"Mi metterò al lavoro al più presto per individuare le modalità attraverso le quali sia possibile impedire che gli alberghi possano essere utilizzati a questi scopi, cioè fare della accoglienza dei migranti un business". Venerdì s'insedia alla Camera la neoparlamentare riccionese e promette battaglia sul tema caldissimo degli alberghi utilizzati per ospitare i richiedenti asilo.
“Mi sono spesa in campagna elettorale e manterrò fede alla promessa: basta con tutti quegli pseudo-albergatori che utilizzano le loro strutture per scopi che col turismo non hanno nulla a che vedere, per guadagni personali a discapito delle città e della riviera”. Venerdì, data di inizio della diciottesima legislatura, la neodeputata Elena Raffaelli s’insedia e dà avvio alla sua esperienza parlamentare. Fra i primi impegni ci sarà proprio questo: fare in modo che gli alberghi, anche se fuori mercato, non possano essere gestiti come strutture di accoglienza per i richiedenti asilo: “Mi metterò al lavoro al più presto per individuare le modalità attraverso le quali sia possibile impedire che gli alberghi possano essere utilizzati a questi scopi, cioè fare della accoglienza dei migranti un business. E’ diventato un problema pressate che penalizza sempre di più tutti quegli operatori che sono capaci a fare turismo e che hanno bisogno di una città sicura per i tanti ospiti che trascorrono da noi le loro vacanze, e non certo di trovarsi in mezzo a centinaia di migranti”. E d’altra parte anche il leader della Lega, Matteo Salvini, era stato chiaro: “Se uno campa coi clandestini che chiuda domani mattina”. Elena Raffaelli metterà a fuoco una soluzione insieme alla agguerrita squadra dei leghisti romagnoli.
Intanto in prefettura si procede con il vaglio delle offerte presentate.
Terre solidali, Metis, Cento Fiori, Humanitas onlus, Fondazione di Religione San Paolo, Papa Giovanni XXIII, Eucrante, Ardea, Edith Stein, Madonna della Carità, tutte realtà riminesi. Più la cooperativa sociale Cad di Forlì, Croce d’Oro di Cesena e Un mondo di gioia di Padova. Sono le tredici “ditte” che sono state ammesse alla gara per il servizio di accoglienza di cittadini stranieri extracomunitari richiedenti protezione internazionale.
A quattro di loro è stato richiesto di integrare la documentazione presentata: in tre casi mancava l’attestazione dei “requisiti di capacità economica finanziaria“, in uno la dichiarazione antimafia. Non proprio dei particolari insignificanti, ma lo scoglio è stato superato. Dopo le prime due sedute di gara, che sostanzialmente sono servite alla commissione per stilare l’elenco degli ammessi, ora si procederà con gli step successivi.
Quanti sono gli alberghi coinvolti sul territorio riminese? Certezze non ce ne sono al momento, ma da quanto è dato sapere qualcuno si sarebbe dato molto da fare nella ricerca degli hotel a questo scopo. Il “numero stimato” dei richiedenti asilo è di 1.130. Tanti quelli che potrebbero aggiungersi a breve sul territorio provinciale “in attesa di inserimento nei centri governativi ovvero nel circuito Sprar”.
Come saranno ripartiti in ambito provinciale? I 1.130 stimati saranno così suddivisi: nell’area nord (Bellaria, Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, Poggio Torriana, San Leo, Sant’Agata Feltria, Santarcangelo di Romagna, Talamello e Verucchio) 284; a Rimini 456 e nell’area sud (Cattolica, Gemmano, Coriano, Misano, Mondaino, Montefiore Conca, Montegridolfo, Montescudo, Monte Colombo, Morciano, Riccione, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano) 390.
Come avviene l’aggiudicazione. In base al criterio della offerta economicamente più vantaggiosa e poi seguendo la graduatoria.
La spesa dello Stato. 34,50 euro (somma a base d’asta) per persona al giorno. La spesa presunta (perché il numero dei richiedenti asilo di 1.130 per ora è solo stimato) è di poco sotto i 50 milioni di euro: 12.159.318 per l’area nord, 19.523.412 per Rimini, 16.697.655 per l’area sud.
Numeri indicativi, in quanto il costo effettivo si saprà sulle base delle offerte economiche presentate e delle presenze effettive. Quel che è certo, invece, è che secondo la Corte dei Conti fra 2013 e 2015 a Rimini per l’accoglienza dei richiedenti asilo si è speso più che nelle altre province della regione.
Le strutture. Il bando dice che devono essere “strutture idonee”, “ubicate nel territorio della provincia di Rimini”, “dotate dei requisiti previsti dalle normative vigenti” e devono anche poter dimostrare “il reale e immediato possesso della struttura”, oltre al contratto di locazione ma anche certificato di abitabilità, Asl, prevenzione incendi, eccetera. Ogni struttura può accogliere un massimo di cento persone.
Si spera che i controlli vengano fatti davvero e non ci si basi solo sulle “autocertificazioni”.
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