La terra, il vino e le derive neomodaiole

La terra, il vino e le derive neomodaiole

Ogni bottiglia contiene suoni diversi, il bello della campagna è la differenza e a casa nostra la diversità giustifica la particolarità. Il Sangiovese superiore della provincia di Rimini è un gran vino ma prima di tutto bisogna crederci. Alzare al massimo l'asticella, lavorare con i migliori enologi e agronomi, investire in cantina, non volendo scimmiottare nessuno, senza derive neomodaiole, non confondendo Coriano con Modigliana, Covignano con Predappio, San Clemente con Brisighella.

“Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione”
J.W. Goethe

Torno sugli “enofighetti” della settimana scorsa e cerco, o almeno ci provo, di spiegarmi meglio. Parto dal vino: la base del nettare per chi non lo sapesse è la terra, l’humus da cui deriva uomo. La radice è la stessa, e bisogna sempre andare alla radice. Ma se non si conosce il latino e meglio ancora il greco antico, è molto difficile capire il significato e l’uso di certi termini. Non sarebbe male tornare al latino da subito, alla scuola materna: latino e dialetto e poi a chi è nato in Italia e sa parlare e tradurre diamo subito lo Jus soli.
Torniamo a bomba. Per apprezzare il vino dobbiamo conoscere come dicono i francesi le “terroir”. Ogni bottiglia contiene suoni diversi, il bello della campagna è la differenza e a casa nostra la diversità giustifica la particolarità. Il Sangiovese superiore della provincia di Rimini è un gran vino ma prima di tutto bisogna crederci. Alzare al massimo l’asticella, lavorare con i migliori enologi e agronomi, investire in cantina, non volendo scimmiottare nessuno, senza derive neomodaiole, non confondendo Coriano con Modigliana, Covignano con Predappio, San Clemente con Brisighella.
Rurali sempre.

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