La presidente del consiglio comunale: «Io sto con Emma»

La presidente del consiglio comunale: «Io sto con Emma»

Ma non è un ruolo terzo quello di chi guida il consiglio comunale? Non dovrebbe essere super partes? Invece Sara Donati si schiera con la Petitti in piena guerra elettorale interna al Pd. Fratelli d'Italia ne chiede le dimissioni.

La terzietà, questa sconosciuta. Cosa combina la presidente del consiglio comunale Sara Danati? Ha firmato il manifesto elettorale di Emma Petitti, già in piena campagna elettorale a Rimini e in antitesi a Jamil Sadegholvaad. Anche lei, fra l’altro, ricopre attualmente una carica istituzionale “terza”, essendo presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna.
«Il gruppo Fratelli d’Italia Rimini, chiede le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale dott.ssa Sara Donati a seguito della sua firma al Manifesto Elettorale #IOSTOCONEMMA. Non è accettabile, da parte di una figura super partes eletta all’unanimità da tutto il consiglio comunale di Rimini, l’entrata nella bagarre politica a sostegno dell’uno o dell’altro candidato del Partito Democratico». Inopportuno, ma non solo. Perché il Regolamento del Comune prevede che «Il presidente nell’esercizio delle sue funzioni deve ispirarsi a criteri di imparzialità». E non di parzialità.
«Riteniamo che il Presidente, a causa della rottura nelle file della maggioranza, delle lotte di potere in atto, dei continui sgambetti tra coordinatori e consiglieri vari, e delle ormai prossime primarie del Partito Democratico, non possa più svolgere il suo ruolo come istituzionalmente richiesto. Chiediamo quindi l’immediato ritiro della firma a favore della Petitti oltre al ritiro del sostegno pubblico manifestato o, in alternativa, le immediate dimissioni dal suo ruolo di Presidente del Consiglio Comunale». Così il portavoce provinciale di FdI Federico Brandi e i consiglieri comunali Gioenzo Renzi, Carlo Rufo Spina e Filippo Zilli. Manca all’appello Nicola Marcello ma solo «per dovere istituzionale avendo la carica di vice presidente del Consiglio Comunale».
Sara Donati era già finita in una tempesta due anni fa e fatta oggetto di una mozione di sfiducia.

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