria Livi 276
Luigi Delli Paoli 173
Francesca Fratta 149

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